Densità
di Raffaele Notaro
Mondadori, Aprile 2021
pp. 264
€ 17,10 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
La vita tranquilla di un paesino di provincia viene sconvolta all’improvviso da una tragedia senza spiegazioni; Filippo, promessa del nuoto e ragazzo di buona famiglia, si suicida. Il suo salto nel vuoto spinge tanti ad interrogarsi sui motivi del gesto, e la comunità da un lato si stringe attorno alla famiglia. Dall’altro cerca nel suo migliore amico, Gabriele, risposte che il ragazzo non sa o non vuole fornire.
Comincia così un romanzo dal titolo quanto mai calzante, visto che tutto è davvero troppo denso, le emozioni, il gesto, l’amicizia che lega i due ragazzi, così diversi eppure così uniti. Ed è come un grumo che ti coglie allo stomaco e che si scioglie solo alla fine, quando le parole si faranno più fluide e le colpe, se ci sono, si chiariranno, per far largo a verità che gli adulti non vogliono vedere. Gabriele affronta i suoi drammi da solo, fino a quando la ragazza che era innamorata del suo migliore amico e il rivale storico di quest’ultimo non decideranno di avvicinarsi al suo mondo e provare ad aiutarlo.
La ragazza singhiozzò ancora per qualche minuto poi bruscamente si riprese e si allontanò, come se avesse ricevuto uno schiaffo anche lei. Si guardarono negli occhi e quando Sonia provò ad allontanarsi di nuovo lui le afferrò una mano, come aveva fatto lei durante il funerale. Una scintilla nel dolore di entrambi attraversò il contatto della loro nuda pelle. (p. 75)
Il romanzo si snoda attraverso tematiche interessanti, partendo dall’amicizia si arriva al senso dell’appartenenza, alle radici e al sentirsi compresi, alla sensazione di assoluta solitudine che resta quando chi ti capisce non c’è più. La volontà di essere parte di qualcosa, della propria comunità, è forte sia nei ragazzi che negli adulti, e la mamma di Gabriele, Angela, la sente più di tutti, come il senso di impotenza di fronte alla tragedia, la stessa che ha colpito anche lei da giovane, quando a causa di un evento catastrofico ha perso la madre e anche la sua terra, in parte inghiottita dalla frana che ha portato via una parte del vecchio paese di Castel Carpino.
Al bullismo cui viene sottoposto Gabriele fa eco un senso di vergogna che ricade su tutta la sua famiglia, colpevole di non essere all'altezza, di non avere un posto di rilievo in quella piccola e crudele società, in cui le apparenze e i pregiudizi contano più della verità. Anche Angela è a suo modo vittima di questi pregiudizi e nello stesso tempo reitera le stesse dinamiche nei confronti di Tonino, il custode della piscina e anche il disadattato, colui che la madre protegge con fantasie e piccole bugie dallo sguardo indiscreto degli altri. Convinto di avere un rapporto privilegiato con Angela e suo figlio anche Tonino darà prova di forza e di coraggio, in un finale denso di carica emotiva.
Le persone avevano tanti segreti. Qualcuno sceglieva anche di condividerli con lui, tanto poi lui se li dimenticava. Uno di questi era sua madre. succedeva soprattutto in inverno, quando la luce del fuoco illuminava parzialmente la stanza; lui faceva finta di dormire ai piedi del divano, come un cane anziano, invece sua madre lo chiamava per accertarsi che stesse dormendo un sonno profondo, poi si alzava in piedi adagio e raggiungeva la cassettiera della camera da letto. Prendeva qualcosa di piccolo abbastanza da nasconderlo nelle mani e tornava a sedersi di fronte al camino per contemplarlo con calma. (p. 170)
Chi può comprendere la dislessia e le fragilità di Gabriele se non i suoi coetanei? Tra coloro che pensano che a morire sia stato il ragazzo sbagliato e i pochi che invece provano a capire si dipana il dolore atroce di chi ha perso il suo più caro amico, aggravato dalla scoperta di tensioni e fragilità che il ragazzo "d'oro" non ha avuto la forza di confidargli. Un ennesimo tradimento o una debolezza che rende Filippo più umano e ancora più vicino all'unico in grado di comprendere? Un romanzo sulla fragilità e sul mondo dei ragazzi e degli adulti, che spesso vivono gli stessi drammi ma non hanno il coraggio di confidarlo nemmeno a se stessi.
Samantha Viva