Vita nostra
di Marina e Sergej Djačenko
Trad. di Silvia Carli e Denise Silvestri
Fazi Editore, settembre 2021
pp. 520
€ 17,10 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
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I due scrittori ucraini sono una coppia anche nella vita, scrivono in russo, anche se spesso traducono in ucraino i loro libri. Per questo libro, che è il primo di una trilogia che Fazi ha deciso finalmente di tradurre anche in Italia, hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Il genere non è solo fantasy, vi si intrecciano le caratteristiche di un romanzo di formazione, quelle di un testo magico e a tratti anche filosofico e spirituale.
Protagonista è la giovane Saška, che viene avvicinata da un uomo misterioso, in completo scuro e occhiali da sole, durante una vacanza estiva in compagnia della madre. L’uomo, che non è per nulla rassicurante, costringe la ragazza a eseguire una serie di compiti bizzarri e soprattutto senza alcun obiettivo preciso. La ragazza è terrorizzata e prova a sottrasti inizialmente, ma il prezzo da pagare è molto alto; per cui non le resta scelta se non obbedire, ricevendo in cambio dei gettoni d’oro con un simbolo sconosciuto.
Gli incarichi continuano e le monete si moltiplicano; l’autunno seguente la ragazza, pur essendo una brillante studentessa, non supera l’esame di ammissione per la facoltà di Filologia, anche a causa dell’estate destabilizzante che ha vissuto, e viene altresì obbligata ad allontanarsi da casa per raggiungere uno strano Istituto di Tecniche speciali, in una piccola cittadina di provincia dal nome Torpa.
Pur subendo questa decisione, Alexandra Samochina, detta Saška, diventerà la migliore del suo corso e il severo e magnetico tutor Farit la prenderà sotto la sua ala. Non ci sono però solo giorni esaltanti costellati di progressi, ma anche estenuanti momenti di crisi e metamorfosi inaspettate: il sapere arcano che Saška insegue, ha un prezzo molto alto, e lei deve decidere se è disposta a lasciare indietro tutta la sua vita precedente, incluse le persone a cui tiene di più.
Nella prima parte la giovane è alle prese con la paura del futuro, è una studentessa del primo anno che capisce in fretta che ad attenderla non ci saranno prove semplici, come recita l’inno studentesco, con parole tutt’altro che rassicuranti: Vita nostra brevis est, che è anche il titolo scelto per l’edizione italiana. Ad aiutarla a superare il momento c’è uno studente come lei, Kostja, che poi si scopre essere anche il figlio del suo tutor. Le loro vite saranno sempre incrociate anche se i loro destini si divideranno.
Nella seconda parte la giovane Saška ha imparato a padroneggiare le strane tecniche che attraverso gli insegnamenti la scuola fornisce, anche se lo scopo della sua formazione non è chiara. Non ancora. Nella terza parte, che è anche la più complessa e affascinante, la verità è stata rivelata, ma il finale è chiaramente aperto e sconvolgente.
Il lettore viene condotto nel ritmo della struttura narrativa come fosse uno dei personaggi, la confusione che regna nella scuola è la stessa che si prova nel leggere gli strani riti, il ritmo è incalzante e le oltre 500 pagine scorrono veloci tra colpi di scena e punizioni al limite dell’umano.
Ricordava nei minimi particolari il motivo delle piastrelle appannate sulla parete del bagno: lo conosceva dall'infanzia, dai tempi in cui quel rivestimento era stato posato da un tenebroso artigiano coi baffi. Era un gran lavoro, ancora bello dopo otto anni, una vera gioia per gli occhi; ripiombata nel mondo delle cose familiari, Saška per un attimo si smarrì. p.337
L'ostinazione con cui la protagonista si lega alle cose e alle persone è tipica degli adolescenti, che hanno paura di lasciare il nido, sebbene questo sia ormai inadatto alle loro necessità, e per quell'attaccamento la ragazza rischia più volte di mettere in pericolo la sua formazione e i suoi cari.
Il romanzo ci spiega che crescere significa rinunciare a qualcosa, che tutti siamo interconnessi in qualche modo, e da ognuno di noi dipende la vita dell’intera umanità, il tutto fa parte di un unico discorso, inalterato e scritto dall’inizio, che spesso non ci è dato comprendere, ma di cui dobbiamo necessariamente trovare le parole, per evitare di restare ignari e vagare nell’oscurità.
Samantha Viva
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