"Si figuri!": Un viaggio nella lingua italiana attraverso le figure retoriche con la guida illustrata di Elisa Puglielli



Si figuri!
di Elisa Puglielli
Edizioni Clichy, gennaio 2022

pp. 104
€ 19,00 (cartaceo)


Da quando ho imparato a parlare, faccio uso della retorica, e non lo sapevo! - Molière
Di certo non è facile accorgersi di come usiamo il linguaggio, di come alcune espressioni ci accompagnino ogni giorno nella creazione della nostra realtà, se ci scappa una litote o una sinestesia qua e là. Le figure retoriche, quelle che abbiamo dovuto imparare per le verifiche di italiano, quelle che hanno dei nomi anche un po’ astrusi e poco semplici da memorizzare, in realtà non sono solo un paragrafo da imparare a memoria e poi chiudere nel cassetto dei ricordi.
Metafora: metaphérō «trasferire», trasferimento di significato tra due termini che hanno tra loro un rapporto di affinità o somiglianza. (p. 18)
Affatto, ogni giorno ci nutriamo del loro inesauribile potere per parlare della nostra quotidianità, quante volte alla domanda “che musica ascolti?”, avrete risposto “ascolto volentieri i Beatles”, o l’artista di vostro gradimento. Qui fate uso di una delle infinite figure retoriche che l’italiano ha a disposizione: la metonimia.
Metonimia: metōnymia «scambio di nome», sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di contiguità. (p. 10)
Ma partendo dal principio, cosa sono le figure retoriche? Come riporta Giorgio Biferali nella prefazione a questo volume:
sono delle forme espressive che riguardano sia il significato che il significante, si intrecciano nel tessuto poetico per renderlo unico, diverso da tutti gli altri. Possiamo distinguere le più importanti in tre categorie: le figure di suono, le figure di posizione e quelle di significato.
Nessuna paura, ad aiutarci a orientarci in questa giungla di espressioni, per lo più derivanti dal greco, corre in nostro aiuto la talentuosa autrice di questa guida, Elisa Puglielli, che con un tocco di rosso, blu, bianco e nero, ci illustra (letteralmente) il significato di quarantaquattro figure retoriche della lingua italiana. Oltre a fornire la spiegazione della figura retorica o del modo di dire in questione, Puglielli accompagna la teoria con delle illustrazioni divertenti e accurate, che raccolgono appieno la natura di tali espressioni. Ed è così che scopriamo che la famosa frase “mangia che ti fa bene”, che ci siamo sentiti ripetere, e ripetere, dalle nostre nonne e dai nostri nonni non è che un anacoluto.
Anacoluto: anakóloūthos «irregolare», indica una frase il cui andamento risulta irregolare, a causa di un cambiamento di soggetto nel corso dell’enunciato. (p. 42)
Dare un nome a quello che ci circonda e in questo caso a quello che pronunciamo ci rende partecipi dell’essenza e della forza della nostra lingua,  della lingua del Bel Paese, usando una perifrasi. Figuriamoci se non possiamo essere orgogliosi di come possiamo dipingere la nostra realtà pronunciando un paio di figure retoriche e condire le nostre conversazioni di questi preziosi artifici linguistici.

Si figuri! è uno di quei manuali da avere nella propria libreria pronto per essere sfogliato al minimo dubbio che ci viene in mente in materia di figure retoriche e per annotare le nostre espressioni e modi di dire preferiti, sì, il volume prevede anche uno spazio per le note personali e la nostra fantasia.


Barbara Nicoletti