di Antonia Spaliviero
Sellerio, gennaio 2022
€ 14 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Natalia è tutto quello che l'io narrante vorrebbe essere: intelligentissima, con la risposta pronta, ribelle ed eversiva, imprevedibile, provocatoria con i professori e provocante con i ragazzi. Non è strano che la protagonista, cresciuta in una famiglia ordinaria nella periferia torinese alla fine degli anni Sessanta, provi per quella nuova amica un'ammirazione totalizzante, un sentimento così forte che passa dal desiderio di emulazione all'amore platonico e assoluto. L'invidia, d'altro canto, è dietro l'angolo, ed è difficile capire dove inizia un sentimento e finisce l'altro: Natalia è un modello inarrivabile, lei che ha un ragazzo con cui si bacia fuori da scuola, attirando le attenzioni e le fantasie di tutti. Eppure l'intesa con la protagonista, infinitamente più ingenua, c'è, ed è tanto forte e vivace che per strada i passanti «vedevano soltanto due ragazzine e quello che pensavano era solo che a sedici o diciassette anni, forse, anche loro erano stati felici così, stupidamente» (p. 43).
Tuttavia, crescere significa per la protagonista non vivere solo della luce riflessa di Natalia, ma imparare a guardarsi attorno da sola, aprendosi a un amore del tutto inaspettato per un ragazzo prima mai considerato e coltivando l'amicizia quotidiana, fatta di piccoli indizi di dedizione reciproca, con il suo vicino di casa. Al di là delle nuove e piacevoli scoperte, dei primi brividi e dei desideri ancora acerbi, crescere significa anche scoprire cosa sono la malattia, il tradimento, le bugie e i silenzi. Smarcarsi dal passato per trovare la propria identità nel mondo non è semplice e richiede di mettere in dubbio tutto ciò che prima era dato per assodato, compresi il rapporto di completa sincerità con i propri genitori e l'amicizia con Natalia. Uscendo dalla sua ombra, la protagonista si guarda attorno e quel che vede le piace, mentre le idee politiche sempre più radicali di Natalia diventano motivo di allontanamento. Temporaneo o definitivo?
Sarà il romanzo a raccontarcelo, perché Antonia Spaliviero ha in mente per le sue protagoniste una formazione complessa e non scontata, eppure freschissima. Leggendo questo romanzo, infatti, si è ha l'impressione di un tuffo nel passato attraverso le prime scoperte entusiastiche e le delusioni inevitabili che plasmano il carattere. Certamente queste sono tappe presenti in ogni percorso adolescenziale, ma La compagna Natalia è immerso nel clima del Sessantotto e testimonia una formazione ben collocata nel suo tempo, inscindibile dal contesto storico e socio-culturale.
Molto interessante è poi la storia filologica del testo, dal momento che, come leggiamo nella postfazione di Gabriele Vacis, questo romanzo è stato assemblato dopo la morte dell'autrice nel 2015, a partire dai diari che Antonia Spaliviero ha tenuto dal 1967. L'idea del romanzo era ben radicata in lei, e chi ha preparato il romanzo ha dovuto confrontarsi con gli scritti del 1968, con una riscrittura del 1982 e con un'ulteriore versione del 2015, poco prima della scomparsa dell'autrice. Sorprende positivamente il risultato finale, ovvero un testo equilibrato, che, in effetti, con il suo stile coerente e lineare, ha ben omaggiato questa scrittrice, che merita una scoperta.
GMGhioni
Social Network