Davvero un assassino si aggira per Polignano? Con "Le mogli hanno sempre ragione", Luca Bianchini tinge la sua saga di giallo



Le mogli hanno sempre ragione
di Luca Bianchini
Mondadori, 2022

pp. 240
€ 18,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Tutto è pronto per la festa patronale di san Vito e quasi tutti a Polignano si stanno preparando alla serata chiassosa che sarà chiusa dai fuochi d'artificio. Alcuni di loro, invece, si stanno vestendo a festa, perché Matilde Scagliusi ha deciso di festeggiare il compleanno della nipotina Gaia con un "apericena" sfarzoso al limite del buongusto alla sua masseria: un po' per unirsi ai suoi affetti, certo, ma soprattutto per esibire la sua nuova casa, dove abita con Pasqualino, l'ex tuttofare, che da un po' di tempo si accompagna alla bella signora. Se già avete letto i libri precedenti della saga di Polignano (qui trovate tutti i libri dell'autore recensiti sul sito), non vi meraviglierete di scoprire tra gli invitati anche l'ex marito di Matilde, don Mimì, con la sua nuova compagna, l'amore della sua giovinezza, Ninella, ovvero la madre di Chiara, sposa di Damiano, uno dei figli di don Mimì e Matilde. Vi parrà intricato, se non siete mai entrati nel mondo degli Scagliusi, ma vi basteranno poche pagine di Le mogli hanno sempre ragione per poter diventare un po' più padroni dei tanti personaggi che affollano la Polignano di Luca Bianchini. 

La serata parte in modo perfetto, ma al momento dei fuochi d'artificio, tra chiacchiere e pettegolezzi, con una punta di curiosità di troppo qui e là, finché un improvviso blackout rompe l'idillio di magnificenza. Al ritorno della luce, una scoperta inquietante aspetta gli ospiti e Matilde: la governante di casa, nonché tata di Gaia, Adoración, è stata trovata morta dall'altra cameriera presente in casa per aiutare durante l'evento. Se all'inizio tutti pensano che sia scivolata e abbia picchiato la testa rovinosamente, poi i dubbi si fanno strada e basta poco perché per le vie di Polignano si diffonda la notizia: a casa di Matilde c'è stato un omicidio! 

Così, il maresciallo Clemente, che aveva evitato con qualche sotterfugio di partecipare alla festa, si ritrova suo malgrado alla masseria, ma per delle indagini ben più spinose di quanto si sarebbe aspettato. Dopo una carriera piuttosto tranquilla, ecco che per il maresciallo arriva, come un fulmine a ciel sereno, un omicidio spinoso: i dodici presenti alla festa apparentemente hanno tutti un alibi. Ad aiutarlo c'è la brigadiera Agata De Razza, di origine barese, che sa meno sugli abitanti di Polignano di quanto le servirebbe in un momento simile. Che fare? Seguendo l'impostazione del giallo della camera chiusa, ma uscendo dalla tradizione con la sua ironia, Luca Bianchini disegna per i suoi personaggi un'indagine in piena regola, ma a Polignano fare domande suscita un bel po' di domande di rimando: nessuno è escluso dalla curiosità dei polignanesi, e ci vuole ben poco perché si scopra, ad esempio, che il maresciallo è una buona forchetta o che la brigadiera non è sposata (e fioccano i "mi dispiace!"). 

Tenendo alto il buonumore, garantito da una satira sociale bonaria e sorniona, Luca Bianchini ci accompagna con leggerezza a scoprire nuovi intrighi per i suoi protagonisti di Io che amo solo te. Infatti, durante le indagini salteranno fuori altarini e colpi di scena, tra un buon piatto mangiato in piena notte o un caffè, piacere che non si può negare neanche a chi verrà messo in manette. Anche questa volta, la Polignano di Bianchini porta una gradita leggerezza, disimpegnata il giusto, sotto lo sguardo divertente e divertito dell'autore, che schiaccia l'occhio ai lettori dei gialli classici. 

GMGhioni