La disperata ricerca d'amore di un povero idiota
di Pif
Milano, Feltrinelli, 8 novembre 2022
pp. 176
€ 18,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Dopo Che Dio perdona a tutti, Pif torna in libreria con una nuova storia, incentrata ancora una volta sulla ricerca dell'amore. Infatti, se nel primo caso Arturo si innamorava di una pasticciera fortemente devota e si trovava a fare i conti con la sua religiosissima famiglia, in questo nuovo libro il protagonista, sempre di nome Arturo, è alle prese con il bilancio di una vita e gli imminenti quarant'anni, che lo portano a riflettere sulle scelte compiute fino a quel momento. Un periodo a Londra, qualche flirt, alcune storie, ma mai nessuna donna che abbia lasciato un qualche segno definitivo in lui.
Io, invece, non ero né separato né ammogliato e non intravedevo nessuna reale possibilità di cambiare il mio status in poco tempo. A parte qualche storiella passeggera, non avevo avuto nessuna partner che avesse minimamente sfiorato la figura della madre dei miei figli. Marlene Dietrich diceva che si capisce che l’amore tra due persone è finito quando dici alla tua compagna che arrivi alle sette e invece ti presenti alle nove, e lei non ha chiamato la polizia. Nessuna delle donne che avevo frequentato pensò mai di chiamare la polizia. (p. 18)
Ad un tratto, però, mentre si crogiola in queste preoccupazioni, ecco che arriva un'occasione imprevista, da una persona decisamente inaspettata: un vecchio e antipatico compagno di scuola, ora collega nella stessa azienda, sta portando avanti, in quanto ingegnere informatico, un esperimento riguardante un'app di incontri. Niente di nuovo, pensa Arturo, ma ecco che arriva il colpo di scena: questo strumento non è solo in grado di far conoscere persone affini per carattere e gusti personali ma sarebbe capace di trovare quella che - tra miliardi di persone nel mondo - è la propria anima gemella, incrociando migliaia di dati provenienti dai social.
Arturo è titubante: si può trovare così l'amore, tramite un algoritmo? Stilando un noiosissimo e complicato questionario sulle proprie preferenze, gusti, attitudini? Dove finiscono il romanticismo, il dubbio, l'attesa, il rovello interiore che ti tiene sveglio la notte, e Olivia, la bella cassiera della mensa, con cui ogni tanto sembra scambiarsi qualche occhiata d'intesa e alcuni silenzi che sembrano decisamente eloquenti, che ruolo potrebbe avere in tutto questo? Tuttavia, dopo qualche indecisione, Arturo non ha dubbi: che ha da perdere? E qui il colpo di scena: non solo l'applicazione dà più di una risposta, ma circoscrive la propria ricerca a un numero sorprendentemente piccolo. Sette anime gemelle, sparse in tutto il globo, attendono di essere conosciute da Arturo. Inizia così uno spassoso viaggio tra le diverse latitudini che porterà il nostro protagonista dalle verdi foreste della Svezia ai caldi lidi salentini, per poi arrivare ai freddi ghiacci della Groenlandia.
