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Contenuti, non quotazioni: le "Immagini di una storia" a cura di Angela Madesani, "Fotografia italiana in bianco e nero dalla collezione Rita e Riccardo Marone"

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Immagini di una storia. Fotografia italiana in bianco e nero dalla collezione Rita e Riccardo Marone

a cura di Angela Madesani
disegni di Martina Zena
Nomos Edizioni, 2022

pp. 326
€ 29,90 (cartaceo)

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Che argomento spinoso, quello del collezionismo d’arte. A non andare troppo per il sottile – e dunque sì, restituendo del fenomeno una versione scientemente grossolana epperò non priva di una sua verità – viene in mente una compravendita animata, nel pubblico come nel privato, da poco sentimento estetico e molto tornaconto d’economia e d’immagine, con varianti e sottovarianti in cui l’accumulazione, la speculazione e la prospettiva futura e mitomane di erigere un monumento all’ego dell’acquirente medesimo (e ovviamente dell’artista in questione) giocano una partita a dadi platealmente truccati. Tuttavia, a tagliare più a fino l’aria, qualche fiore tra tutti questi aculei lo si trova: perché c’è (c’è già stato e ancora ci sarà) chi compra senza troppa cura dell’aspetto meramente mercantile, anzi proprio nell’indifferenza dell’investimento e dell’interesse garantito, bensì per il puro piacere di sottrarre a un potenziale oblio una testimonianza di valore e significato se non addirittura di bellezza (parola vuota e parola piena quant’altre mai). Certo: le piazze non sono tutte uguali, e forse non è un caso che il settore della fotografia, rispetto a quelli più classici della pittura e della scultura, goda di malanni meno gravi rispetto a quelli “soldo-riferiti” che a ogni livello gerarchico (con le implicite eccezioni) caratterizzano il sistema dell’arte. Ne è una dimostrazione la collezione di Rita e Riccardo Marone, a cui la casa editrice Nomos ha appena dedicato un catalogo a cura di Angela Madesani: un florilegio di immagini in bianco e nero tratte da un archivio in maggiore, tanto più importante quanto più esempio di un’attitudine alla raccolta animata da una spiccata affinità elettiva con il lavoro fotografico. Inequivocabili e tutt’altro che retoriche, dunque, le parole riportate sul retro di copertina:

«in un tempo in cui sono in molti a studiare la storia dell’arte soltanto attraverso il mercato, guardare quanto raccolto e collezionato da chi non parla di quotazioni, ma di contenuti, è un raro privilegio».

All’interno di Immagini di una storia trova spazio il lavoro di tutti quei fotografi – perlopiù fotogiornalisti, tutti italiani, opportunamente biografati in coda al volume – che con il loro sguardo hanno saputo raccontare il Belpaese nel corso del Novecento, con un focus importante per quanto riguarda il periodo tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta: immagini talvolta così celebri da essere diventate iconiche e rappresentative dello spirito del tempo come Gli italiani si girano (1954) di Mario De Biasi o la Bambina col pallone (1980) di Letizia Battaglia, ma sempre efficacissime nel restituire atmosfere (dalla miseria più assoluta al glamour più patinato), testimoniare accadimenti storici (di rilievo il focus politico, con scioperi e manifestazioni di piazza), ritrarre personaggi del mondo delle arti e dello spettacolo (da Curzio Malaparte a Patty Pravo, da Nanni Loy a Monica Vitti, da Sophia Loren a Marina Abramović e Ulay, da Man Ray a Gina Lollobrigida, da Pier Paolo Pasolini a Diego Armando Maradona); per non parlare, poi, degli scatti di scena sui set di film epocali come Ieri, oggi e domani o Ultimo tango a Parigi. Articolato in otto sezioni che raggruppano i materiali secondo intervalli di tempo – si inizia con il periodo 1900-1939 e si conclude con Il contemporaneoil catalogo limita all’essenziale l’accompagnamento delle parole per lasciare il totale protagonismo alle immagini, comunque sempre precedute da brevi introduzioni all’inizio di ogni capitolo – è qui che si trovano anche le belle illustrazioni di Martina Zena – e corredate da puntuali e dettagliate didascalie (complete di autore, titolo, data e riferimenti tecnici).

Proprio questa rarefazione fa sì che l’intervista di Angela Madesani a Riccardo Marone posta in apertura assuma grande risalto: un dialogo, impreziosito da scatti dello stesso Marone, a cui viene affidato quasi un ruolo prefatorio; pagine che, come tali, potrebbero essere saltate a piè pari per non lasciarsi condizionare e che invece vale la pena di leggere per comprendere sia il senso di ciò che si sta per sfogliare, sia quello della passione che ha reso possibile la collezione e questa sua proposta pubblica (per quanto ancora parziale). Avvocato di professione, a lungo impegnato in politica, collaboratore della pionieristica esperienza che portò gli artisti nella Metropolitana di Napoli, Marone si pronuncia a favore di un rapporto con l’arte inteso come coinvolgimento attivo e migliorativo, mai meramente estetico, spettacolare o affaristico; un’impostazione delusa da un certo decadimento della scena a partire dagli anni Novanta, e che proprio nel settore fotografico, caratterizzato da un mercato più povero, ha continuato a trovare la possibilità di conoscere lavori interessanti, scoprire nuovi talenti, sottrarre dall’oblio visioni e artigianalità degne di nota. Una voce critica, quella del collezionista, che tuttavia non risparmia di suonare note dolenti nei confronti della stessa ipertrofia fotografica attuale, delle manifestazioni fieristiche di settore, di alcune mode e tendenze (come quella delle gigantografie) e della riduzione dello scatto a oggetto d’arredamento.

Per l’impostazione cronologica degli scatti selezionati e proposti in catalogo, per la coesistenza di autori italiani attivi lungo un intero secolo, per il comune denominatore dato dalla proprietà di Rita e Riccardo Marone (e dei figli Lorenzo, Roberto e Andrea, «su cui» come ricorda il pater familias «graverà l’onere di gestire – e non smembrare – questa collezione»), il volume pubblicato da Nomos mantiene la promessa annunciata nel suo titolo, per cui le “immagini”, non banalmente giustapposte ma riordinate secondo un criterio dialogico e dialettico, raccontano la “storia” di un gusto personale ma anche di un Paese e di una tecnica – quella fotografica – sempre in evoluzione rispetto ai mutamenti rapidi e spesso radicali tipici del “secolo breve”. Sfogliare questo libro, alla pari di quello che potrebbe accadere visitando un’ipotetica e relativa mostra, è un ripasso visivo ed emotivo di ciò che è stato e di ciò che è: nei paesaggi, nei contesti, nei volti, nei corpi, nelle attitudini dei soggetti ritratti e, non di meno, degli sguardi dietro l’obiettivo. Una pubblicazione intenzionalmente incompleta, che lascia il lettore e l’osservatore nella curiosità per ciò che ancora non è stato mostrato e che con altrettanta cura e passione è stato acquistato e custodito negli anni, a conferma di un collezionismo virtuoso, scevro dalle rapacità e dagli artigli del mero commercio.


Cecilia Mariani