#EditoriInAscolto - Di storie editoriali, scoperte e anelito al viaggio. Intervista a 8edizioni, giovane realtà editoriale indipendente




Una giovane realtà editoriale, dall'identità già ben delineata: 8edizioni è una casa editrice indipendente nata da quattro professioniste di lunga esperienza nel settore, che si propone di scovare voci nuove dal mondo anglosassone tanto dal passato quanto dal presente, accomunate «da quell'anelito al viaggio, al movimento che è intrinseco all'essere umano» e che può avere connotazioni geografiche o emotive. 
Tra scoperte, ricerca sul campo, rapporto con i librai e sinergie con altre realtà culturali, 8edizioni ci racconta il proprio progetto editoriale, anticipandoci anche qualcosa delle pubblicazioni future. 

Quando nasce 8tto Edizioni e chi sono le persone che la compongono?
8tto Edizioni ufficialmente nasce agli inizi del 2019, quando le 4 di 8 vanno dal notaio e firmando i vari incartamenti danno il via alla loro carriera da editrici. Ma la voglia di spiccare il volo e pubblicare ciò che per noi era importante fosse conosciuto anche dal pubblico italiano è arrivata molto prima, quando, lavorando per una grande realtà editoriale, ci si imbatteva in testi che in quel contesto non avrebbero trovato una collocazione e noi li accantonavamo dicendoci che un domani li avremmo pubblicati per conto nostro. Quella più convinta era Cristina Cigognini, Manola Mendolicchio, la sua dirimpettaia di scrivania, non ha potuto che seguirla in questo sogno, nel quale poi sono state coinvolte, senza sforzi aggiungeremmo, anche Alessandra Barbero e Benedetta Vassallo, altre due colleghe.


8tto Edizioni è una realtà al femminile, anche molto attenta nella proposta di scrittrici. Inevitabile soffermarsi brevemente a riflettere sulle sfide che ciò comporta, su eventuali differenze di percezione dei testi. 
Una delle vocazioni di 8tto è quella di riscoprire autori o piccoli casi letterari del recente passato che per qualche motivo sono stati ingiustamente dimenticati. È naturale quindi che alcune delle riscoperte che abbiamo deciso di pubblicare siano il frutto dell'ingegno di autrici donne che, soprattutto fino alla metà del secolo scorso e oltre, non hanno goduto delle attenzioni che meritavano da parte di critica e pubblico. Parliamo di scrittrici che per qualche motivo uscivano dai binari del percorso che la società imponeva loro in virtù del semplice fatto di essere donne. Intellettuali, artiste, critiche letterarie, come Marghanita Laski, che scriveva sull'Observer e che ha contribuito a incrementare il numero dei lemmi dell'Oxford English Dictionary diventandone il più prolifico collaboratore - maschio o femmina - di tutti i tempi. O di autrici come Linda Rosenkrantz che nel '68 ha pubblicato la prima reality novel, anticipando di circa quarant'anni il concetto di reality in TV e scrivendo un romanzo sperimentale e potente che ha messo a nudo desideri, paure e pulsioni di un'intera generazione. Per non parlare poi dell'autrice che pubblicheremo a ottobre, May Sinclair, scrittrice, critica e attivista britannica, impegnata nel sostegno del movimento per il suffragio femminile e portavoce del Woman Writers' Suffrage League. Sono tante quindi le donne a popolare il nostro catalogo, è vero, ma non per questo le proposte di 8tto sono rivolte a un pubblico esclusivamente femminile. Noi pubblichiamo storie: ironiche, delicate, profonde, fuori dagli schemi, con quel pizzico di weirditudine, passateci il termine, che le collocano al di là di ogni genere. 

