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Benjamin Lacombe illustra Lewis Carroll: una vera meraviglia. "Alice nel paese delle meraviglie" e "Al di là dello specchio"

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Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll traduzione di Alessandro Ceni
illustrato da Benjamin Lacombe L'Ippocampo, 2021

pp. 298
€ 29,90 (cartaceo)

Al di là dello specchio di Lewis Carroll traduzione di Alessandro Ceni
illustrato da Benjamin Lacombe L'Ippocampo, 2021

pp. 290
€ 29,90 (cartaceo)


Cosa mettere sotto l'albero per rallegrare grandi e piccini? Senza dubbio queste meravigliose illustrazioni di una storia che non ha bisogno di recensioni e che continua a parlarci e ad affascinarci come solo i grandi classici sanno fare. Diceva Virginia Woolf, e tale frase si trova in epigrafe alle due edizioni, che «Le due Alice non sono libri per bambini; sono gli unici libri in cui noi stessi diventiamo bambini».
Dopo avere illustrato i Racconti macabri di Edgar Allan Poe e Notre Dame de Paris di Victor Hugo, Benjamin Lacombe mette la sua fantasia al servizio di Lewis Carroll, illustrando in modo immaginifico  un mondo surreale e onirico, quale quello di Alice.
Il labirinto dello spirito di Carroll è complesso, ed è proprio questa complessità a creare il fascino del labirintico viaggio costituito da Alice nel Paese delle Meraviglie (il cui titolo originale suona Alice's Adventures Underground) e dal suo ancor più incredibile seguito, Al di là dello specchio. Ecco perché è stato possibile sostenere che Alice è l'unico libro nonsense che, benché scritto per una bambina, non ha niente d'infantile. Si tratta invece dell'itinerario di un'anima che tenta di riacciuffare attraverso l'immaginazione i frammenti di una felicità perduta.

 

Ancora una volta, addentriamoci nella tana del coniglio: «Giù, giù, giù. Sarebbe mai cessata quella caduta?». Questa tana che è stata interpretata in vari modi: uno sprofondare nel nostro inconscio, un salto al di là della logica del principio di non contraddizione, un itinerario quasi dantesco di discesa agli Inferi alla ricerca del nostro Virgilio. 

Ma la guida che la piccola Alice troverà non sarà né razionale né assennata; incontrerà una galleria di personaggi strampalati e assurdi, diventerà gigante e microscopica, litigherà con gatti che scompaiono improvvisamente e conigli che vanno di fretta. 


Il Bruco sarà uno dei mentori, anch'esso enigmatico, del percorso di crescita della protagonista. «Tu chi sei?» le chiede ossessivamente, ma è proprio la domanda a cui Alice non sa e non può rispondere. La perdita di identità, la crescita, l'uscita dall'infanzia, fanno dimenticare ad Alice tutte le sue certezze:

Che confusione tutti questi mutamenti! Non sono mai sicura di quello che, da un momento all'altro, posso diventare!

Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è una delle tanti chiavi di lettura di un libro che, come ogni classico, mostra una fonte inesauribile di interpretazioni.  Il legame tra l'autore e l'infanzia è uno dei temi più indagati, spesso anche morbosamente. Di certo, l'occasione da cui è nato il fortunato libro è costituita dalle gite in barca sul Tamigi di Mr. Dogson (il vero nome di Lewis Carroll) con le sorelline Liddell. A loro, Dogson narrava spesso delle storie, ma il 4 luglio del 1862 narrò la storia di Alice (Alice era una delle tre sorelline Liddell). Fu proprio l'omonima, nonché musa di Carroll, a chiedergli e a farsi promettere che questa storia non sarebbe fluita via come le altre, ma che sarebbe stata messa su carta. Circa tre anni dopo, Lewis Carroll donò ad Alice il primo esemplare di Alice nel paese delle meraviglie. Alla fine del volume, si trovano raccolte le uniche lettere tra Carroll e Alice Liddell sfuggite al rogo dell'epistolario voluto dalla stessa Liddell, corredate dalle fotografie di Carroll alla bambina. 



Il secondo dei libri qui recensito viene scritto  in un periodo di grandi tensioni con la famiglia Liddell e la sua funzione potrebbe proprio essere quella di un monito affinché non perda la sua innocenza di bambina. Sei mesi dopo il primo viaggio nel Paese delle Meraviglie, Alice passa attraverso lo specchio ed incontra fiori parlanti, personaggi della scacchiera, la Regina Bianca.


Accanto all'ammirazione per le immagini di Lacombe, merita un plauso grandissimo l'opera del traduttore Alessandro Ceni. Tradurre Lewis Carroll è una sfida perché ciò che il suo mondo estetico sovverte è proprio la logica del linguaggio. Vi è, nelle due opere di Carroll uno sperimentalismo linguistico, in cui risultano sospese le regole grammaticali e i nonsense e i calembour hanno maggiore importanza del legame tra significato e significante. Rendere in un'altra lingua questo universo sonoro di allitterazioni, filastrocche, freddure è anch'esso un'autentica meraviglia.

Queste edizioni sono un vero gioiello per chi, come la sottoscritta, è cresciuta e non ha mai abbandonato l'universo di Alice, ma anche per chi vuole approcciarsi ad esso, attraverso la dirompente forza di immagini che producono una lettura immersiva ed indimenticabile.