Come ogni primo del mese, trovate i nostri consigli di lettura per un nuovo #RileggiamoConVoi. Dal momento che abbiamo ricevuto molte richieste sui social di consigli sulle biografie, per questa puntata abbiamo pensato di immergerci nelle vite degli altri, con opere che ci hanno colpito particolarmente: vi raccontiamo perché e a quali tipi di lettori ci sembrano adatte, ma poi andate a leggere la nostra recensione, così potrete approfondire da vicino i titoli che vi attirano.
E, come sempre... buone letture!
La Redazione
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Cecilia consiglia:
"Io volevo essere eterna" di Anna Marchitelli (Clichy)
Perché: perché quella di Mariuccia Mandelli in arte Krizia è la storia di una pioniera di grande carattere, che ha saputo dimostrare il senso della parola "emancipazione" sia nella sfera privata che in quella lavorativa; perché Anna Marchitelli è riuscita a raccontare una vita che sembra una sceneggiatura e un romanzo di formazione, segnata da sfide, provocazioni, sperimentazioni e innovazioni, e lo ha fatto con uno stile pieno di ritmo e di brio che aderisce perfettamente alla personalità vivace e curiosa della biografata; perché la transitorietà della moda può ben ambire all'eternità dell'arte, specialmente se si costruisce a partire da ottime basi filosofiche (un certo dialogo platonico sulla vanità femminile..) e si desidera creare ogni volta qualcosa di memorabile e duraturo.
A chi: a chi ama Krizia, ovviamente, ma anche a chi, più in generale, ama documentarsi sulla vita degli stilisti e delle case di moda; a chi vuole leggere la biografia di una self made woman e di una business woman che nonostante il plauso della critica e del pubblico non ha mai rinunciato all'indipendenza di pensiero e di condotta e non ha mai venduto l'anima al diavolo del mercato, a costo di pagare a caro prezzo le conseguenze del proprio coraggio e del proprio rifiuto di ogni forma di piaggeria e ipocrisia; a chi subisce il fascino del Made in Italy, perché la vicenda della griffe in questione e della sua artefice ne offrono un esempio da manuale; a chi vuole farsi ispirare da una donna capace a sua volta di trarre ispirazione da ogni cosa e ogni persona, ma soprattutto innamorata delle donne e della loro intrinseca modernità.
Claudia consiglia:
"Una creatura fatta per la gioia" di Maria Grazia Calandrone (Solferino)
Perché: è una biografia poetica e luminosa che racconta Alda Merini, una donna che ha fatto esperienza della gioia attraversando il male e poi mettendo entrambi in versi. Un libro pieno di sguardi e di commossa gratitudine, scritto da una poetessa per una poetessa.
A chi: a chi ama la poesia come arte di raccontare la vita e le sue sfumature e vibrazioni. A chi non smette di leggere i versi di Alda Merini perché vi ritrova il senso della bellezza, dell'amore, dell'esistere.
Debora consiglia:
"Notti insonni" di Elizabeth Hardwick (Blackie)
Perché: Notti insonni è un libro che sfugge a qualsiasi definizione, che ruota attorno a due perni essenziali: ricordo e frammento. A partire da ricordi e riflessioni personali, Elizabeth Hardwick costruisce un memoir narrativo intessendo storie di luoghi e persone, in una New York sporca, notturna, bellissima e crudele.
A chi: ama le forme ibride e nell'evanescenza, nello straniamento, riconosce la vita. Agli inquieti, che cercano la propria dimensione con la valigia sempre pronta. A chi mette in fila ricordi.
Deborah consiglia:
"Sanguina ancora" di Paolo Nori (Mondadori)
Perché: Ci racconta la vita di Dostoevskij attraverso un percorso non lineare, ma fatto di divagazioni, incursioni nella storia della letteratura russa e anche nella biografia dell'autore. Non un racconto oggettivo, ma la storia del modo in cui Dostoevskij ci interpella non solo con le sue opere ma con la sua vita sregolata ed audace; un ritratto a tutto tondo fatto di aneddoti e citazioni, con il brio di una conversazione e, talvolta, l'intimità di una confessione.
