E adesso cosa faccio? Me lo sono chiesta più di una volta, guardando con un certo sgomento la mia lista dei libri desiderati che si allungava a dismisura durante la lettura di Donna con libro. Sarà che ho sempre amato Bianca Pitzorno, fin da piccolissima, quando con i suoi libri per bambini e per adolescenti mi ha mostrato come la fantasia sappia percorrere le strade più disparate. Sarà che i consigli di lettura che arrivano dagli scrittori hanno particolare presa su di me. Sarà che le argomentazioni sono sì a tratti soggettive, ma sempre vivaci, così, anche quando un'opera viene consigliata velocemente, se non conosco il titolo vado subito a documentarmi. E spesso, inutile specificarlo, quel titolo finisce in wishlist.
Lettrice inesausta e piena di interessi fin dai suoi sette anni, Bianca Pitzorno non ha mai smesso di vivere con accanto piccole e grandi storie altrui, divorandole «voracemente e disordinatamente» (p. 72), con entusiasmo: ha percorso i grandi classici della letteratura internazionale, trovato libri per ragazzi, letto avidamente enciclopedie e dizionari, esplorato opere in lingua originale, sempre con la smisurata gioia di misurarsi con le parole degli altri. E alla lettura è spesso seguita la rilettura: parziale o totale, a distanza di tempo o immediata, Bianca Pitzorno confessa in più punti del suo testo che alcuni giudizi sono stati riconfermati o, in altri casi, l'interesse si è proiettato su altri aspetti del libro o su altri personaggi. Il libro cambia a seconda dello sguardo che gli dedichiamo.
Se gli episodi che si congiungono all'infanzia e all'adolescenza hanno in sé quel po' di epico, memorabile e biricchinesco che ammanta i racconti di quelle particolari fasi della vita e hanno un fascino tutto loro, anche da adulti avvengono incontri stravaganti con libri che segnano la biografia di Bianca lettrice (e, chissà, forse anche di Bianca narratrice). Immaginiamo senza fatica una piccola Bianca Pitzorno che mette da parte le mance ricevute per le feste pur di riuscire a comprarsi un nuovo libretto della BUR, spesso quasi a scatola chiusa, fidandosi della bontà della collana, o crearsi nuove amicizie in nome della lettura:
Qualche volta penso che se per naufragio o prigionia dovessi essere privata degli altri libri, chiederei che mi venisse lasciata tutta la BUR, perché quella collana contiene davvero se non l'intera letteratura universale, perlomeno il meglio di questa in dose abbondantissima. (p. 117)
E qui sfilano grandi nomi: dal successo di Salgari, che entra prepotentemente nei giochi e nell'immaginazione di Bianca e dei suoi coetanei, così come l'Iliade con i suoi personaggi, fino a grandi poesie imparate a memoria senza alcuna fatica, talvolta senza capirne fino in fondo il senso. La scuola, va detto, non sempre alimenta la passione di Bianca Pitzorno per la lettura e, anzi, ostacola il suo eclettismo, o almeno ci prova. Fortunatamente, questa lettrice resta aperta alla scoperta allora, come lo sarà in seguito.
Ed è proprio in questo esercizio delle proprie capacità critiche e nel ribadire il proprio diritto di scegliere che Bianca Pitzorno accosta la lettura alla libertà. Così scopriamo che con il Manzoni narratore non c'è mai stato reale innamoramento, al contrario di quanto è avvenuto con Nievo, amatissimo con le sue Confessioni di un italiano. Twain, di cui l'autrice ha letto tutta l'opera nel corso della sua vita, le fa scoprire «come l'umorismo può essere una delle critiche più efficaci della società e delle ipocrite menzogne dei potenti» (p. 64). La storia recente, come il dramma dei campi di concentramento, raggiunge Bianca e la sconvolge. Le storie d'amore del passato la affascinano e la portano a parteggiare per l'uno o per l'altra, spesso chiedendole una totale immersione nel testo. Da Morante a King, da Calvino a Christie, da Yehoshua a Ishiguro, in questo libro facciamo il giro del mondo più volte, così come attraversiamo più secoli. In Bianca Pitzorno c'è la consapevolezza che quel che sta leggendo non esaurirà di certo ciò che c'è ancora da leggere, e così tra classici internazionali, bestseller, letture di nicchia e letteratura moderna incontriamo autori di diversa provenienza e formazione. A Bianca Pitzorno resta, semmai, un po' di dispiacere per aver letto quasi sempre opere in traduzione, avendo quindi perso qualcosa dell'originale:
Un romanzo non è solo la storia, la trama, l'ambiente, i personaggi, le riflessioni, ma le parole usati per raccontarceli. La loro musica, il ritmo con cui sono concatenate, persino la punteggiatura. (p. 161)
Benché siamo davanti a un saggio, questo Donna con libro non rinuncia mai a tessere narrative che rendono vivace la scrittura. Ma al di là dello stile, che testimonia l'adozione consapevole di una grande trasparenza sintattica (sempre presente nelle opere di Bianca Pitzorno), in queste pagine c'è l'entusiasmo di chi ripercorre la sua vita attraverso i libri, perché vita e letteratura sono intrecciate indissolubilmente e un po' mi auguro di seguire l'esempio di Bianca Pitzorno, mantenendo la libertà di alternare generi, stili, lingue e periodi storici e, perché no?!, concedendomi di tanto in tanto il lusso di una rilettura.
GMGhioni