Le cose che mi piacciono iniziano tutte con la lettera M. Mare. Mozart. Mandarino. E forse anche Moravia (p. 107).
«ÉLSA, singolare femminile. Voce di origine germanica Con questo termine si indica la traversa metallica posta alla base dell'impugnatura delle spade, che serve a proteggere in parte la mano e a fermare la lama contro il fodero» (...). La bambina solleva lo sguardo, sospira lanciando un debole sorriso alla madre, il dito puntato sulla pagina (...). «Perché hai scelto proprio questo nome?» (...). «Nessuna spada somiglia a un'altra spada. Ricordalo» (p. 13-14).
La storia prende le mosse dall'infanzia nel quartiere romano di Testaccio, dove Elsa e i fratelli vivevano insieme alla madre Irma (una maestra ebrea nelle cui fattezze è impossibile non scorgere in controluce i tratti della protagonista de La Storia) e ad Augusto Morante, marito di Irma che riconoscerà Elsa, anche se quest'ultima era in realtà figlia di un altro uomo, Francesco Lo Monaco, che morirà suicida quando l'autrice sarà ormai adulta.
Nella storia familiare di Morante possiamo rintracciare quelle controverse figure genitoriali che caratterizzeranno i suoi quattro romanzi, e che formeranno il carattere della donna, il vero fulcro della storia: severa ma al contempo generosa, umile nei confronti del proprio lavoro ma sempre pronta a difendere i deboli.
Elsa non conoscerà mai la gioia di diventare madre (anche se un bambino di nome Arturo ricorre costantemente nelle pagine della Bubba), ma avrà diversi amori nel corso della sua vita: quello che l'accompagnerà per vent'anni e non l'abbandonerà fino alla morte sarà quello di suo marito, lo scrittore Alberto Moravia, altra grandissima figura nell'Italia del '900, ma ella avrà anche delle tormentate relazioni con il regista Luchino Visconti e con il giovane pittore americano Bill Morrow, il cui suicidio la turberà profondamente.
Perché l'amore è sempre difficile, più di qualsiasi cosa. Come la pace, più complicata di qualsiasi guerra (p. 236).
Tante saranno inoltre le personalità che Elsa incrocerà nel corso della sua esistenza e con le quali stringerà rapporti di amicizia, tra le quali spiccano i nomi del sacerdote Don Pietro Tacchi Venturi, che proverà ad aiutare sia lei che il marito a fuggire da Roma nel periodo delle rappresaglie naziste durante la seconda guerra mondiale; Natalia Ginzburg, grazie alla quale riuscirà nel 1948 a pubblicare per Einaudi il suo primo romanzo, Menzogna e sortilegio; Pier Paolo Pasolini, grandissimo amico suo e di Moravia.
Angela Bubba ha dunque scritto un libro consigliato non solo a quanti amano lo stile e le storie della Morante, ma anche a coloro che vogliono ripercorrere la scena culturale italiana del secondo dopoguerra attraverso un libro capace di regalare le stesse emozioni di un saggio, ma con la leggerezza e la partecipazione che solo i romanzi sanno offrire.
Ilaria Pocaforza