A chi: Vuole trovare un motivo per leggere Dostoevskij, avendolo finora quasi temuto come un autore difficile; ma anche a chi già lo ama follemente e vuole comprendere la sua figura in connessione e dialogo con altri mostri sacri della letteratura russa.
Giada consiglia:
"Anna di Kleve. La regina dei segreti" di Alison Weir (Neri Pozza)
Perché: tra le sei mogli di Enrico VIII, Anna di Kleve è quella meno ricordata, ma merita di essere riscoperta. Regina per appena sette mesi, sposò il re inglese nel 1546 ma la loro unione naufragò poco tempo dopo. Agli occhi di Anna, Enrico non era affascinante a causa del suo peso, della gotta e di un’ulcera alla gamba che lo rendeva frequentemente zoppo, dall’altra parte, Anna non riuscì a entrare nel suo cuore. I suoi modi tedeschi differivano moltissimo da quelli inglesi e questo non fu apprezzato dal re. Anna riuscì a salvarsi dal ripudio e dalla decapitazione, com'era accaduto alle precedenti regine (Caterina d’Aragona e Anna Bolena), solo grazie all'apparente approvazione della sua scelta. Alison Weir dipinge un ritratto inedito, raccontato secondo il punto di vista della protagonista e non secondo quello di Enrico. Il risultato è la storia di una donna coraggiosa, rimasta per lungo tempo nell'oblio, che non si arrese di fronte a un destino avverso.
A chi: è appassionato della dinastia Tudor e vuole scoprire qualcosa in più su questa figura, a chi vuole conoscere questa regina "dimenticata" e a chi vuole immergersi nelle atmosfere cinquecentesche inglesi.
Giulia consiglia:
"Elizabeth Jane Howard. Un'innocenza pericolosa" di Artemis Cooper (Fazi)
Perché: si sente ogni tanto parlare di persone che hanno avuto una vita da romanzo, avventurosa e piena di colpi di scena. Elizabeth Jane Howard, autrice della saga dei Cazalet e di molti altri splendidi romanzi che hanno nella cesellatura psicologica dei personaggi il loro vero punto di forza, ha preso le sue esperienze, anche le più intime e dolorose, e le ha riversate nella sua produzione. Artemis Cooper non cede alla tentazione di romanzare la biografia perché non ce n'è alcun bisogno: anche se è un saggio, scorre come un romanzo e non possiamo fare a meno di andare a cercare ogni sfaccettatura della grande romanziera nei personaggi dei suoi romanzi. Viene voglia di averlo sotto mano per andare a confrontare quale sia il divario tra la narrativa e la realtà biografica.
A chi: a chi vuole sapere quanto la biografia della persona influisce sulla produzione letteraria. In tutti i romanzi di Elizabeth Jane Howard c'è molto più di quanto possiamo immaginare del suo vissuto e dei suoi sentimenti personali.
Gloria consiglia:
"La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg" di Sandra Petrignani (Neri Pozza)
Perché: ci sono scrittori che meritano uno sguardo nelle loro vite, perché sono state straordinarie e sconvolgenti. Sandra Petrignani in questo suo saggio riesce a trasportarci nella vita della grande scrittrice Natalia Ginzburg, tratteggiando una biografia vivace, precisa e approfondita, ma anche partecipata. L'autrice si è fatti inserita nella biografia, raccontandoci le sue ricerche, descrivendoci i luoghi che ha visitato, rendendoci, insomma, parte integrante del percorso di studi. Cosa colpisce? Certamente la profonda osmosi tra biografia e pagina scritta.
A chi: certamente questa lettura è indicatissima a tutti i lettori che amano Natalia Ginzburg, ma anche a chi conosce la scrittura di Sandra Petrignani e vuole ritrovarla in queste splendide pagine.
