Avete presente quei testi che arrivano lievi e hanno il raro potere di portare buonumore nei lettori? Ecco, ho provato molta gratitudine dopo aver letto Lei e il suo gatto, il romanzo appena uscito di Shinkai Makoto e Nagakawa Naruki, che amplia e ripropone l'omonimo manga bestseller, arrivato in Italia nel 2018. Io, che non leggo manga e che mi sento lontanissima dalla letteratura giapponese, ho invece apprezzato molto la lettura di questo libro. Perché? Perché gli autori mi hanno fatto provare dall'inizio alla fine del libro una sana leggerezza nel leggere di temi importanti, quali la solitudine di una generazione, le difficoltà nell'affermarsi nel mondo dell'arte, la transitorietà dei sentimenti, il precariato giovanile,...
Come sono riusciti in questo compito arduo di rendere semplice e accessibile, quasi fiabesco, quel che con un'altra narrazione sarebbe particolarmente indigesto? Innanzitutto con la scelta di raccontare la vicenda sempre da un doppio punto di vista: quello di una donna e quello del suo gatto. Nelle prime pagine ci imbattiamo in Miyu, che lavora in un'accademia di arte e che ha messo in disparte i suoi sogni, adattandosi a una professione impiegatizia; non ci vuole molto perché incontri Chobi sulle rotaie di un treno: quel micetto intirizzito è un toccasana per la sua solitudine, adesso che la sua relazione pare essere naufragata.
Poi incontriamo Reina, una delle studentesse più talentose della scuola d'arte, incerta tuttavia sulla via da intraprendere, perché sa che vivere di arte è pressoché impossibile, senza i contatti giusti e tanti compromessi. Reina viene letteralmente scelta da Mimi, una gattina randagia che resta affascinata dai quadri di Reina e che si impone nella vita di questa giovane e spaesata padroncina.
Aoi invece è giovanissima, ma sembra aver già rinunciato alla vita, così come ha accantonato i suoi bellissimi manga, disegnati con la sua migliore amica Mari. D'altra parte, ha un senso di colpa enorme che le toglie il fiato e che la schiaccia, impedendole di uscire di casa. Un gatto randagio enorme, Kuro, il boss del quartiere, qualche volta va a miagolare da lei per ottenere del cibo, ma non sarà lui il gatto destinato a Aoi...
Infine c'è Shino, che si è sempre presa cura degli altri, ma che adesso, a una certa età, deve iniziare a badare a sé, oltre che al vecchio cane John e a qualche gatto randagio di passaggio. Quel che di certo non si aspetta è che alla sua porta bussi Ryōta, un nipote che non vede da tempo, in cerca di ospitalità, ma anche di una guida che lo aiuti a trovare la sua strada. Anche per Shino e Ryōta arriverà un gatto, ma non vi svelo di chi si tratta, perché lo scoprirete strada facendo.
Giocando continuamente con una focalizzazione multipla e variabile, gli autori ci permettono di guardare il mondo da prospettive diverse, abbracciando ora la logica dei gatti, ben più elementare di quella umana, ora le esigenze degli umani, così spesso travolti dai pensieri prima ancora che dalle necessità e timorosi nell'individuare una via verso i propri sogni.
A tratti fiabesca, ironica, commovente, altrove critica verso la società e il nostro presente in fuga, Lei e il suo gatto racchiude - nelle sue frasi estremamente paratattiche e minimaliste e nei suoi capitoli brevi -quattro diverse vite solitarie, che imparano ad aprirsi al mondo e danno così inizio ad altrettante storie d'amore, aggrappandosi delicatamente alla compagnia felina, straordinaria e mai scontata.
GMGhioni