Raccontare la storia dell'arte dell'Ottocento: "Il Giardino e la Luna" di Marco Goldin



Il giardino e la luna
Marco Goldin
La Nave di Teseo, ottobre 2021

pp. 589
€ 24,00 (cartaceo)


Cultore e critico di storia dell’arte, Marco Goldin analizza in questo volume dal titolo Il giardino e la luna. Arte dell’Ottocento dal romanticismo all’impressionismo la storia dell’arte dell’Ottocento tra Europa e America. Attraverso le pagine di questo libro ci avviciniamo al mondo della storia dell’arte dell’Ottocento attraversando tutta l’Europa e l’America. Lo stile utilizzato da Goldin non è per nulla pretenzioso, l’autore ci coinvolge grazie ai suoi racconti nelle opere, nella loro storia, trasmettendo tutta la passione di un amante dell’arte. Goldin non propone la solita panoramica dell’arte dell’Ottocento che vede il suo fulcro in Francia, Germania e Inghilterra, ma attraversa anche anche molti altri stati e regioni, concentrandosi anche sulla penisola scandinava e New York. Anche la scelta degli artisti che vengono raccontati non è affatto scontata, Goldin ci fa scoprire piccole perle sparse per l’Europa e l'America, senza tralasciare i principali esponenti delle diverse correnti artistiche. I racconti e le spiegazioni delle opere e della loro storia sono intervallate dalle bellissime tavole dei quadri, di cui possiamo ammirare tra molti altri i dipinti di Gustave Courbet, Caspar David Friedrich, William Turner e ancora, Winslow Homer, Vilhem Hammershøi e Frederic Edwin Church

I capitoli del libro seguono il susseguirsi dei movimenti artistici, iniziando dal romanticismo e dal suo intimo rapporto con la natura. Facendo Novalis portavoce della nozione di romanticismo possiamo ricavare un ulteriore fondamento principale del romanticismo, ovvero la relazione tra conscio e inconscio e finito e infinito.
Esiste anche un mondo interno dentro di noi, che è unito al nostro essere più profondo, nello stesso modo in cui il mondo esterno fuori di noi è unito al nostro essere esteriore; il primo e l'ultimo sono collegati nello stesso modo in cui lo sono i nostri esseri esteriore e interiore. Perciò possiamo percepire l'essere interno e l'anima della natura solo attraverso il pensiero, come percepiamo l'essere esterno e la forma fisica della natura solo tramite le sensazioni.
Passando poi dallo sferzante realismo della Scuola di Barbizon e il suo legame con la fotografia al movimento americano della Hudson River School, per poi concludere con l’impressionismo di Monet e Manet. Con le parole di Baudelaire sul Salon de 1859 Goldin definisce cos'è un artista impressionista:
L'immensa classe di artisti può essere divisa in due schiere molto diverse: una, che si autodefinisce realista e che noi, per poter meglio mettere in risalto il loro errore, chiameremo positivista, afferma: "Voglio rappresentare le cose così come sono, o come saranno, supponendo che io non esista." Un universo senza l'uomo. L'altra schiera, dice: "Voglio illuminare le cose con il mio spirito e proiettare il loro riflesso in altre menti."
Goldin di certo non si ferma solo a una precisa forma di arte, la pittura, ma si addentra anche nel mondo della letteratura, come dimostra la sua abilità di raccontare soavemente la storia dell’arte, e persino della poesia. Nel libro sono presenti sì rimandi alla poesia, ma anche poesie vere e proprie. L’appendice è infatti dedicata a T.S Eliot, Attilio Bertolucci e Goffredo Parise, la quale si concentra soprattutto sul nesso al cuore dell’arte dell’Ottocento, ovvero del rapporto tra l’uomo e la natura.

Barbara Nicoletti