Lucrezia consiglia:
"La signora canta il blues" di Billie Holiday (Feltrinelli) e "Billie Holiday" di José Muñoz e Carlos Sampayo (Sur)
Perché: non c’è nulla di meglio di un’autobiografia o di una biografia illustrata per immergersi completamente nelle sorti di un’icona molto amata, nello specifico di una stella della musica internazionale che ha avuto una vita tutt’altro che semplice. Billie Holiday, Lady Day, la regina del Blues ai suoi albori; una donna che la musica nera l’ha vissuta fin dal profondo delle ossa, del suo mondo interiore. “La signora canta il blues” è il lascito autobiografico, scritto insieme a William Dufty, che Holiday regala ai posteri, con una prosa scandita dal ritmo nostalgico e speranzoso delle sue canzoni e dal suo timbro del tutto peculiare e teneramente cantilenante. Altra faccia dello stesso racconto è rappresentato dalla graphic novel a cura di José Muñoz e Carlos Sampayo, che investigano sulla vita piena di insidie del cuore, traumi, violenze psicologiche e fisiche di Holiday, con un tratto pieno di carattere e un distintivo bianco e nero che detta il tono della narrazione, reale e fittizia.
A chi: a coloro che amano Holiday, la sua musica, la sua voce roca dall’intenzione cristallina, la sua inconfondibile maniera di trasmettere emozione. A chi ha voglia di scoprire qualcosa in più di questa grande artista americana; a chi ama le storie di donne forti e fragili, indebolite dalla negatività del proprio tempo, ma il cui talento è talmente incontrollabile da emergere a prescindere da qualsiasi forma di impedimento. E più semplicemente, a chi ama ascoltare storie che siano vere, dure, senza scrupoli, ma con su uno sfondo di quell’ormai perduto American Dream.
Sabrina consiglia:
"Il cercatore di luce" di Carmine Abate (Mondadori)
Perché: Perché è una biografia "sui generis", l'autore sceglie infatti di raccontare la vita del grande pittore Giovanni Segantini avvolgendo la sua vicenda biografica in un bozzolo narrativo, di fiction letteraria. Il risultato è che Segantini diventa un personaggio del romanzo che vede procedere parallelamente due piani: il piano dell'invenzione romanzesca (il ragazzo Carlo che vive in Trentino e che ascolta la storia di Segantini dalle parole della nonna, il cui marito era stato in vita un caro amico del pittore) e il piano biografico dell'avventura in vita del "pittore della montagna". Un'ardita costruzione che accompagna il lettore pagina dopo pagina legandolo a entrambi i livelli del racconto. Quasi un "bioromanzo", mi si passi il termine.
A chi: sicuramente a chi ama l'arte di Giovanni Segantini, le sue grandi tele che riportano intatto lo spirito delle montagne da lui ritratte e tanto amate, soprattutto quelle dell'Engadina, la terra che lo accolse. A chi almeno una volta si è perso in questi quadri, avvinto dall'amore che ne traspare per la natura, per gli animali, per gli uomini che in essa vivono e lavorano. A chi vuole conoscere la vita di un pittore che seppe interpretare in modo magistrale la voce della montagna.
Samantha consiglia:
"La tigre di Noto" di Simona Lo Iacono (Neri Pozza)
Perché: Racconta la storia vera della fisica Anna Maria Ciccone, nata nel 1891, in un paese della Sicilia, splendida isola ma che non lasciava spazio alle ambizioni delle donne; la Ciccone fu anche l'unica donna del suo corso a Roma e poi, per ragioni legate alla guerra si trasferì alla Normale di Pisa. Partita dalla sua Noto per frequentare l'Università e studiare ciò che era appannaggio esclusivo degli uomini, donna fragile e fortissima, nel ritratto intimo che ne fa la Lo Iacono, riusciamo a intravedere l'eccezionalità del personaggio.
A chi è interessato alla storia di donne spesso dimenticate, a cui la Storia non ha riservato nessun posto in prima fila e che, nonostante tutto, lottano come tigri per vivere con coraggio ogni singola scelta, trasformando ogni ferita in un traguardo.
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