Misteriosi, indipendenti, ribelli: i gatti accompagnano la vita dell'uomo dalla notte dei tempi, e se è vero che sono molto amati da tantissime persone, è altrettanto nota la loro eterna e presunta rivalità con un altro animale domestico, il cane.
Il mondo, infatti, generalmente, si divide in due grandi gruppi: chi ama i felini e chi preferisce "il miglior amico dell'uomo". La letteratura ci offre tantissimi riferimenti di questo tipo e in particolare per i primi ha offerto una vasta gamma di animali umanizzati, protagonisti di storie toccanti e commoventi. Il primo esempio che ci viene in mente è naturalmente il celeberrimo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Guanda, 2012), di Luis Sepulveda, che racconta la storia di Zorba, che accoglie una gabbianella ferita e, con amore, la rimette in sesto.
La stessa dolcezza si ritrova in Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (Guanda, 2012), dello stesso autore, in cui si legge di una storia molto simile, ovvero di un topo che decide di aiutare un vecchio gattone che, ormai anziano, ha perso quasi del tutto la vista. Il piccolo roditore sceglie di restargli accanto, nonostante sappia molto bene che in genere, per i topi, i felini non siano proprio i migliori compagni da scegliere, e di diventare i suoi occhi. A unire le due vicende è la riflessione sulla solidarietà animale, capace di suscitare delle riflessioni ben più ampie sulla fratellanza universale e sul legame che unisce gli esseri viventi tutti.
Sugli scaffali delle librerie, però, non troviamo solo opere in cui si parla di gatti umanizzati, ma anche libri che ci raccontano del rapporto tra uomo e felino, sia che si tratti di romanzi sia che si parli di storie vere: a tal proposito, sulla stessa scia del precedente, ovvero con lo stesso tono ironico e scanzonato, si inserisce Che succede signor parroco? (San Paolo, 2019), di Carlo Maria Paradiso, in cui, però, stavolta il gatto ricopre il ruolo di vittima e non più di investigatore. Infatti, un povero siberiano, di proprietà di Don Giustino, prete di Sciurcanostra, un giorno viene rapito: ma chi, e soprattutto perché, pensa di portare via un innocente gattino? Ben presto si scoprono le volontà del rapitore: Don Giustino, per rivedere il suo amato animale domestico, dovrà rifiutare di accogliere in parrocchia un gruppo di immigrati. Bastano poche settimane e il caso esce dai confini ristretti del paesello per diventare internazionale. Come finirà?
Per quanto riguarda, invece, storie reali, uno dei titoli più interessanti che ci racconta la nascita di un rapporto di affetto vero tra uomo e gatto è Il vecchio e il gatto. Una storia d'amore (Corbaccio, 2014), di Nils Uddenberg, settantenne psichiatra svedese. Un giorno, improvvisamente, l'uomo si rende conto che il suo capanno degli attrezzi è diventato un rifugio per una micia che ha scelto di trovare riparo dal freddo proprio nel suo giardino. Inutili i tentativi di allontanarla: quando un gatto ti sceglie, non c'è modo di farla andare via. E così pian piano si crea un rapporto di fiducia, reciproco rispetto e profonda comprensione, in un libro che è quasi un saggio scientifico (non possiamo dire antropologico, per ragioni etimologiche, tuttavia ci si avvicina!) sulle abitudini e le gioie di un felino domestico.
Se Zorba di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è certamente uno dei felini più famosi della storia della letteratura, non si può dimenticare un altro celebre gatto, che raggiunse la fama mondiale accanto ad un'icona senza tempo. Stiamo parlando di Colazione da Tiffany (Garzanti, 2009) e di Audrey Hepburn, che interpreta la protagonista, e del suo "povero amore senza nome" (per citare una battuta del film). Holly (Holiday) Golightly, infatti, si mantiene con degli espedienti, e la sua personale ricerca della felicità trova concretezza proprio nell'onomastica del gatto, poiché, a quanto ci dice, quando troverà il suo posto nel mondo (un luogo che, per riprendere le sue parole, la farà sentire come da Tiffany) comprerà i mobili e darà al gatto un nome. La sua vita cambierà quando arriverà il suo vicino di casa, uno scrittore in crisi d'ispirazione, Paul Varjak (impersonato da George Peppard). Senza fare spoiler (e invittando coloro che ancora non abbiano letto il libro e visto il film a recuperare entrambi), possiamo dire che il felino occupa un ruolo centrale nell'opera: oltre a rappresentare lo spirito indipendente e anticonformista della nostra Holly, sarà anche il gancio che permetterà a lei e Paul di ritrovarsi.
E che dire, infine del rapporto che intercorre tra gatti e scrittori? Non sono pochi quelli che hanno rivelato al mondo la loro passione per questi animali misteriosi, dando alle stampe delle opere in cui si parla di loro. Uno di questi è il celeberrimo Charles Bukowski, famoso per le sue sregolatezze, che ha trovato nei gatti una rappresentazione ideale del suo approccio, libero e spregiudicato, alla vita. In Sui gatti (Guanda, 2016). Un libro quasi destrutturato, senza rigidità formali, una raccolta di pensieri poetici che individuano analogie o differenze tra il suo mondo e quello felino.
E se fossero i gatti a mostrarci, dal proprio punto di vista, il lavoro di una scrittrice? E quello che fa Muriel Barbery, in I gatti della scrittrice (Edizioni E/O, 2020), in cui sono gli stessi felici a raccontarci come vivere con una che per professione racconta storie: i dietro le quinte, le indecisioni, i rovelli. Tutto ci viene narrato con una dolcezza tenerissima dai suoi quattro gatti certosini, a cui l'autrice dà la parola. Mici che hanno addirittura imparato a leggere, ci dice la scrittrice, per rivestire il ruolo di consulenti letterari per la loro padrone. Un libro incantato e magico, in cui tutto diventa reale.
E voi? Conoscete altri libri sui gatti?
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