Stare con Lei, adesso che l’estate finisce, di sera, e camminare per via Cupa, che bello sarebbe? Intimi, a parlarci. Che avrei tanto da dirle, e mucchio di domande da farle. (p. 47)
Nella bandella di sinistra, appena sotto la trama, leggiamo che il lettore ideale di questo libro è «chi si ricorda tutti i due di picche che ha preso e chi ne ha rifilato almeno uno del quale si è pentito».
Se ci guardiamo indietro, tutti abbiamo
ricevuto dei due di picche. Qualcuno potrebbe anche averne rifilato uno: potrebbe
trattarsi di una di quelle storie in cui un grande ruolo è giocato dall’orgoglio,
dalla paura, o anche dall’incapacità di ammettere che quella persona lì, conosciuta
in un altro momento, chissà, magari…
Ragazza senza prefazione di Luca Tosi racconta proprio una storia di questo tipo. Protagonista è
Marcello, ventisettenne emiliano con un diploma in ragioneria, una laurea in
economia e «un master in Business & Management» (p. 9) che si attarda in quella
fase della vita che precede l’ingresso nel mondo del lavoro – e, in
definitiva, nell’età adulta – così come ci si attarda sul limitare del bagnasciuga
in un tardo pomeriggio di fine agosto, quando il tramonto porta con sé il vento
caldo ma gradevole di un’estate agli sgoccioli.
È un ragazzo malinconico, Marcello, e ancora
più immalinconito da un amore che non è riuscito neanche a sbocciare nonostante
le premesse (e le promesse). Lei – la ragazza che resta anonima e che è sempre
richiamata da un pronome con iniziale maiuscola: “Lei”, appunto – è tutto ciò
che il protagonista di questo racconto lungo desidera e, come nei più classici
archetipi letterari, tutto ciò che il protagonista non riesce a raggiungere.
Tosi, come lo sceneggiatore di un corto cinematografico, riesce a ricostruire
in meno di cento pagine un singolo evento indimenticabile all’interno della vita
altrimenti non molto emozionante di Marcello: i due giorni trascorsi insieme a
Lei per andare a vedere un concerto di musica bulgara a Venezia. Seguiamo il viaggio di due ragazzi che potrebbero star vivendo l’inizio di un
amore – quella storia che, anni dopo, si racconta ai figli su come i loro
genitori si sono conosciuti – da Bologna e su verso il nord del Veneto. Tosi si
concentra sui dettagli, sui piedi nudi appoggiati sul parabrezza, sulle birre
bevute in maniera informale, sulle espressioni facciali, sui capelli e il modo
di camminare attraverso le calli veneziane. Lo fa usando le parole di Marcello, di un
giovane ragazzo innamorato che si rivolge a noi come fosse un nostro caro amico
che ci racconta della cotta più importante della propria vita. E anche, poi,
della più grande delusione.
La storia di Ragazza senza prefazione
è una storia come tante. Potrebbe esserci chiunque al posto di Marcello. Eppure
le parole di Tosi, filtrate attraverso il linguaggio giovanile del
protagonista, la rendono unica e speciale: unica come solo una grande storia d’amore
mai nata può essere; speciale come solo chi ha vissuto quell’attimo di
non amore può raccontarla.
David Valentini
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