La reinterpretazione del testo d'amore più celebre di tutti i tempi: Milo Manara illustra "Kamasutra" per Feltrinelli

 



Kamasutra
di Milo Manara
Feltrinelli Editore, settembre 2022

pp. 80 
€ 26 (cartaceo)
€ 3,99 (e-book)

Chi sia Milo Manara credo sia superfluo dirlo. Per gli appassionati, la sua figura e il suo lavoro oramai cadono a pieno diritto nella leggenda, facendone uno degli artisti italiani più famosi e amati di sempre. E ciò che fa di lui una leggenda è la capacità di attirare non solo i fedelissimi, ma anche quelle persone che non leggono fumetti o che non si interessano, per gusto personale, a questo mondo. Lo dico da fan: che sia per sentito dire, per un incontro fugace o per articoli a lui dedicati, tutti (o quasi) sanno chi è e cosa fa Milo Manara.
Il volume "Kamasutra" esce pochi giorni fa, il 6 settembre, pubblicato da Feltrinelli per la collana Feltrinelli Comics ed è una reinterpretazione di un precedente "Kamasutra" creato da Manara alla fine degli anni '90, corredato addirittura da un CD-ROM divulgato dalla rivista "Panorama" (del gruppo Mondadori che pubblicò quella prima edizione) sulla cui copertina c'era scritto: "Milo Manara. Il gioco del Kamasutra. Un viaggio nell'eros con il più spregiudicato disegnatore italiano!".

Lo ricordo così bene perché mi fu sequestrato prima che potessi effettivamente capire cosa fosse. Scopro però, nella postfazione di Boris Battaglia, che nel cd il gioco vedeva due ragazze, le stesse protagoniste del fumetto, affrontare diverse prove di "coraggio", chiaramente di carattere erotico, tese al congiungimento carnale di una delle due con Shiva, un musicista divino. Il giocatore va avanti scegliendo varie combinazioni e, man mano che le azzecca tutte, la storia procede.
Quelle stesse sequenze del gioco le ritroviamo illustrate nelle pagine di "Kamasutra", volutamente tinte con una tonalità seppia per sottolineare questo precedente e per dislocare le due linee d'azione.
Le due protagoniste, Parva (praticamente una sosia della famosissima Miele, apparsa per la prima volta nell'86 in "Il profumo dell'invisibile") e Lulù, vengono rappresentate nel classico stile manariano (non sono sicura che questo termine esista, ma per questa volta facciamo finta di sì): alte, magre, capelli ricci, seni piccoli e labbra carnose. Si potrebbe dire che sia la sua firma, con buona pace dei detrattori di Manara che lo tacciano di rappresentare la donna in modo irrealistico.
La trama inizia con l'apertura di un misterioso pacchetto e continua tra rapimenti, fughe e diverse avventure, per poi confluire nelle prove erotiche che Lulù dovrà affrontare per salvare Parva e permetterle di unirsi a Shiva. Ovviamente tutto è condito con scene esplicite di sesso e di nudità.
Una precisazione però, evidenziata anche nella postfazione: è un comune errore pensare che il Kama Sutra, riferendoci all'antico testo di Mallanaga Vatsyayana, sia unicamente un testo goliardico composto da un gruppo di posizioni da utilizzare durante i rapporti sessuali. Nella realtà, e nelle intenzioni del filosofo indiano, è un testo che parla soprattutto d'amore e d'armonia.

La notorietà di cui l'opera [...] gode presso noi occidentali deriva da un'errata interpretazione del suo effettivo contenuto, dal quale sono state estrapolate certe descrizioni di pratiche erotiche di estrema chiarezza. Le pessime traduzioni dell'originale sanscrito [...] hanno poi contribuito al fraintendimento del senso reale di questo testo, divenuto ben presto nel nostro immaginario ciò che non è: una sorta di manuale pratico a scopi lussuriosi. (Postfazione di Boris Battaglia)

L'autore Vatsyayana voleva invece combattere tanto l'ascetismo che l'animalità, proponendo un approccio culturale al sesso per creare, sostanzialmente, persone felici (Prefazione di Sandrone Dazieri) 

Milo Manara coglie con intelligenza il malinteso e restituisce al testo originale, attraverso i suoi disegni e la sua straordinaria capacità di rendere la sensualità senza mai cadere nella sboccataggine, quel sottile intento di comunicare l'amore attraverso l'unione carnale e tantrica. Grazie a humour, libertinaggio e consapevolezza, qualità che sempre hanno caratterizzato i suoi personaggi femminili, smettiamo di scandalizzarci e apprezziamo qualcosa che rientra a pieno diritto nell'arte. 

Era scandaloso che Manara non avesse remore e che i suoi personaggi fossero privi di senso di colpa. Rilette a distanza di anni, le sue opere mi rivelano oggi la loro natura più trasgressiva, espressa proprio nella purezza dei personaggi, che rimangono angelici anche durante amplessi monumentali. Le donne di Manara nascono sicuramente dal desiderio dell'autore [...] di una società aperta e libera, non di una donna oggetto e sottomessa. (Prefazione di Sandrone Dazieri)

Un'ultima riflessione poi mi sento di farla: pubblicando delle piccole anteprime del volume su Instagram, con l'intenzione di stuzzicare un po' di curiosità e dibattito, mi sono sorpresa nel constatare due cose: la prima (e devo ammettere che questa non è stata una mia scoperta, ma il risultato del dialogo con un amico, anch'egli fan di Manara) che lo scandalo maggiore non risiede nella lettura di un testo erotico, ma nel fatto che questo stesso testo erotico sia letto da una donna. Ci sembra ancora incredibile che una persona di sesso femminile possa apprezzare e addirittura elogiare un libro come "Kamasutra", sottolineando così le parole di Dazieri, ovvero di quanto sia tragicomico pensare ancora alla donna come oggetto e non come parte attiva nell'atto e nelle scelte. E la seconda: le risposte più argomentate e l'interesse più genuinamente curioso sono venuti da parte proprio delle donne. Sorvolo chiaramente sui commenti da primate ominide di certe persone, a cui questo testo forse non potrebbe fare che bene.

Dunque un volume eccezionale, e importante, che conferma ancora una volta quanto ci sia bisogno di artisti come Milo Manara, e quanto ci faccia piacere perderci nel suo tratto elegante, spiritoso e familiare.

Deborah D'Addetta