È innegabile: per quanto la minaccia del Covid sembri essere un ricordo
lontano (o quasi), non è ancora facile abituarsi alla rinnovata disponibilità
di eventi in presenza, di presentazioni, di incontri, di occasioni di vedersi
dal vivo e fare due chiacchiere riguardo i nostri amati libri. Proprio per
questo, forse, la cena librai del 21 giugno, con cui la casa editrice Il Mulino
ha voluto salutare l’inizio dell’estate parlandoci dei libri del prossimo
autunno-inverno (ottima prospettiva per rinfrescarci un po’, nella morsa del
caldo bolognese!) è stata così ben riuscita: per il sapore di una normalità
ritrovata che ha accompagnato l’ascolto degli autori e degli editor di
saggistica e varia parlarci delle loro pubblicazioni, ma anche la visita al
Museo e Biblioteca della Musica che è seguita, e poi la camminata sotto i
caratteristici portici di Bologna verso il bellissimo giardino all’aperto che
ha ospitato la cena. Librai, giornalisti, lavoratori dell’editoria: tante
professionalità unite dalla stessa passione, e dalla palese gioia di ritrovarsi
tutti insieme in un contesto così piacevole.
Noi di CriticaLetteraria abbiamo colto al volo l’invito, e in
rappresentanza della redazione mi sono recata al Museo e Biblioteca della
Musica, pronta ad ascoltare le anteprime che Il Mulino ha in serbo per il
nostro autunno e inverno, precedute dal bellissimo discorso dell’editore, che
ha sottolineato la dimensione amicale, ristretta, dell’evento, definendola una
“conversazione tra amici”, prima di passare a introdurre le novità. Moltissimi
libri diversi, ma incentrati attorno all’“essere umano”: ai dubbi che lo
attanagliano, come nel caso del libro di Enzo Bianchi sull’aldilà, o ai temi
che lo rendono umano, come la musica nel libro di Alessandro Vanoli o l’amore
in quello di Silvana Greco e Giulio Busi; ma anche lo stile di vita quotidiano
dei popoli che ci hanno preceduti, come quello che racconta Chiara Frugoni nel
suo (purtroppo) ultimo libro, terminato poco prima della sua dipartita.
Ma andiamo con ordine. Il primo dei libri annunciatici, Note che
raccontano la storia di Alessandro Vanoli, ci ha investito con tutta la
verve e la simpatia che caratterizza il suo autore, storico e scrittore già
molto affermato, che in questo libro si pone una domanda solo apparentemente
semplice: come risuonava la musica nel Medioevo? Affrontando la Storia come
fosse un romanzo, il racconto del medioevo prende vita con una dinamicità assolutamente
fuori dalle righe, come quella che solo un accademico rivoltosi alla
divulgazione scientifica può infondere alla sua materia. Così il suono, da materia
fugace che passa e va, diventa una traccia da rincorrere, un ricordo
affascinante, tanto più prezioso proprio perché effimero.
Continuando a parlare di caducità, il libro successivo è forse uno dei più
attesi di questa stagione. Cosa c’è di là è l’interrogazione relativa
alla morte di Enzo Bianchi, personaggio celeberrimo e indimenticabile, non solo
per il celebre aforisma, contenuto nel libro precedente, e che già dimostra
l’attaccamento di Enzo Bianchi al tema della mortalità – “non voglio aggiungere
giorni alla vita ma vita ai giorni”; ma la vita di Enzo Bianchi stessa, al di
là delle sue numerosissime opere, ci insegna la possibilità di infondere la
pratica filosofica e teologica nella quotidianità, oltre qualsiasi tipo di
limitazione imposta dall’alto. Questo, infatti, è un testo che Bianchi
definisce come “non religioso, non dogmatico”, ma meditativo, poetico; un
esempio di filosofia del quotidiano che ci accompagna ad affrontare anche i
temi più ampi, quelli che invece a volte ci sembrano inaffrontabili e che
tendiamo a ignorare, come la morte e l’aldilà. Un libro non luttuoso, ma
un’esaltazione della vita: come tutti i libri di Enzo Bianchi.
Dalla morte alla vita, una coppia di libri che si parlano e si
interpellano, attorno al tema che più di tutti, da secoli, smuove l’arte e la
letteratura: l’amore carnale. Si tratta di Amor profano di Silvana Greco
e Giulio Busi, e l’attesissimo A letto nel Medioevo di Chiara Frugoni.
Se Busi e Greco, coppia anche nella vita, si lanciano nell’argomento dell’amore
rinascimentale tramite un’analisi dettagliatissima delle scene raffigurate
nell’arte di quel periodo, seguendo i cinque gradi dell’amore descritti da Orazio
– guardarsi, parlarsi, toccarsi, baciarsi, e fare l'amore –, Chiara Frugoni
affronta invece il tema nel suo amatissimo e studiatissimo Medioevo arrivandoci
da un punto di partenza più laterale, ma quantomai interessante, nella sua
quotidianità: il letto! Come erano i letti nel medioevo, come venivano
utilizzati e che impatto avevano sulle vite dei nostri antenati? Sono proprio
le vite dei cittadini medioevali, infatti, il centro dell’attenzione
dell’opera, che a partire da un oggetto di uso
comune punta a raccontare con calore le vite medioevali, trasformando il
passato remoto in passato prossimo con brio e giocosità.
Ci sarebbe ancora molto altro da raccontarvi, spaziando per gli argomenti più vasti, dalla lingua italiana alla geografia, dalle biografie di personaggi storici fino alla filosofia e all’antropologia e ai reportage… Ma per ora basta così, ci rileggeremo sicuramente su queste pagine nei prossimi mesi; preferiamo lasciarvi con la curiosità e con un buon sapore in bocca… Allo stesso modo in cui ci siamo salutati alla fine della serata, dopo la buonissima cena all’aperto, felici e soddisfatti, ma pieni di curiosità per i libri che ci aspettano. Che, per fortuna, non finiranno mai!
Marta Olivi
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