di Alice Basso
Milano, Garzanti, 2018
pp. 44
€ 1,99 (ebook)
Torino, primi anni Duemila: mentre la città è addobbata a festa per le imminenti XX Olimpiadi invernali, Silvana Sarca, detta Vani, è pronta per uscire e recarsi presso la prestigiosa casa editrice Edizioni L’Erica per il suo primo giorno di lavoro, rigorosamente in impermeabile nero, trucco marcato dello stesso colore e anfibi chiodati degni del migliore personaggio di giustiziere della notte. Sua madre cerca di impedirle l’uscita come può:
«”No.”
“ No cosa, mamma?”
“No, no e ancora no.”
“Ripeterlo non lo renderà più chiaro, mamma. Adesso puoi spostarti da davanti alla porta? Dovrei usci…”
“No nel senso che non andrai al lavoro conciata in quel modo. Il tuo primo giorno di lavoro. Il tuo primo giorno di lavoro in casa editrice. Il tuo primo giorno di lavoro in una casa editrice di duecento anni…”
“ Stiamo giocando a “aggiungi un complemento alla frase finchè continua ad avere senso”, mamma? Aspetta, provo io: “…casa editrice di duecento anni in centro a Torino…”
“Vani, smettila subito di fare la spiritosa. Torna in camera e cambiati.”
“Mamma, smettila subito di credere di sapere cosa significhi essere spiritosi. Ho ventisei anni. Mi vesto come mi pare. È il mio primo giorno di lavoro e proprio per questo ci vado conciata come dico io. Cioè come mio solito.» (p. 7)
La sua mise desta sorpresa – o meglio, autentico scalpore – nel suo capo, Enrico Fuschi, che infatti pensa bene, prima ancora di presentarsi e scambiarsi due convenevoli di base, di licenziarla non appena la poveretta mette piede nel suo ufficio.
Ben presto, però, lo stesso dovrà rendersi conto che Vani Sarca non è una dipendente come tutte le altre poiché possiede un talento speciale, quello di entrare nella testa e nei pensieri delle persone di cui deve assumere la scrittura. La nostra protagonista, infatti, si è proposta per un incarico piuttosto singolare per cui nessuno di solito sgomita: quello di ghostwriter. L’idea di impegnarsi nella scrittura di un libro e poi di affidare l’opera ad uno sconosciuto, il quale si vedrà arrivare in cambio notorietà, fama e interviste, non alletta nessuno. Nessuno, tranne Vani Sarca. La quale possiede inoltre la grande capacità di assumere senza sforzo né fatica la voce e lo stile della persona per cui deve scrivere:
«Così ho sempre scritto per gli altri. Temi per i miei compagni di classe delle elementari e delle medie. Discorsi per i rappresentanti degli studenti al liceo. Lettere con cui mia sorella potesse mollare con eleganza il fidanzatino del mare. E poi via via specializzandomi, in tesi e tesine universitarie e lettere di accompagnamento ai curricola e così via.» (p. 25)
A dimostrazione di ciò, l’originale modo – che lasciamo alla vostra lettura, per non rovinarvi la sorpresa – con cui è riuscita a convincere Enrico ad assumerla.
Inoltre, la nostra ghostwriter non solo è bravissima a scrivere ma possiede anche un intuito eccellente. Al suo primo giorno di lavoro, infatti, si trova subito a che fare con una misteriosa fuga di notizie che potrebbe compromettere il lavoro che le è stato affidato. In men che non si dica, tuttavia, la nostra riesce, con perspicacia e arguzia, a risolvere la questione, mettendo i tasselli al proprio posto.
Già da queste prime righe si nota la dissacrante originalità del personaggio di Vani, dotata di una spiccata intelligenza e di una tagliente ironia, e nel contempo dell'abilità di Alice Basso, scrittrice di grande talento dalla scrittura pulita ed efficace, che condivide con la sua protagonista l’ironia sagace.
Nascita di una ghostwriter. Il primo lavoro di Vani Sarca è un racconto uscito nel 2018, esclusivamente in ebook, che si lega alla serie ideata dall’autrice, Alice Basso, dedicata appunto alle vicissitudini della protagonista, ghostwriter di talento e investigatrice dilettante. Il libro costituisce una sorta di prequel, raccontando della Vani ventiseienne, appena laureata in Lettere e decisa a trovare un lavoro nell’editoria. Osserviamo con gusto il suo approdo in casa editrice e conosciamo le motivazioni che l’hanno spinta ad abbracciare una simile mansione. Il racconto è davvero breve (44 pp.) e in virtù di ciò procede molto speditamente rispetto ai libri della serie, tuttavia rappresenta, come una deliziosa miniatura, tutte le caratteristiche prima rilevate. Una chicca, insomma, che vale la pena di recuperare per conoscere le origini della nostra amata (a questa definizione ci immaginiamo che essa sorrida con ironica condiscendenza) Vani Sarca.
Valentina Zinnà
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