C’era due volte
di Franck Thilliez
Fazi, Novembre 2021
pp. 500
€ 17,58 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ancora una volta il gioco che Thilliez intesse per tutto il suo romanzo riesce a tenere il lettore incollato alle pagine. Stavolta si tratta di un uomo alle prese con problemi di memoria. La memoria è un tema ricorrente negli scritti di questo brillante scrittore francese, insieme al doppio.
La vicenda ruota attorno ad una scomparsa. La figlia del tenente Gabriel Moscato è sparita e di lei non si hanno più notizie.
Siamo nel 2008 e le uniche tracce che la giovane lascia dietro di sé, sono la sua bicicletta, i segni di una frenata e nulla più.
Deciso a indagare, il tenente si reca nell’hotel in cui la figlia aveva lavorato l’estate precedente e si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni e andando alla finestra, vede che piovono uccelli morti. Ma c’è un altro particolare che lo colpisce, ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel.
Quasi istintivamente va a guardarsi allo specchio e non si riconosce, vede un se stesso invecchiato e con un look strano. Alla reception apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele, ma non capisce nulla di ciò che ha fatto negli ultimi anni e di come sia arrivato lì negli stessi giorni in cui sua figlia, dodici anni prima, scompariva. Una vicenda criptica ed elaborata, che ci ricorda le dinamiche già sperimentate con fortuna nei libri precedenti, sempre pubblicati per Fazi in Italia, nel 2019 ne nel 2020, ovvero Il manoscritto e Il sogno, e con cui lo scrittore francese continua la sua fortunata serie di thriller.
Il vortice di interrogativi che lo assillano diventano gli stessi del lettore, che viene catapultato nella vita di Moscato quasi simultaneamente, risucchiato nel vortice di una vita che non ricorda più e che a quanto pare non lo ha molto gratificato per tutti quelli anni, senza contare che la figlia è ancora scomparsa e il caso sembra sia stato archiviato. A tenerlo ancorato al presente restano solo le persone care, e nemmeno tutte.
Gabriel osservò sua madre, la stanchezza e la lenta erosione del tempo che la trascinavano sul fondo di una bottiglia. Anche Gabriel si era trovato in quello stato negli ultimi anni? Anche lui era crollato, al punto da restare nascosto? Non era raro perdere se stessi dopo aver perso tutto il resto. p 227
In un crescendo di colpi di scena Thilliez ci svela i retroscena dell’indagine, la reticenza di alcuni testimoni chiave, il ruolo di alcuni colleghi e di un insospettabile collaboratore del suo amico, nonché detective come lui, Paul Lacroix, che sembra aver preso il suo posto in molti modi, compreso quello personale, avendo sposato la ex moglie di Moscato.
Ecco che i due sono come l’uno lo specchio dell’altro, le loro vite si sono incrociate e sarebbero state molto simili, quasi identiche, se qualcosa non avesse turbato la routine di Moscato, ovvero la scomparsa di Julie. Quando tutto sembra più chiaro ecco che Thilliez introduce un ulteriore elemento di confusione, riportando in auge un protagonista del suo romanzo precedente “Il manoscritto”, ovvero proprio il figlio dello scrittore che aveva ritrovato un manoscritto senza finale finendo per pubblicarlo. Che ruolo avrà il vero autore del manoscritto, di cui peraltro vengono ritrovate le pagine finali, in tutta la vicenda?
Un rebus intricato e labirintico, come intricata è la mente e i suoi scompartimenti, anche quelli che improvvisamente si chiudono per sempre, privandoci della nostra identità. Ma Gabriel, pur dovendo ricominciare tutto dall’inizio, riuscirà a ritrovare i motivi che l’hanno riportato in quell’hotel e a capire come mai la donna che era con lui è misteriosamente scomparsa e poi è stata ritrovata cadavere vicino al fiume? Un thriller da non perdere, se vi piacciono i giochi autore-lettore e siete disposti a raccogliere la sfida di Thilliez, fino all’ultima pagina.
Samantha Viva
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