di Hanif Kureishi
Bompiani, 2022
Traduzione di Ivan Cotroneo
pp. 224
€ 13 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
La complessità delle relazioni, specialmente di quelle extraconiugali; la difficoltà di fare i conti con il passato, un passato che resta, e non solo nella memoria; nuovi equilibri da trovare, anche quando si pensa di avere per le mani il vero amore; figli che non smettono di esistere dopo i divorzi; nostalgie persistenti, nonostante la felicità di un desiderio realizzato. Questi e altri sono i temi che si intrecciano, dialogando tra loro, nei racconti di Mezzanotte tutto il giorno di Hanif Kureishi. Lo scrittore londinese si è distinto per i suoi racconti parecchi anni fa, ma non smette di certo di affascinare (tant'è che ho in wishlist la nuova raccolta di racconti uscita quest'anno per Bompiani).
In questi dieci racconti si indagano soprattutto le relazioni, scivolando dentro a storie diverse, sì, ma con alcuni punti in comune. Per cominciare, nella maggior parte dei casi, almeno uno dei protagonisti ha tradito per un periodo il coniuge.
Questa dimensione clandestina dell'amore non è declinata con leggerezza, tant'è che il passato è un filtro con cui si guarda il presente, o talvolta è un pesante mattone che non smette di gravare sulla vita dei personaggi, anche ora che sono in una nuova relazione (come in Quattro sedie blu, racconto pieno di significati simbolici). Talvolta, il passato è la fondamentale pietra di paragone che serve per capire che l'amore vero è arrivato:
Adesso aveva questo amore e sapeva che era amore grazie allo squallore che lo aveva preceduto, squallore che gli aveva impedito di vedere ciò che era possibile. (tratto da Ragazza, p. 97)
In altri casi, la nuova scelta di vita condiziona pesantemente il presente: nel racconto che dà il titolo all'opera, entrambi i personaggi pagano (metaforicamente e non) la scelta di andarsene di casa. Ricominciare con pochi vestiti, quasi senza soldi, in una nuova città, senza un lavoro fisso e con un figlio in arrivo è lontano dall'idea idilliaca e spensierata di nuovo amore. In pratica, Kureishi non si accontenta di raccontare l'innamoramento, con la sua estasi e l'impressione di onnipotenza; si concentra piuttosto su cosa avviene dopo, quando la quotidianità e i problemi di ogni giorno tornano a prendersi il loro spazio:
Doveva lasciarlo? Innamorarsi era semplice; bastava solo lasciarsi andare. Tollerare un'altra persona, invece, e sostenere il peso dell'amore era un lavoro, maledettamente duro. Era attraversata di continuo da ondate di sentimento e di paura. (ibidem, pp. 92,93)
Il matrimonio dell'amante può talvolta generare gelosia senza limiti, come nel primo racconto (il più lungo della raccolta, di oltre quaranta pagine), Estranei quando ci incontriamo (non è bellissimo questo titolo?), in cui l'amante si trova a pernottare nella stanza contigua a quella della donna che ama e a suo marito. Da qui potete solo immaginare le situazioni al limite del grottesco e le provocazioni che verranno a crearsi, tra fine erotismo e paura di essere scoperti.
Viceversa, è legittimo incontrare l'amante della moglie? Ce lo chiediamo in Un incontro, finalmente, ma non abbiamo tanto tempo per soffermarci su cosa faremmo al posto dei personaggi, perché un serrato dialogo (a tratti assurdamente civile) porta i due a conoscersi meglio, verso un esito impensabile.
E anche i rapporti tra due ex coniugi sono scandagliati con precisione chirurgica, cogliendo la rabbia repressa, pronta a scoppiare in accessi di ira decisamente pericolosi, specialmente se davanti a un figlio (lo leggiamo ne L'ombrello). Il tema torna da un altro punto di vista, quello della nuova compagna, che fatica a fare i conti con la ex storica. Accade in È stato allora, in cui Lolly sente la minaccia costante di Natasha, la ex moglie di Nick, al punto da suscitare in lui una certa paura («Tutta la mattina si era chiesto se Natasha avrebbe cercato di ucciderlo», p. 61). Il nuovo incontro con Natasha scatena in Nick varie emozioni, tutt'altro che scontate, mentre lei sembra avere chiaro l'obiettivo dell'incontro: recriminare all'ex marito il fatto che lui l'abbia inserita impunemente nel suo romanzo, sotto forma di personaggio.
“La letteratura non fa sconti. Non è una guida; devi avere imparato che l'immaginazione solleva delle cose e le porta in un altro posto, e le altera mentre vola. L'idea originale è solo una scusa”.Lei fece finta di tossire. “Il tappeto magico della tua immaginazione non volava tanto lontano, tesoro. Perché hai preso pezzi di me e li hai messi in un libro? Nick, sei stato atroce con me”. (p. 69)
Questo è solo una delle tante tessere di metaletteratura che si infilano nei racconti: spesso, infatti, uno dei personaggi scrive, è pervaso dalla passione febbrile per quell'attività, non può non dedicarle tempo, spazio e anche contenuti. E la realtà, inutile dirlo, si infila tra le pagine, e non sempre lo fa cautamente; anzi, la scrittura è uno «sport da contatto» (p. 108) e può richiedere una «spietatezza ammirevole» nel succhiare vite e trasferirle su carta, come nel racconto Succhiare noccioli. In generale, quanto è violabile la dimensione dei segreti di una coppia per trarne un'opera letteraria? E in tralice, rompendo la quarta parete, potremmo chiederci: quanto "sport da contatto" ha praticato Kureishi, con questi racconti?
Impietoso, imprevedibile osservatore delle relazioni di coppia, divertito e divertente nell'exploit quasi gogoliano Il pene, Hanif Kureishi con Mezzanotte tutto il giorno prende le nostre certezze e ci propone di rimetterle in gioco. Con le vite degli altri, sia chiaro, in cui però riecheggia qualcosa di noi. Impossibile esimersi dal riflettere sulle nostre relazioni, andando ben oltre la pagina scritta.
GMGhioni
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