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Un'immersione tra passato e amicizie irrisolte con "La casa dei Gunner" di Rebecca Kauffman

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La casa dei Gunner
di Rebecca Kauffman
Big SUR, 2020

pp. 293
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

 
Titolo originale: The Gunners
Traduzione di Alice Casarini
 
 

La vita di Mickey si consuma all’interno degli spazi ristretti di una periferia depressa. Al contrario dei suoi amici d’infanzia, dispersi in diversi luoghi degli Stati Uniti, lui non si è mai allontanato molto dal sobborgo di Buffalo in cui è cresciuto insieme al padre, convinto di essere nato da una valigia invece che da una mamma che non ha mai conosciuto. Mikey però è equilibrato, intelligente, curioso, e non si arrende di fronte alle difficoltà (compresa una degenerazione maculare precoce che lo renderà cieco nel giro di pochi anni). Solo Sally, oltre a lui, è rimasta a Lackawanna: Sally che, in un aprile di molti anni prima, aveva troncato i rapporti con tutta la banda senza una spiegazione.
Prima erano i Gunners: così si facevano chiamare dal nome di una casa abbandonata che avevano occupato e che era diventata il loro fortino; amici più o meno da sempre, erano legati dall’occasione della vita condivisa pur essendo molto diversi l’uno dall’altro. Dopo l’allontanamento inspiegabile di Sally, il loro legame aveva iniziato a sgretolarsi per l’incomprensione e i sospetti reciproci e, da un gruppo di inseparabili, alla fine delle superiori si erano ridotti a essere di fatto isolati e soli.
Negli anni, Mickey, Alice, Lynn, Sam e Jimmy si sono ritrovati in un fitto scambio di mail, ma non si sono più rivisti. Adesso la notizia della morte di Sally, alla soglia dei loro trent’anni costringe ciascuno di loro a confrontarsi in un modo nuovo e più consapevole con gli altri, ma anche con se stesso:
Per quanto a lungo e intensamente pensasse a Sally, non arrivava mai a capirla fino in fondo. Inoltre, mentre tentava di richiamare alla memoria qualche ricordo dell’amica, si rese conto di non essere mai riuscito a capire fino in fondo neanche sé stesso, di non essere mai arrivato a toccare qualcosa di sé che gli paresse totalmente vero o reale. Cominciò a chiedersi se dentro avesse davvero qualcosa. Forse era un uomo vuoto. (p. 23)
La scoperta del suicidio della ragazza, mai davvero compresa, destabilizza i compagni, ciascuno dei quali si convince di essere in parte responsabile, se non del suo gesto, quantomeno del suo iniziale distacco dal gruppo.
La narrazione si sviluppa in una continua alternanza tra il piano del presente, in cui i Gunners si ritrovano in occasione del funerale, e diversi momenti del passato, grazie a flashbacks che ci permettono di conoscere meglio i singoli personaggi e i loro trascorsi.
In una serata che tutti trascorrono insieme nella villa sul lago di Jimmy, corrispettivo nel presente della Casa Gunners della loro giovinezza, luogo in cui riunirsi e guardarsi finalmente negli occhi, gli amici di un tempo si ritrovano, in senso letterale e metaforico. Le loro schermaglie sono le stesse di allora e, se da un lato sembra che gli anni non siano mai passati, dall’altro le vite trascorse fanno irruzione al raduno e anche il passato ritorna, con il suo carico di segreti. Si scopre così – attraverso un sistema ben congegnato di rivelazioni progressive - che molte dinamiche del gruppo, palesi o segrete, ruotavano e tuttora ruotano intorno alla figura di Sally, al suo mistero. Ciascuno ne viene toccato in maniera diversa, ciascuno deve nominare ad alta voce il proprio fardello e sperare che le spalle amiche accettino di condividerne il peso e di sospendere il giudizio.
La casa dei Gunner è una storia di amicizia, di resilienza attraverso il tempo, narrata con una prosa piana e veloce dalla bella penna di Rebecca Kauffman. Va detto che, in certi momenti, si avverte alla lettura una mancanza per alcuni punti della trama non del tutto esplorati, per certe risposte non date, per personaggi di cui si vorrebbe sapere ancora di più. L’autrice ci fa infatti conoscere i comprimari principalmente attraverso quanto emerge da dialoghi fittissimi e molto ritmati; a tratti però il lettore avvertirebbe il desiderio di una focalizzazione maggiore sul loro sentire, al di là delle parole. Solo per Mickey e la dirompente Alice l’indagine emotiva è diffusa e trasversale ai diversi piani della narrazione: è interessante notare come cambia la relazione tra i due nel trascorrere delle pagine, come si incontrano due solitudini e due caratteri profondamente diversi, come vengono smantellati due opposti sistemi di protezione rispetto al mondo. Nel caso di Mickey, poi, si somma all’indagine individuale quella relativa al suo rapporto con un padre duro, apparentemente anaffettivo, che solo in età adulta può essere rincontrato alla luce di una nuova consapevolezza.
Le tematiche che il volume affronta sono molteplici, tutte sfiorate con una levità che non vuole essere superficiale. Su tutte prevale quella dell’accettazione di sé e degli altri all’interno di un gruppo, della necessità di mostrarsi per ciò che si è fino ad assomigliare, crescendo, davvero a se stessi. Sally, che si porta dietro un carico oneroso di depressione e di problemi famigliari, non accetta questo riconoscimento attraverso lo sguardo altrui e si sfila dalla compagnia dei Gunners, perdendo però così quella rete di supporto che aiuta gli altri ad affrontare e superare i momenti peggiori. Per quelli che invece scelgono di restare in questa relazione allargata e sfaccettata, basata su un accoglimento radicale dell’altrui diversità, si apre invece la possibilità di diventare grandi insieme, di guardare all’esistenza in modo inedito.

 
  
Carolina Pernigo