 
Leggiamo sul vostro sito: «8tto è mossa dal desiderio di condividere una letteratura che mostri l’uomo come essere in continuo movimento, perché si sposta nello spazio ma anche solo perché sonda se stesso. 8 è un numero idoneo, potente, pratico e naturale. Oltre che un numero è un nome e indica un’identità, o molte». Come si traduce tutto ciò nelle scelte editoriali specifiche? 
Ciò che noi cerchiamo nelle storie che decidiamo di pubblicare è quell'anelito al viaggio, al movimento che è intrinseco all'essere umano e lo differenzia da tutte le altre specie, nel bene e nel male. Il viaggio che il lettore si appresta a intraprendere con i nostri libri è reale, da un emisfero all'altro, come nel caso della raccolta di racconti di Josephine Rowe Fino ad agosto; è un viaggio nel tempo, come ci ricorda Kathleen Rooney con i suoi impareggiabili ritratti di personaggi realmente esistiti, il maggiore Whittlesey che durante l'infuriare della Prima guerra mondiale porta in salvo il suo Battaglione Perduto dall'inferno della Mosa- Argonne, finendo per pagare un prezzo altissimo, o Lillian Boxfish, alter ego di Margaret Fishback, la prima pubblicitaria donna più pagata al mondo che ci porta con sé nel suo funambolico viaggio a cavallo degli anni Trenta e la metà degli anni Ottanta; è anche un viaggio interiore, alla ricerca di un'identità che si discosta da quella che gli altri ci hanno cucito addosso, come succede a Melanie Langdon nella strepitosa gothic novel Sulla chaise-longue di Marghanita Laski, o come accade a Hayden McGlynn ne Lo zio cadavere di Ian Mcpherson, che, partito alla ricerca dell'assassino di suo zio, troverà invece la propria ispirazione e il suo posto nel mondo dell'arte. 


Da cosa deriva la decisione di concentrare l’attenzione sul panorama anglofono? Quali suggestioni e spunti vi colpiscono nella selezione dei testi? È innegabile che il lettore italiano subisca da sempre il fascino della cultura – letteraria e non solo – anglo americana, ma spesso tendiamo erroneamente a considerarla un corpus unico, senza tener conto invece delle innumerevoli differenze regionali. Come si muove, in questo senso 8tto Edizioni?
Abbiamo deciso di concentrarci sulla letteratura anglofona per propensione e per seguire la nostra esperienza. Meglio sempre iniziare con qualcosa che si conosce bene, e tutte e 4 abbiamo maturato esperienza in quell'ambito. Inoltre Cristina traduce dall'inglese e questo ci aiuta molto nella fase iniziale di 8tto. La nostra idea è individuare storie soprattutto in area britannica e irlandese, cioè la letteratura anglofona europea. Ci piacerebbe scovare le voci regionali che rendono la Gran Bretagna un puzzle di culture che nel mondo non sono riconosciute come tali. O per lo meno non in Italia. Questo non ci impedisce però di riconoscere libri di valore provenienti da Stati Uniti o Australia, per esempio. La suggestione principale che cerchiamo in un libro è lo stupore: deve avere qualcosa di fuori dall'ordinario, che sia per la trama, per lo stile di scrittura o per la struttura. Poi deve essere un viaggio, reale o solo interiore, che porta non soltanto i protagonisti, ma anche il lettore a scoprire qualcosa di sé. Ma ovviamente devono essere tutti libri che intrattengono. Belli da leggere, intriganti, intelligenti.


Come vengono cercati e selezionati i testi che poi entreranno nel vostro catalogo? Noto con molto piacere che l’attenzione è rivolta non solo al romanzo ma anche alla narrativa breve, una forma letteraria che vanta una solida tradizione nei paesi anglofoni, caratterizzata dalla sperimentazione tanto tematica quanto formale, elementi che si riscontrano appunto nell’identità di 8tto Edizioni.
Abbiamo sempre ritenuto fondamentale fare ricerche “sul campo” per il reperimento dei testi da pubblicare. Londra è stata la nostra meta principale a cui abbiamo associato anche località meno conosciute, ma con interessanti librerie da cui attingere. Elenco alla mano siamo andate a conoscere i librai che ritenevamo potessero soddisfare le nostre richieste, abbiamo chiacchierato con loro venendo a conoscenza di molti testi interessanti: Talk! di Linda Rosenkrantz, il nostro primo romanzo pubblicato, lo abbiamo scovato in una libreria nei dintorni di Notting Hill; Lillian Boxfish si fa un giro di Kathleen Rooney, ci strizzava l’occhio dallo scaffale di un’altra libreria in zona Chelsea. Non meno importante è stato partecipare alla London Book Fair, qui abbiamo avuto modo di conoscere realtà editoriali indipendenti locali con cui abbiamo instaurato un ottimo rapporto di collaborazione, Da dove entra la luce di Clare Fisher, una raccolta di 60 micro racconti, arriva da uno di questi editori. Romanzi, ma appunto anche racconti: la forma breve per noi ha la stessa importanza e bellezza. A volte si pensa al racconto come al fratello minore del romanzo, quello ancora acerbo, immaturo e un po' sbruffone che non ha ancora sviluppato una propria personalità. Niente di più sbagliato. I racconti contengono frammenti di un universo più grande, che siamo in grado di leggere soltanto dopo che li avremo riuniti, ma che anche da soli riassumono in sé la bellezza del firmamento. Siamo ben consapevoli che in Italia la forma breve non ha vita facile, ma 8tto nasce per questo, per condurre i lettori su sentieri ancora poco battuti, poco conosciuti; i nostri testi sono degli 8tto perché al loro interno hanno un qualcosa che devia dalla strada maestra, nella struttura, nella narrazione, nei personaggi, al lettore scegliere da che cosa farsi coinvolgere e trasportare.