Una volta sul divano di casa, feci un sospiro per calmarmi e lessi l’elenco per l’ennesima volta. Tra le sette ragazze solo tre erano italiane, le altre erano sparse per il mondo. Non mi rimaneva che organizzarmi e incontrarle personalmente, una a una. Finalmente avevo l’occasione di sfruttare tutti quei giorni di ferie arretrati. (p. 36)
Ogni avventura si configura come la disperata ricerca di un uomo che dalla vita cerca un amore saldo, sicuro, senza dubbi né scossoni, e che crede di trovare la risposta in una invenzione informatica. E proprio qui sta il cardine di tutta l'opera: infatti, Arturo ripone nell'esattezza matematica dell'algoritmo tutta la fiducia che non ha in sé e che ha perso nel corso degli anni; affidandosi a una macchina spera di potersi evitare le problematiche di ogni rapporto amoroso e di trovare un amore perfetto, ricambiato, perfettamente funzionante. Due persone che si incastrano alla perfezione fin dall'inizio, in maniera definitiva, netta, statica. Tuttavia, può davvero essere così? Esiste davvero la persona perfetta per noi, la cosiddetta anima gemella che riempirà i nostri vuoti e colmerà le nostre mancanze? Perché questo è quello che cerca Arturo:
Avrei voluto sentire ogni giorno la felicità di averti incontrato e di esserti complice. (p. 164)
Lasciamo i lettori con questa frase e a loro la lettura della risposta, invitandoli a leggere il libro, e dicendo solo che la forsennata ricerca di Arturo, che viaggia da una parte all'altra del mondo con in mano la lista a cui affida le proprie speranze di felicità, lo porterà di fronte a un punto di non ritorno, di fronte al quale tutto assumerà un senso diverso.
Notevole e decisamente interessante anche la ricerca condotta sul folklore locale, che in alcuni casi mischia la narrazione al reportage culturale: a titolo di esempio, le pagine riguardanti Silvia, la prima anima gemella, sono interessantissime anche per le approfondite nozioni sulla storia del palio di Siena, che ci danno conto di tradizioni secolari. Tale indagine sembra, tuttavia, appartenere più alla prima parte del libro, poiché nella seconda la ricerca, portata avanti in maniera sistematica, sembra perdere di un po' di slancio e novità, forse perché messa in secondo piano dagli sviluppi della vicenda di Olivia.
Non è la prima volta che leggiamo dell'amore da un punto di vista maschile: premesse molto simili le avevamo già trovate nel bellissimo romanzo di Marco Marsullo, Tutte le volte che mi sono innamorato, già recensito nei mesi scorsi su CriticaLetteraria. Le due opere, tuttavia, seppure analoghe nelle intenzioni, si presentano molto diverse negli sviluppi, poiché offrono esiti profondamente differenti. Infatti, se nell'opera di Marsullo si constatava la presenza di una forte componente riflessiva, profondamente sentita ed elaborata, nel libro di Pif tale componente si mischia a quella che è una delle sue caratteristiche, ovvero la sagacia: la sua voce è inconfondibile e la sua timida e imbarazzata ironia, talvolta surreale, dà luogo a delle parentesi davvero spassose, in cui è difficile contenere una risata. Insomma, La disperata ricerca d'amore di un povero idiota è divertente, adatto a una lettura rilassata, veicolando un messaggio importante.
Oltre all'ironia, un altro Leitmotiv della scrittura di Pif, che è possibile cogliere se poniamo uno di fianco all'altro La disperata ricerca d'amore di un povero idiota e Che Dio perdona a tutti, è la costruzione di personaggi particolari, ingenui, quasi poeticamente disarmanti, con una passione o una caratteristica che li rende unici e surreali. L'Arturo del primo libro era un appassionato di sciù, un dolce tipico siciliano, di cui era ghiottissimo, mentre quello che abita le pagine di questo nuovo libro possiede un citazionismo selvaggio, ovvero una lista infinita di frasi e citazioni, da tirare fuori alla prima occasione. Tra l'altro, anche quest'ultimo tratto può essere uno spunto di riflessione interessante: Arturo sembra nascondersi dietro le parole degli altri, incapace di dare una descrizione del proprio futuro, che ora più che mai gli sembra incerto. Sarà questa avventura, surreale e formativa allo stesso tempo, a fargli finalmente trovare la sua voce.
Ad accomunare i protagonisti dei due libri, quindi, è la loro visione del mondo, disincantata e romantica, quasi dei novelli Marcovaldo di calviniana memoria, incapaci di adattarsi alle ciniche regole del mondo attuale. Una visione, la loro, molto poetica, a cui è bello affidarsi per ritrovare un po' di dolce spensieratezza.
Valentina Zinnà
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