Dalla terra allo spazio: viaggio volante sfogliabile
testi di Gianumberto Accinelli
illustrazioni di Giulia Zaffaroni
Nomos Edizioni, 2022
€ 22,90 (cartaceo)
Con Giù nel blu e Nuvolario ci hanno fatto immergere fino alla Fossa delle Marianne e galleggiare leggeri, anzi leggerissimi, fino alla troposfera alta: in compagnia del professor Gianumberto Accinelli e Giulia Zaffaroni siamo scesi negli abissi più profondi, freddi e bui, e poi, con Sarah Zambello e Susy Zanella, siamo risaliti, soprattutto con lo sguardo, per ammirare i movimenti delle masse d’aria e d’umidità che sono all’origine del bianco più impalpabile e inafferrabile che da sempre attraversa i cieli e affascina gli esseri umani. In viaggi così ambiziosi verso il basso e verso l’alto non ci siamo persi mai, forti di quattro guide esperte che ci avrebbero spiegato tutto, specialmente gli esempi e i fenomeni più complessi, con parole semplici, rimandi concreti, riferimenti artistici e letterari e immagini incantevoli. Quello che non sapevamo era che non sarebbe mica finita lì, e che quei mondi e quegli elementi naturali sarebbero stati i protagonisti di altri due bellissimi volumi pubblicati ancora una volta dalla casa editrice Nomos; un’accoppiata che anche nei titoli – Su nel blu e Ondario – lascia intuire la continuità di argomento e di impostazione, e che non deluderà affatto chi ha già avuto occasione di sfogliare gli immediati precedenti.
Partiamo dal lavoro di Accinelli e Zaffaroni: se una peculiarità di Giù nel blu consisteva nella sua rilegatura nel lato alto, pensata per suggerire, pagina dopo pagina, il senso anche fisico di una discesa progressiva verso il fondo, anche il nuovo lavoro dedicato all’esplorazione dell’atmosfera presenta la medesima particolarità nel lato basso, a suggerire un movimento opposto: se lì ci si inabissava, qui ci si eleverà, con ogni dote naturale e mezzo artificiale possibile e immaginabile e con l’aiuto di comode tacche a indicare i metri e i chilometri percorsi. A questo proposito gli autori corredano l’indice di un’avvertenza preliminare: «gli strati in cui viene divisa l’atmosfera non hanno confini stabiliti con esattezza, sono mutevoli e gli scienziati li stanno tuttora studiando: abbiamo dunque adottato una fra le possibili suddivisioni proposte dagli studiosi». La stessa salita, tra l’altro, comincia molto più in basso rispetto a ciò che si potrebbe erroneamente supporre, e il primo punto di riferimento per orientarci nell’ascesa ha poco in comune con il più prevedibile immaginario legato all’alto dei cieli: chi, difatti, e per giunta in esordio, crederebbe di incontrare proprio una formica? Eppure è così, e anzi nel coprire la distanza che porterà al raggiungimento della sonda spaziale Voyager 1 le sorprese saranno frequentissime: quasi fossero i piani di un edificio smisurato resi accessibili da un ascensore fatto di carta, troposfera, aria libera, libera atmosfera, stratosfera, mesosfera, termosfera, esosfera e universo dimostreranno di essere animati e frequentati in modo spesso e volentieri imprevedibile, a conferma di quanto affascinante mistero caratterizzi tutti i livelli dove l’uomo non può né vivere né sopravvivere ma solo tentare di esplorare e conoscere. Questo viaggio volante si rivela dunque tanto più coinvolgente quanto più spiegato attraverso parole e immagini transitive, con un risultato finale che mette insieme il meglio della divulgazione scientifica per un pubblico giovane, quello più perseguitato e conteso tra stimoli audiovisivi, multimediali e virtuali: l’invito a volare, che qui non fa ricorso a nessuno stratagemma della realtà aumentata e in 3D, si esprime attraverso l’appello alle più potenti ali della fantasia, e promette di raggiungere altezze incredibili dove gli atleti saltano, le cicogne si posano, gli alberi si allungano, i pesci piovono come una manna, i paracadutisti si tuffano, i ragni tessono ragnatele, i turisti si godono il panorama, i meteoriti vanno di corsa, le onde radio si propagano e gli astronauti passeggiano .
Sarah Zambello e Susy Zanella compiono invece, da parte loro, una seconda “missione impossibile”: perché se già classificare le nuvole poteva sembrare un’impresa al limite della follia – e insieme hanno spiegato e raccontato come lo stato degli studi e la sua tradizione fossero invece di lungo e rigoroso corso – anche occuparsi delle onde farebbe subito pensare a certe derive donchisciottesche destinate con ogni evidenza al naufragio. Niente di più sbagliato, come del resto lascia già intuire la consulenza scientifica del Centro del Mare dell’Università di Genova (nella persona del professor Giovanni Besio): sensibili al fascino delle acque ferme e di quelle mosse, nonché chiamati dalle stesse esigenze professionali a comprendere le cause e gli effetti di fenomeni di importanza vitale, i meteorologi e i navigatori hanno dedicato addirittura intere esistenze allo studio del dinamismo marino, tramandando le conoscenze raggiunte a vantaggio dei posteri (dai più alti graduati in divisa ai più scanzonati noleggiatori di pedalò). Con una prosa trasparente come l’acqua di certi premiati lidi, suddivisa in porzioni di testo mai troppo lunghe e disseminate tra le pagine illustrate quasi fossero sempre dei messaggi in bottiglia affidati all’andamento dei flutti, ecco che Ondario spiega con la stessa cura il grandissimo e il piccolissimo: come nasce il più vasto degli oceani, tanto per cominciare, ma anche come sia possibile che tra le tante tipologie di onda ve ne sia una a cui è stato dato il nome di “confusa”. Teorie del movimento, correnti, maree, scala di Douglas (dal nome del suo inventore, il vice ammiraglio Henry Percy, divenuto comandante del servizio meteorologico navale della Royal Navy), misura delle onde e ancora altre occorrenze specifiche (fenomeni di attenuazione, rifrazione e riflessione; shoaling; frangimento) sono raccontati sullo sfondo di una palette cromatica che invita a nuotarci dentro o a tenersi a riva, a pescare o a surfare, con scene e istantanee di cui pare quasi di sentire il rumore, dal più cullante sciabordio della risacca al più fragoroso schianto dei “cavalloni” sugli scogli.
Giù nel blu, Nuvolario, Su nel blu e Ondario sono a tutti gli effetti quattro libri “amici”, che si richiamano e si cercano a vicenda assecondando le affinità elettive e affezionandosi alle reciproche diversità, in una complementarità virtuosa fatta di rimandi simmetrici e speculari ma anche di contrapposizioni radicali: considerati in gruppo somigliano a un poker perfetto, in cui ogni carta, pur con il suo valore autonomo, si avvalora ulteriormente in compagnia delle altre. Come sempre accade in questi casi, il desiderio di non limitarsi a un solo volume ma di averli tutti nella propria libreria è anche un effetto dalla coerenza armonica dell’insieme, data dai rispettivi e ricorrenti sodalizi tra colonna testuale e colonna visiva e dalla conseguente cura dei formati. Ancora una volta non si può non lodare l’efficacia di pubblicazioni pensate per un pubblico giovane e che nulla concedono a banalizzazioni e facilonerie: che sia nei cieli o nei mari, tra le nuvole o le onde, Nomos ci invita a compiere viaggi a cui si partecipa come dal vero, con tutti i sensi accesi e con la viva curiosità per quelle che saranno le prossime mete.
Cecilia Mariani
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