di Tommaso Braccini
Il Mulino, maggio 2021
pp. 192
€ 15 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
Ci sono tante leggende metropolitane, anzi, “leggende contemporanee” (in quanto non tutte si sono diffuse in ambito necessariamente urbano, mentre sono tutte “contemporanee a chi parla”), che hanno influenzato e che tuttora influenzano la vita umana. Sorprendentemente, alcune di queste hanno attraversato i secoli, adattandosi al bisogno del momento: ad esempio, sono riapparse in momenti di crisi, fomentando pregiudizi e sfiducia nel sistema; in generale, sono comparse al ripresentarsi di determinate condizioni. Anche per questo pare interessante soffermarsi diacronicamente sulla storia del folclore, analizzando i meccanismi di adattamento e i punti in comune.
Il professore Tommaso Braccini, che insegna Filologia classica e Lingua della letteratura greca presso l'Università di Siena, nel suo Miti vaganti. Leggende metropolitane tra gli antichi e noi, ci propone alcune leggende contemporanee particolarmente longeve e ci mostra con estrema capacità di sintesi e un dettato di grande piacevolezza come queste siano mutate nei secoli e come, cosa ancor più affascinante, si siano conservati degli "ecotipi". Nel leggere il saggio, a noi lettori arrivano spesso spiacevoli brividi di inquietudine, perché ci sono storie che tornano a distanza di secoli e a migliaia di chilometri: non sempre è possibile stabilire una filiazione diretta da una medesima fonte; a volte occorre procedere per ipotesi, altre bisogna accettare di non conoscere l'archetipo; meglio godersi, semplicemente, ciò che abbiamo, ovvero la leggenda contemporanea mutata. Capita anche di soffermarsi su queste "fake news" della storia e scoprire di aver sempre creduto a qualcosa di falso, a riconferma di quanto queste leggende contemporanee possano essere ancora pervasive.
Al complottismo e alla sfiducia nelle autorità fa da contraltare una smisurata fiducia nella tecnologia. Ci sono invenzioni che, a sentire la vulgata, sarebbero state nascoste, perché avrebbero rovinato il mercato, ad esempio: è il famoso caso del "vetro flessibile", che secondo alcuni sarebbe stato inventato già all'epoca di Tiberio, secondo altri sarebbe stato proposto anche a Napoleone. Non è nuovo che i complottisti pensino che determinate epidemie siano state organizzate dai poteri forti per ridurre la popolazione, né che i negazionisti sostengano che determinate tragedie siano un "inside job", organizzato dai piani alti: ne sono convinti in molti in merito all'11 settembre, ma lo erano anche nel 410 a Roma, dopo l'invasione e il saccheggio di Alarico.
Che dire, poi, delle nostre paure? Queste tornano spesso nelle leggende contemporanee, a volte per giustificarle, altre con una funzione apotropaica, altre ancora per smontarle pezzo per pezzo. Alla paura del sotterraneo fanno riferimento leggende urbane sulla risalita di polpi e coccodrilli dalle fognature o di ratti giganti, capitanati da un Re dei Ratti. Forse la fortuna di queste leggende dipende dall'aumento di animali infestanti da stanare e sconfiggere, chissà, un po' come la convinzione che serpenti e lupi siano stati diffusi appositamente in determinate zone (celebre è la leggenda delle "vipere paracadutate" dal WWF e da altri enti ambientalisti). A questa sezione può appartenere anche la folta schiera di ipotesi sulle cosiddette scie chimiche.
Compaiono poi numerose leggende che ci mettono a tu per tu con la morte: dall'autostoppista fantasma a varie apparizioni di morti, da figure luciferine (spesso dotate delle caratteristiche zampe d'asino o di capra) al proliferare di neonati deformi, che parlano e lanciano profezie inquietanti (e qualche volta rivelano anche come esorcizzarle). D'altra parte, molti di questi incontri hanno anche la funzione morale di avvertire e di scoraggiare un comportamento troppo intraprendente, se non addirittura libertino. La carrellata con il metafisico non può non coinvolgere la Chiesa, sia per quanto riguarda i Libri di Lazzaro, sia, più in generale, per gli Archivi segreti del Vaticano. Si chiude la rassegna di leggende contemporanee con il fenomeno del "backmasking", che appartiene alle cosiddette "performative utterances" (atti performativi): fin dagli anni '80 si è diffusa voce che nelle canzoni rock siano incluse frasi che inneggiano al Demonio, incise alla rovescia e decrittabili solo ascoltando il disco al contrario. Da dove derivano queste convinzioni?
Muovendosi attraverso i secoli e contestualizzando di volta in volta le leggende contemporanee (dunque prestando sempre la dovuta attenzione a storicizzare quanto narrato), il professor Braccini ci conduce tra leggende contemporanee conturbanti, talvolta degne di un horror, altrove straripanti di fantasia, spesso in grado di interpretare le esigenze e le paure dell'epoca in cui sono state messe a punto. Le fonti che vengono più volte citate sono raccolte in fondo al libro in una folta bibliografia che, manco a dirlo, stimola il desiderio di non fermarsi qui e di continuare a leggere di leggende contemporanee.
GMGhioni