A occuparsi del caso, arriva la vicequestore Vanina Guarrasi, la protagonista dei polizieschi di Cristina Cassar Scalia. La vicequestore, come sempre divisa tra Catania, che sta imparando a conoscere e ad amare, e la sua Palermo d'origine, dove c'è ancora il suo cuore, si trova davanti a un caso di omicidio molto intricato. Il morto, Vasco Nocera, era un settantenne molto abbiente, che nella vita non ha mai davvero lavorato, ma che si è limitato a far girare gli affari di famiglia e amministrare le varie proprietà. L'uomo, da sempre devoto a sant'Agata, ha seguito tutta la cerimonia, processione compresa, fino al rientro della santa alle sei del mattino. Cosa ci faceva, dunque, su una carrozza dove nessuno, almeno in teoria, aveva il permesso di salire?
Insieme all'immancabile Biagio Patanè, commissario in pensione ancora particolarmente innamorato del suo lavoro, Vanina si trova a interrogare la famiglia e pian piano ad allargare la cerchia di persone che avrebbero potuto avere qualcosa contro Vasco Nocera. Delitto per soldi o delitto passionale? O entrambi? Il dubbio c'è, e soprattutto nel corso delle indagini sono molte le battute d'arresto e i rallentamenti dovuti a possibili indiziati che rimescolano le carte. A distogliere ulteriormente Vanina dal caso - che risolverà comunque in pochi giorni - c'è anche un'altra questione, che la riporta a Palermo, dove c'è Paolo, l'uomo che ama, a cui si è ricongiunta di recente, senza mai dare un nome alla loro relazione.
Saranno quindi parecchi i viaggi in macchina tra Catania e Palermo, con le giuste soste all'autogrill o i gustosi rifornimenti fatti prima di partire, perché Vanina è proprio la protagonista più ghiotta dei polizieschi contemporanei e non c'è niente che la può tenere lontana da una delle prelibatezze che la Sicilia garantisce in quantità (e chi può biasimarla?!). Come sa bene chi ha già letto gli altri casi della vicequestore di Cristina Cassar Scalia, la suspense c'è, ma questi sono soprattutto romanzi d'atmosfera, la cui ambientazione non potrebbe mai essere trapiantata altrove. I modi di dire catanesi, rigidamente e fieramente diversi da quelli palermitani, le prelibatezze locali, il carattere ben riconoscibile di tutti i personaggi, anche di quelli secondari, che si ritrovano volentieri, persino gli ingorghi nel traffico rendono la narrativa di Cassar Scalia originale e soprattutto piacevole, quasi una coccola per qualche ora di una suspense tranquilla, confidando in qualche intuizione della vicequestore e della sua squadra.
GMGhioni
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