Domani
interrogo
di Gaja Cenciarelli
Marsilio,
2022
pp. 240
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99
(ebook)
Ci sono tempi, colori, spai, posture, tatuaggi, musica, abbigliamenti diversi solo in apparenza, in una classe. Sono i tratti distintivi di una storia, di una casa, di una famiglia, di una comunità d’appartenenza. Spesso, purtroppo, anche di un futuro inevitabile. Una classe è materia d’esame, bisogna individuare in fretta i collegamenti interni e quelli esterni, fare l’analisi del testo, cercare la coerenza, le similitudini, le dissonanze. (p. 25)
Se non tutti, molti di noi sono stati studenti delle superiori. Più di uno sarà anche stato studente di un liceo di periferia, il che è senza dubbio un valore aggiunto per avvicinarsi a un testo solo a prima vista semplice come Domani interrogo di Gaja Cenciarelli, che di professione è scrittrice e traduttrice ma anche – e soprattutto – docente di inglese in un liceo di Roma. Mi soffermo su quell’“anche” e su quel “soprattutto”, perché le vicende narrate in questo romanzo contengono senza dubbio anche – e soprattutto – momenti autobiografici. Lo possiamo intuire dalla dedica iniziale («Alle mie ragazze e ai miei ragazzi») e da alcune parole nei ringraziamenti. Lo possiamo intuire da certi passaggi fondamentali lungo la narrazione, che trasudano un realismo così terragno da rendere difficile immaginare che non siano mai avvenuti. E dunque essere stati studenti di un liceo di periferia – come è capitato a chi scrive questo pezzo – è un valore aggiunto per comprendere le dinamiche esposte in Domani interrogo.
Se infatti il mondo liceale è già di per sé
un complesso universo di emozioni e sentimenti, un crogiolo di anime in cerca
di una bussola morale, un coacervo di individui a metà di un ponte che dalla
fanciullezza conduce all’età adulta, a tutto questo bisogna aggiungere le
difficoltà che emergono dall’abitare la periferia di una città, e nello
specifico dall’abitare la periferia di una città come Roma – un luogo enorme,
tentacolare, la cui identità si definisce spesso per contrasto e per difetto,
ossia attraverso ciò che quel luogo non è e attraverso ciò che quel luogo non
ha: molto spesso la periferia romana non è luogo di accoglienza e non ha gli
agi e i servizi delle zone centrali. Si cresce a stento e si lotta – in alcuni
quartieri più che in altri – per diventare cittadini responsabili.
I ragazzi della quinta del liceo di Rebibbia raccontato da Cenciarelli sono quasi
tutti problematici e vivono al confine fra ciò che è ritenuto normale per la
loro età e ciò che non lo è. Per la professoressa d’inglese – che non viene mai
nominata: lei è il suo ruolo di Professoressa, ma è anche e soprattutto
il suo compito da pressore’, come viene chiamata dagli alunni, in una
tensione costante fra ciò che dovrebbe essere e ciò che è –, che viene da un
quartiere più nobile come Garbatella, non è normale che ragazzi appena
maggiorenni abbiano il cervello disastrato dalle droghe, o siano a loro volta
latori di sostanze lungo le strade in cui sono cresciuti, meri galoppini di una
malavita locale che fa capo a ben altri ordini, a ben altre realtà innominate. Fra
le eminenze grigie degli altri docenti, emerge la figura della Professoressa,
il cui tentativo di approcciarsi a quell’umanità così variegata è destinato alla sconfitta perché un docente è il nemico naturale di uno studente.
Fra i due esiste una membrana che li rende incomunicabili e inavvicinabili. Domani
interrogo è la storia di questa sconfitta, il tentativo – e il successo? –
di distruggere quella membrana e far emergere l’umanità che spesso è assente
fra i corridoi delle scuole.
Gaja Cenciarelli racconta tutto questo con
un linguaggio colloquiale e semplice. Entra ed esce continuamente dai pensieri
della sua pressore’, e può farlo perché la prospettiva non è quella dell’essere
umano, bensì della scuola intera. La scuola sa tutto, la scuola ha visto e vede tutto. L'anno scolastico narrato, che va da novembre a giugno, è solo una parentesi per la scuola,
al cui interno si agita una miriade di creature. La scuola – fatalisticamente
– conosce il presente di questa storia e anche il futuro dei singoli ragazzi. Sa
cosa capiterà loro una volta usciti dalle sue interiora. Destini magnifici si
affiancano ad altri terribili. Per la scuola sono solo attimi all’interno di un
flusso temporale indefinito. Per la pressore’, invece, sono tutto. Per Gaja
Cenciarelli sono forse un passato da ricordare con affetto. Quanto sia
inventato e quanto reale non sta a noi stabilirlo. Il calore che le sue pagine
trasmettono, però, resta vivido anche voltata l’ultima pagina.
David Valentini