di Angelo Mellone
Mondadori, 2021
Da sempre, in Letteratura c'è chi si interroga e riflette sulla famiglia; litri di inchiostro sono stati versati cercando di rappresentarla, darle una definizione, provando a comprendere la propria e quella degli altri. Questo perché individuo, famiglia e società sono così legati da farsi da specchio e, così tanto, da determinare gli equilibri stessi nella vita delle persone.
Angelo Mellone, scrittore e giornalista, nel suo ultimo romanzo Nelle migliori famiglie, edito da Mondadori – aldilà della caratterizzazione dei personaggi e del contesto sociale in cui essi vivono – fa una riflessione sulla famiglia circostanziata e universale allo stesso tempo; Mellone, sembra voler dire che nonostante il concetto si sia evoluto, soprattutto quello di famiglia borghese, il legame d’amore vada conservato. Ecco che la storia che racconta non si evolve per arrivare a una rottura, ma è proprio da una rottura che parte.
Elisabetta e Piero si incontrano negli anni Novanta, lei, di famiglia conservatrice che vive a Vigna Clara, lui, figlio di un cardiologo barone universitario legato al Pci che vive nel centro storico. Sono ricchi e vengono da famiglie potenti in una Roma dove – come si legge Nelle migliori famiglie – «si conoscono tutti».
Elisabetta e Piero si sposano e vanno a vivere in via dell’Anima, Piero diventa un conosciuto chirurgo plastico, Elisabetta, un’importante presentatrice televisiva; entrambi appartengono all’alta borghesia romana, quella di Roma Nord e quella del Centro, diverse per ideologie e atteggiamenti, per il loro approccio alla religione, alla chirurgia plastica, per posizioni politiche. Le vicende si svolgono perlopiù a Roma Nord, in via Cortina D’Ampezzo e infine a Cortina d’Ampezzo, Dolomiti. La coppia si ama e ha una famiglia da fare invidia, venticinque anni di matrimonio, dei figli. Poi qualcosa cambia, il maggiore dei quattro viene investito da un’automobile pirata. Da quel momento tutto crolla: l’unione, soprattutto.
Succede così, nelle migliori famiglie, quando devi scaricarti il peso di una responsabilità o fingi di abitare il mondo dei bimbi dove c’è chi ha totalmente ragione e c’è chi ha totalmente torto e, dunque, la richiesta di scuse equivale alla pretesa di una capitolazione totale. Quando ciò accade, non si può fare più tanto.
Nelle migliori famiglie è un libro che parla d'amore e separazioni, di legami; parla di famiglia come luogo in cui essere, che fa sprofondare anche il resto se frana; e ancora, mostra le pulsioni, o meglio le «vanità», come si legge nel romanzo: il potere, il sesso, il denaro, il successo, l’influenza intellettuale, salvare anime. Sono tutte vanità.
Così, dopo anni persi ognuno dietro le proprie – o in principio (da qui parte infatti il romanzo) – Elisabetta e Piero si ritrovano al Pronto soccorso dell’ospedale di Cortina d’Ampezzo, un codice rosso: il figlio minore caduto su una pista da sci. Una tragedia dà vita al romanzo per poi scendere nel ricordo. Mellone, riporta il lettore avanti e indietro nel tempo, lo coinvolge nelle vicende passate invitandolo nella testa dei personaggi, come in un diario appunta date e luoghi con precisione, quasi a voler aiutare i personaggi a sbrogliare i nodi.
Infine, Nelle migliori famiglie è una storia romana; un libro sulla Roma borghese, una città descritta dall’interno da chi vive quei luoghi e li conosce. Angelo Mellone restringe il campo ‘d’indagine’ in una città colossale, zoomando sui luoghi abitati e vissuti dall’alta borghesia romana, lì, conduce il lettore, in una città che da e riceve, racconta e custodisce.
La Roma del tridente, il salottino di Maria Angiolillo, i cortili rinascimentali, i chiostri, le presentazioni di romanzi mal scritti al Circolo Canottieri Aniene, i vernissage, i buffet a scrocco nelle case dei soliti noti dove tutti si conoscono e chiunque pretendeva di sapere tutto sugli altri, anche ciò che non era mai successo.
Isabella Corrado
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