“Emily Dickinson e i suoi giardini”: Marta McDowell svela una nuova anima di una delle poetesse più celebri e amate




Emily Dickinson e i suoi giardini

di Marta McDowell
Ippocampo, novembre 2021

Traduzione di Claudia Valeria Letizia e Silvia Bre

267 pp.
€ 19,90 (cartaceo)

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Cosa pensiamo, quando pensiamo a Emily Dickinson? Facile: gli occhi neri e lo sguardo intenso della celebre fotografia che la ritrae. O ancora, lo stereotipo della poetessa reclusa in casa, domita, più attenta al suo mondo interiore che a quello esteriore. Ma l’amore per la natura dimostrato in tante delle sue poesie non origina da una mera contemplazione: pochi sanno che Emily Dickinson era un’abilissima giardiniera. Ed è proprio quest’anima della poetessa che ci vuole svelare Marta McDowell, anch’ella giardiniera e collaboratrice di Casa Dickinson ad Amherst, Massachussetts, i cui giardini sono ancora visitabili oggi.

L’anima botanica dell’autrice si rivela chiarissima nella sua scelta di suddividere il volume in… stagioni: a partire dalla primavera, non a caso la stagione che la poesia ha incoronato come simbolo di rinascita e di inizio, Marta McDowell ci porta con sé in un viaggio lungo un anno, in una galassia di poesia, piante, documenti e epistole che ha come centro immobile proprio Casa Dickinson. Foto scattate nel giardino della Casa in varie stagioni, illustrazioni di piante presi da manuali di botanica (gli eredi di quelli su cui studiava Emily Dickinson stessa, allieva di botanica all’Amherst Academy) e poesie si fondono in un’unica narrazione che smantella gli stereotipi sull’autrice offrendoci allo stesso tempo una visione ampia e contestuale non solo dell’opera dickinsoniana ma anche della poesia in generale. Sfogliando queste pagine, infatti, viene spontaneo chiedersi quanto delle vite dei poeti e delle poetesse che amiamo sia perso, nel momento in cui la loro entrata nel canone letterario comporta anche l’ereditare un’interpretazione scolastica e necessariamente riduttiva di autrici e autori, mediata unicamente dalle loro poesie antologizzate con brevi trafiletti biografici: non c’è dubbio che se entrassimo intimamente nelle vite dei poeti e scrittori più grandi della storia della letteratura come facciamo con Emily Dickinson in questo libro, la nostra visione delle loro opere cambierebbe radicalmente.

Dal passato al presente: il libro è ricco anche di dettagli sul lavoro di chi, oggi, contribuisce a rendere Casa Dickinson un vero e proprio santuario dedicato alla memoria dell’autrice, ma è anche un prontuario per chi, seguendo le orme di Emily Dickinson, vorrebbe dedicarsi a piantare un “giardino poetico”: l’elenco delle piante del giardino della poetessa è corredato da schede che si focalizzano su alcune varietà, con indicazioni su come cominciare. Qual è il modo migliore di leggere della poesia, dopotutto, se non attorniati dalle stesse piante che, due secoli fa, l’hanno ispirata?

Marta Olivi