Il labirinto dello spirito di Carroll è complesso, ed è proprio questa complessità a creare il fascino del labirintico viaggio costituito da Alice nel Paese delle Meraviglie (il cui titolo originale suona Alice's Adventures Underground) e dal suo ancor più incredibile seguito, Al di là dello specchio. Ecco perché è stato possibile sostenere che Alice è l'unico libro nonsense che, benché scritto per una bambina, non ha niente d'infantile. Si tratta invece dell'itinerario di un'anima che tenta di riacciuffare attraverso l'immaginazione i frammenti di una felicità perduta.
Ancora una volta, addentriamoci nella tana del coniglio: «Giù, giù, giù. Sarebbe mai cessata quella caduta?». Questa tana che è stata interpretata in vari modi: uno sprofondare nel nostro inconscio, un salto al di là della logica del principio di non contraddizione, un itinerario quasi dantesco di discesa agli Inferi alla ricerca del nostro Virgilio.
Ma la guida che la piccola Alice troverà non sarà né razionale né assennata; incontrerà una galleria di personaggi strampalati e assurdi, diventerà gigante e microscopica, litigherà con gatti che scompaiono improvvisamente e conigli che vanno di fretta.
Il Bruco sarà uno dei mentori, anch'esso enigmatico, del percorso di crescita della protagonista. «Tu chi sei?» le chiede ossessivamente, ma è proprio la domanda a cui Alice non sa e non può rispondere. La perdita di identità, la crescita, l'uscita dall'infanzia, fanno dimenticare ad Alice tutte le sue certezze:
Che confusione tutti questi mutamenti! Non sono mai sicura di quello che, da un momento all'altro, posso diventare!
Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è una delle tanti chiavi di lettura di un libro che, come ogni classico, mostra una fonte inesauribile di interpretazioni. Il legame tra l'autore e l'infanzia è uno dei temi più indagati, spesso anche morbosamente. Di certo, l'occasione da cui è nato il fortunato libro è costituita dalle gite in barca sul Tamigi di Mr. Dogson (il vero nome di Lewis Carroll) con le sorelline Liddell. A loro, Dogson narrava spesso delle storie, ma il 4 luglio del 1862 narrò la storia di Alice (Alice era una delle tre sorelline Liddell). Fu proprio l'omonima, nonché musa di Carroll, a chiedergli e a farsi promettere che questa storia non sarebbe fluita via come le altre, ma che sarebbe stata messa su carta. Circa tre anni dopo, Lewis Carroll donò ad Alice il primo esemplare di Alice nel paese delle meraviglie. Alla fine del volume, si trovano raccolte le uniche lettere tra Carroll e Alice Liddell sfuggite al rogo dell'epistolario voluto dalla stessa Liddell, corredate dalle fotografie di Carroll alla bambina.
Queste edizioni sono un vero gioiello per chi, come la sottoscritta, è cresciuta e non ha mai abbandonato l'universo di Alice, ma anche per chi vuole approcciarsi ad esso, attraverso la dirompente forza di immagini che producono una lettura immersiva ed indimenticabile.
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