Si può essere vivi e morti nello stesso tempo? Può esistere una dimensione intermedia in cui il confine tra la morte e la vita sfugge alla nostra comprensione? Sono queste le domande che si insinuano nella mente del lettore di La sconosciuta della Senna, il nuovo romanzo di Guillaume Musso. Domande dal sapore antico, da sempre capaci di attrarre chiunque creda o voglia credere che ci sia dell’altro, e che la distanza fra la vita e la morte sia percorribile secondo strade misteriose ma reali. La nuova sfida dello scrittore francese, una delle penne più apprezzate dagli amanti del noir, è chiara: provocare la razionalità del lettore e accompagnarlo in una zona di mezzo, dove ogni certezza sulla distanza tra vita e morte è spazzata via da un cupo, angosciante senso di sospensione.
Parigi, 2020. La poliziotta Roxane, dopo aver combinato qualche guaio che le è costato un trasferimento, sembra in procinto di rassegnarsi al declino della propria carriera. Fin quando non si ritrova coinvolta in un caso singolare, che dal primo momento attira la sua attenzione: una giovane donna è stata trovata nelle acque della Senna, in uno stato di forte shock e vittima di un’amnesia totale. Non si sa cosa le sia accaduto e le possibilità di scoprirlo sfumano presto, perché la ragazza scappa quasi subito durante un trasferimento. Ma l’istinto di Roxane le impone il bisogno di scoprire di più, e dall’analisi di alcune tracce lasciate dalla ragazza emerge qualcosa che ha dell’impossibile: il suo DNA corrisponde a quello di Milena Bergman, una nota pianista morta più di un anno prima in un tragico incidente aereo. Come è possibile? Si tratta di qualche strano scherzo o c’è dell’altro? Inizia così un’indagine in cui Roxane si muove per lo più sola, facendo ricorso unicamente al proprio ingegno e all’appoggio di Valentine, giovane studentessa dalla personalità frizzante e dinamica. Gli indizi sembrano confermare in maniera categorica che la sconosciuta della Senna è Milena Bergman, e Roxane fa di tutto per portare a galla la verità. Uno dopo l’altro, si srotolano i fili di un’incredibile storia, che coinvolge anche Marc Batailley, ex della Squadra Criminale, e suo figlio Raphaël, un tempo compagno di Milena. Una storia che affonda le radici in bugie innocenti, lievitate fino a esplodere in un dramma fatale che ruota attorno a un dilemma: come definire il reale? Se la vita umana è scandita da lotte angoscianti contro la realtà, non è forse un diritto di tutti abolire i limiti del reale per liberarsene? La vita ci mostra ogni giorno quanto siamo vulnerabili e quanto poco basta per farci uscire di scena per sempre. In un modo o nell’altro, ognuno si adatta come può a questa vita e cerca di svuotarsi del proprio malessere per sentirsi più forte e, in definitiva, più libero: per alcuni, tuttavia, la libertà si può attingere solo da “tutto quanto può sradicarci dal posto che ci viene assegnato” (pp. 320). Sradicarsi dal proprio posto significa affermare sé stessi, muoversi, manipolare per non essere manipolati: ribellarsi alla vita per sfidare la morte e rifiutarne i limiti.
Il lettore di questo romanzo si muove incerto fra le pagine, quasi diffidente: è difficile trovare una spiegazione plausibile a tutte le prove che dimostrano la coincidenza fra la sconosciuta della Senna e Milena Bergman. Così si finisce per chiedersi se il finale deluderà le nostre aspettative, liquidando la questione con soluzioni banali, come la presenza di qualche gemella nascosta. Ebbene, l’unica cosa che possiamo anticipare per non guastare la lettura è che non è così. La storia non ha nulla di banale o prevedibile, al contrario: è costruita con sapienza per creare una rete di connessioni singolari, fra le quali il lettore deve imparare a orientarsi. Man mano che si va avanti, la tensione cresce e, come nei migliori gialli, ci si avvia verso una soluzione che ha dell’inaspettato e del perturbante. Fino al finale in cui Roxane deve dare il tutto per tutto in una vera e propria corsa contro il tempo.
Il libro scorre rapidamente, mettendo a fuoco i fatti con urgenza e lasciando poco spazio a divagazioni. Parigi è ombrosa e sfuggente, Roxane determinata e capace. Non sappiamo quasi nulla di lei e della sua vita privata, l’enigma da risolvere assorbe qualsiasi altro particolare e asciuga la narrazione, riducendola all’essenziale. Ma mentre la storia si svolge e si complica, il personaggio di Roxane sembra andare incontro a un’espansione. Nelle prime pagine del romanzo la troviamo amareggiata e disillusa, mentre riflette sull’odio dilagante a Parigi nei confronti della polizia e riesce solo a pensare: devo andarmene adesso, e del resto non c’è nulla che le impedisca di farlo. I suoi pensieri la proiettano ormai altrove, lontano dalla polizia, in “un angolino fuori portata, neanche troppo lontano, da dove assistere, con dolore, all’incendio finale” (pp. 17). Ma il caso della sconosciuta della Senna, nella sua inquietante ambiguità, riaccende fin da subito delle antiche vibrazioni nella poliziotta. Ogni angoscia è respinta dal bisogno di capire e il ritmo incalzante dell’indagine si svolge parallelamente alla crescente sollecitudine di Roxane, che passo dopo passo ottiene la propria rivincita.
La sconosciuta della Senna è un romanzo avvincente e scritto con l’abilità di chi sa bene come lasciare il lettore con il fiato sospeso fino alla fine. Chi leggerà il libro non vi troverà solo un giallo piacevole e ben costruito, ma anche un’occasione per riflettere sugli innumerevoli modi attraverso cui gli esseri umani rivendicano la propria libertà.
Alessia Martoni