Il lato umano dei grandi della letteratura italiana: "La finestra di Leopardi. Viaggio nelle case dei grandi scrittori italiani" di Mauro Novelli







La finestra di Leopardi. Viaggio nelle case dei grandi scrittori italiani.
Mauro Novelli
Feltrinelli, 2020 (prima edizione: 2018)

pp. 204
€ 18 (cartaceo in brossura)
€ 10 (cartaceo nella Universale Economica Feltrinelli)
€ 6,99 (ebook)

Da quando andiamo a scuola, familiarizziamo con poeti e scrittori. Ne studiamo le poesie, i romanzi, le loro correnti letterarie e, come naturale, alcune ci piacciono, altre un po’ meno.

 Mi sono sempre chiesta cosa c’è dietro un grande poeta o un grande scrittore? Dietro i loro scritti in linea di massima lo sappiamo: conosciamo il motivo della poesia o la trama del romanzo o cosa li hanno ispirati, ma quello che mi mancava è il lato umano di ognuno di loro. La risposta l’ho trovata in La finestra di Leopardi di M. Novelli.

Tale mancanza ce li rende, infatti, più astratti, figure lontanissime dalla nostra quotidianità, come se fossero posti su un piedistallo, ma prima che poeti erano uomini e donne, con le loro abitudini, i loro difetti e le loro case.

È questo il grande merito di Mauro Novelli, cioè quello di aver tracciato un viaggio nelle case, e non solo, di ventiquattro scrittori italiani: da Manzoni alla Merini, a Elsa Morante, passando per Gozzano, Fenoglio e Carlo Goldoni. Le case possiedono, quasi al pari di un’opera, un grande potenziale narrativo in grado di mostrarci il lato umano di ognuno di loro e mostrano anche la varietà della cultura italiana.

Inserisce anche delle piccole digressioni fra un capitolo o un altro quando l’abitazione non è visitabile e così troviamo la lapide in ricordo di Salgari oppure quella di Alfieri e anche in questo caso, ci sblocca un ricordo personale.

In alcuni casi, come ricorda l’autore, non è necessario neppure oltrepassare il giardino ma basta questo a darci un’idea del poeta o scrittore che lì ha abitato e così riconosciamo un dettaglio citato in suo romanzo o poesia e iniziamo a captare la loro semplice umanità.

Il modo d’abitare, di arredare o organizzare il proprio spazio abitativo rende molto del modo di esprimersi di ognuno di loro. Il modo d’abitare al fin fine è un modo di essere e così ci avviciniamo alla scrivania del Manzoni, alla cucina di Pascoli, alla biblioteca di Leopardi e questo ce li rende un po’ più umani. Visitare i loro ambienti porta a renderli più concreti e meno entità astratte, meno fenomeni e si avvicinano anche a noi lettori.

Che cosa c'è cerchiamo, che cosa troviamo nelle case degli scrittori? Cosa aspettiamo di portarci via, che non sia in vendita? È solo una questione di feticismo, di voyeurismo? Non credo - non per me, almeno. [...] Le case custodiscono memoria di ben altro. (p. 12)

Il testo di Novelli non è un compendio di letteratura né tanto meno una guida turistica ma è la ricerca emozionante del lato umano dei nostri grandi poeti e lo fa con tutte le case, lascia che i lettori intravedano quei dettagli che hanno trovato nel romanzo o nella poesia. L’autore si limita a essere un Cicerone, a indicarci una stilografica, un portapenne, un armadio o un letto che hanno visto passare tanti personaggi, che sono stati testimoni della nascita di opere straordinarie e così troviamo una villa, una casa colonica, ecc.

Dà l’opportunità al lettore di sbirciare nella loro quotidianità; è un mondo passato, ma nel quale credo che ognuno di noi si riconosca. È un percorso intimo e sentimentale che ripercorre secoli della nostra letteratura.

Giada Marzocchi