Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni
di Jean- Yves Mollier
E/O edizioni e NW Consulenza e Marketing editoriale, febbraio 2022
€ 18,00 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)
Gli appassionati della lettura lo
sanno bene: entrare in libreria significa trovarsi a casa, passeggiare e
perdersi fra gli scaffali ricolmi di libri ha un fascino irresistibile, l’odore
della carta, poi, di quelle pagine appena stampate, completano il quadro e ci
costringono a uscire da lì soddisfatti e felici perché si è stati in un luogo
che fa bene alla mente. La libreria non
è solo il luogo dei libri, ma anche quello dei dischi, dei fumetti, dei dvd e
così anche chi non ama la lettura, può apprezzarne la sua accoglienza.
E poi, c'è la figura del libraio, quella persona che, muovendosi tra quelli scaffali e volumi, è in grado di
consigliarci, e, nello stesso tempo, di lasciarci liberi nelle nostre scelte.
Un buon libraio è insieme preparato, appassionato e un abile commerciante,
insomma una figura quasi mitologica che racchiude queste tre anime insieme. Perfino
la parola “libraio” porta con sé qualcosa dei tempi antichi, qualcosa di
lontano e romantico. Il binomio, dunque, libraio e libreria è quello perfetto
per chi ama l’oggetto libro, e non solo la lettura.
Non ci capita mai, però, di
domandarci: le librerie sono sempre state così nella loro forma e sostanza o si
sono evolute a passo con gli eventi? Il libraio, quello che conosciamo noi, ha
sempre avuto questa funzione oppure ha avuto ruoli diversi da quello odierno?
A tutte queste domande, e non solo, risponde il volume Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni di Jean-Yves Mollier, un viaggio compiuto dalle prime civiltà fino ai giorni nostri alla scoperta dell’oggetto libro, delle antiche e moderne librerie e di tante curiosità legate a questo incredibile mondo.
Scopriamo così che il “libro” ha
accompagnato la nascita delle prime culture. I Sumeri, inventori della
scrittura cuneiforme, hanno lasciato un’ampia eredità: quella degli scribi, che
annotavano i lotti di terreno o i prodotti agricoli, oppure quella dei
precettori, che hanno lasciato dizionari e libri di preghiera. Erano uomini che
scrivevano per altri uomini. Scambiandosi e confrontandosi, hanno creato il
primo nucleo commerciale del libro: un commercio itinerante.
Fu solo con l’avvento dei romani
che il libro e il “luogo del libro” assunsero una forma quasi moderna: le tabernae librarie, come quella di
Pompei, invogliavano il cittadino a entrare e a comprare i lunghi rotoli di
pergamena. Addirittura, il commerciante aveva a disposizione una lavagna per
segnalare gli ultimi arrivi o i “best seller”:
una di quelle tabernae librariae che fanno venire voglia di entrare e comprare libri che il libraio ha attaccato al pilastro davanti al proprio negozio. Per fare conoscere le novità il libraio aveva a disposizione muri imbiancati a calce sui quali, a inchiostro rosso e lettere maiuscole, annunciava la messa in vendita delle opere o una loro riedizione [...] (p. 23)
Tuttavia, le tabernae librarie non resisteranno dopo la caduta dell’Impero
romano, quando la creazione dei manoscritti e la loro consultazione saranno ad
appannaggio di pochi, anzi pochissimi eletti. La loro destinazione così
cambierà nuovamente strada e da un “uso” quasi collettivo diventerà esclusiva
di un’élite sociale, allontanandosi
dalle strade e dalle piazze. Il manoscritto sarà un oggetto su commissione che
resterà, per lungo tempo, relegato in monasteri e biblioteche.
Arriviamo però a tempi moderni,
quando l’invenzione della stampa, nel 1455, rivoluzionerà il mondo del libro
per la sua praticità e velocità nella loro creazione. Non sarà un cambiamento
repentino, dall’oggi al domani, ma un lento e riflessivo processo storico che,
solo dopo decenni, porterà il libro stampato a soppiantare completamente quello
copiato, tanto che per lunghissimo tempo gli uni sono stati accanto agli altri,
senza alcuna distinzione.
Sarà un salto in avanti quanto un
ritorno ai tempi antichi, poiché con la possibilità di avere a disposizione un
maggior numero di libri, il libraio non può più stare fermo nella sua bottega
ma deve spostarsi in provincia e nelle campagne per aumentare il proprio
guadagno, come facevano, appunto, gli antichi.
Sempre più proiettato nella diffusione del libro in provincia e all'estero, il libraio che possiede un magazzino importante non può limitarsi ad aspettare il cliente ed è costretto a imitare il libraio itinerante dell'antichità mettendosi in movimento per smaltire al più presto la mercanzia. (p. 54)
Con la stampa, cambierà
inevitabilmente anche il libraio, che si reinventerà prima tipografo e poi
editore, prima in unica persona, ma quando il commercio dell’oggetto libro
esploderà, le figure si divideranno in unità ben distinte. Ed è così che è nato
il nostro mondo, quello dei libri e delle librerie.
Quello di Mollier è un saggio che
soddisfa la curiosità di ogni lettore, di ogni cultore del libro, di quelle
persone, che non solo amano leggerli, ma tenerli in mano, sfogliarli, annusarli
e che apprezzano, oltre che l’aspetto intellettuale, anche quello materiale di
questo magico oggetto, persino nelle sue forme più moderne e tecnologiche.
Il risultato? Un viaggio storico,
culturale, ma anche antropologico, corredato da tantissime curiosità, come
quella russa di mettere “alcuni fogli di carta stampata nelle culle dei neonati
convinti che, così protetti contro l’avversità e l’ignoranza, beneficeranno di
un’esistenza migliore dei loro genitori” (p. 15). Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni ci
porta a scoprire come il libro sia un amico fedele fin dai tempi antichi e come
continui ad accompagnarci e ispirarci, fornendo la prova di sapersi adattare
benissimo ai tempi che corrono.
Giada Marzocchi
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