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Due parole che aprono mondi: i graphic essay “Queer” e “Gender” di Meg-John Barker e Jules Scheele

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Queer - Una storia per immagini
di Meg-John Barker e Jules Scheele 
2021, Fandango

Traduzione di Bea Gusmano, Marta D'Epifanio, Marta Capesciotti 

pp. 191
€ 18 (cartaceo)

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Gender - Una storia per immagini 
di Meg-John Barker e Jules Scheele 
2021, Fandango

Traduzione di Rita Brancato, Lorenza Entilli, Aurelio Castro 

pp. 185
€ 19 (cartaceo)

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Immaginate se finalmente le due parole che infiammano i dibattiti di talk show e testate giornalistiche, spesso mal utilizzate perché non pienamente comprese nemmeno da chi viene invitato a parlarne, fossero spiegate al grande pubblico; con un tono estremamente chiaro, con una prospettiva diacronica, con una summa delle più importanti opere scritte al riguardo sin dall’inizio del Novecento e… Con delle illustrazioni!

È questo l’arduo compito che si pongono Barker e Scheele, che uniscono la propria expertise accademica a quella grafica per creare dei graphic essay incentrati ciascuno su un tema tanto preciso quanto ampio: Queer, saggio a fumetti uscito per Fandango nel 2021, e ora Gender.

Fandango ci ha già ben abituati a opere grafiche in grado di unire la documentazione accademica alla dimensione visiva, basti pensare alle opere di Liv Strömquist, e in particolare La rosa più rossa si schiude (recensito qui). In questo modo il mezzo del fumetto, mai perdendo la propria autonomia e il proprio linguaggio, assume una nuova anima, e si presta perfettamente a illustrare teorie, concetti, idee così vitali e multiformi che non si fanno contenere dalla parola scritta; lungi dall’essere solamente teorie, sono idee che permeano profondamente il mondo che ci circonda, e come tale lottano per prendere vita anche nella pagina scritta.

Il primo in ordine di pubblicazione, Queer, si caratterizza fin dall’inizio per il suo atteggiamento estremamente aperto e divulgativo, collegando il mondo accademico ed extraaccademico, l’attivismo agli studi di genere; riallacciando un enorme numero di teorie queer a fenomeni e definizioni della nostra attualità, riescono a tenere sempre aperto il contatto dialogico con chi legge, con le sue esperienze e le sue conoscenze pregresse. Configurando il queer come lo smantellamento definitivo di ogni binarismo e la messa in discussione di qualsiasi dicotomia semplicistica riguardo non solo identità di genere e orientamento sessuale, ma anche in generale nello sguardo critico di chi legge, il saggio ripercorre la storia del termine, passando per filosofia, sessuologia, psicanalisi. Identificando qualsiasi tipo di facile opposizione come un continuum, la teoria queer riparte dall’idea di identità mettendo in discussione qualsiasi tipo di fissità, insegnandoci che l’identità non è un’etichetta da appiccicarci addosso, ma è un percorso mai finito e sempre in divenire. È così che va inquadrato anche il finale dell’opera, che ci insegna come applicare le teorie queer alla vita di tutti i giorni e alla comunità di cui facciamo parte; ancora una volta, le teorie queer si dimostrano come estremamente vitali, che popolano la nostra quotidianità e vivono assieme a noi.

Se leggendo il paragrafo precedente vi siete chiesti “Okay, ma cos’è davvero l’identità di genere?”, non temete: Gender, il secondo libro, è pronto a rispondere ai vostri interrogativi. Sempre configurando l’identità come qualcosa di estremamente mobile, il libro parte descrivendo l’idea di genere come un costrutto biopsicosociale, che dunque parte già come qualcosa di estremamente complesso, frutto della combinazione di fattori biologici, psicologici, e sociali. Ripercorrendo ancora una volta le teorie più influenti sull’argomento, il saggio poi si dirige verso un’analisi puntuale della mascolinità, della femminilità e dell’identità non binaria, tra rivendicazioni, movimenti di protesta, ma anche inquadramenti molto acuti degli stereotipi e dei rapporti di potere che intercorrono tra i vari posizionamenti. In questo modo l’identità di genere emerge come qualcosa che ci costituisce a prescindere dalla nostra consapevolezza di essa, e che forse, in seguito alla lettura di questo saggio, vedremo in modo un po’ più lucido.

Le due opere di Meg-John Barker e Jules Scheele dunque si rivelano come due lavori fondamentali per il grande pubblico, che utilizzano il mezzo visivo in modo magistrale, infondendo vita a teorie già vivissime, che agiscono pervasivamente nel mondo in cui viviamo, nonostante troppo spesso scegliamo di non vederle. Una lettura fondamentale, per capire qualcosa di più del mondo e di noi stessi.

Marta Olivi