Potete dirci 3 titoli particolarmente significativi del vostro catalogo, da cui il lettore potrebbe partire per conoscervi?
 
Talk! di Linda Rosenkrantz: è il nostro manifesto. Il racconto di un'estate trascorsa da tre amici negli Hampton in piena Summer of Love, la trascrizione fedele dei loro dialoghi registrati dall'autrice e poi "montati" sulla pagina scritta. Un romanzo completamente dialogico che è un interessantissimo e più che mai attuale spaccato di vita. Il maggiore e Cher Ami di Kathleen Rooney: due vite diverse per natura, una stessa missione durante le ore decisive della Grande Guerra. Ciò che lo rende unico - e per questo un ottimo punto di partenza per comprendere a fondo il nostro progetto - è il duplice punto di vista sulla narrazione, quello del maggiore Charles Whittlesey, comandante del Battaglione Perduto, e quello del piccione viaggiatore Cher Ami, l'artefice della salvezza di quel battaglione. Gli stessi fatti raccontati da un uomo, con le sue fragilità e debolezze, e da un animale, con la sua fiducia cieca nella propria missione e l'incapacità di comprendere il male e la violenza. Eroi improbabili e involontari, accumunati dallo stesso destino. Fino ad agosto di Josephine Rowe: dieci racconti, dieci modi di descrivere l'equilibrio imperfetto e fuggevole che continuiamo a inseguire. Lo consigliamo perché è la perfetta dimostrazione di come i racconti costituiscano una forma narrativa compiuta e perfettamente in grado di camminare con le proprie gambe. 


Sul vostro sito viene dato spazio anche a riflessioni culturali che vanno oltre i libri pubblicati e mi ha molto colpito lo scambio, la rete di collaborazione, con altri editori, anche in progetti esterni al vostro catalogo. Dà l’idea di un modo virtuoso di fare editoria, dinamico, vivo, basato sul dialogo e la condivisione.
Per noi il cosiddetto “fare rete” è fondamentale. Siamo lontane da quelle logiche per cui ognuno deve curare solo il proprio orticello e cercare di tenere fuori tutti i possibili competitors. Non ha senso! L’editoria dovrebbe produrre e promuovere cultura e noi riteniamo che le collaborazioni, gli scambi, i progetti in cui più editori sono coinvolti aiutino a raggiungere tali obiettivi. Certo, poi il nostro fine ultimo è sempre vendere libri, ma siamo convinte che il lavorare in sinergia con realtà simili a noi non penalizza, anzi stimola sia noi editori sia i lettori. Quali sono i prossimi progetti e pubblicazioni? Per l'autunno abbiamo in serbo per i lettori due autrici inglesi. La prima è una riscoperta dal passato, May Sinclair, con una raccolta di racconti soprannaturali. Sinclair, come abbiamo ricordato prima, è stata una famosa critica letteraria, una fervente sostenitrice del suffragio femminile, e anche scrittrice e poetessa all'inizio del XX secolo. È stata lei a coniare il termine "flusso di coscienza", per esempio, parlando del lavoro di Dorothy Richardson, e ha sostenuto, sempre come critica, Ezra Pound. Il secondo titolo è invece un romanzo di un'autrice inglese contemporanea, Harriet Paige, che ci regala una storia sui rapporti umani, sull'arte, sulla vita, scritta con toni poetici e incisivi allo stesso tempo, come pennellate delicate che donano però profondità all'immagine dipinta. Un vero gioiello.

Intervista a cura di Debora Lambruschini