Anche con Uno zero (uscito per la prima volta nel 2017), Hanif Kureishi si riconferma un autore a tratti spietato, che non addolcisce la realtà, ma la racconta cogliendo gli istinti ferini che ognuno di noi si porta dentro. Waldo, io narrante della vicenda, quasi completamente paralizzato e ormai anziano, relegato per lungo tempo nella sua abitazione, è in attesa della morte e fatica ad accettare il suo decadimento fisico, che lo mortifica in sedia a rotelle o a letto da anni. Waldo è sempre stato abituato a crearsi la realtà, non a subirla: è stato un regista famoso, ma non per questo ha dilapidato il suo patrimonio. Ha preferito semmai fare investimenti oculati e godere di una vita agiata ma non esibita, con sua moglie Zee, molto più giovane di lui. La differenza d'età non è mai pesata tanto quanto negli ultimi dieci anni, segnati dalla malattia di Waldo; al contrario, Zee è ancora una donna avvenente, che attrae infinitamente il marito. A unirli, c'è ancora l'amore, misto a una profonda passione. Waldo, infatti, prova ancora desiderio per sua moglie, ma si tratta ormai di una pulsione solo mentale, che non può più trovare una sua manifestazione fisica. Questo non gli vieta però di cercare di ritagliarsi nuovi ricordi del corpo nudo di sua moglie, chiedendole di andare oltre la sua istintiva vergogna, in pagine cariche di erotismo. Lei, in altri momenti del giorno, si trasforma nella donna che lo accudisce, che lo lava, che lo accompagna alle poche occasioni mondane che si concedono sempre più raramente.
In questa coppia, rodata dal tempo e dalle avversità, si infila un giornalista cinematografico, Eddie, che si avvicina a Waldo con la scusa di fargli compagnia e di aiutarlo, definendosi suo grande fan. Non ci vuole però molto tempo perché il protagonista, dalla mente ancora acutissima, arrivi a definire Eddie come «uno degli uomini migliori che il denaro possa comprare» (p. 83). E quale modo migliore per avvicinarsi al denaro, se non avvicinarsi a Zee, sedurla, corteggiarla assiduamente e diventare un giorno il suo nuovo marito?
Questo dubbio atroce si trasforma ben presto in un'ossessione in Waldo, che si trasforma in un vero e proprio voyeur all'interno della sua casa: ogni minimo rumore, ogni comportamento di Zee diverso dal solito, ogni profumo, ogni parola può essere indizio di un tradimento ormai in atto. E per questo Waldo architetta una vendetta spietata, che deve riguardare Eddie, in debito con mezza città, e salvare Zee dalle sue grinfie. Ma come architettare una vendetta se ci si può muovere appena e si dipende da qualcun altro?
Anche da un letto Waldo ha le sue carte da giocare: se non può agire direttamente, sa chi contattare perché spii, segua Eddie e fornisca informazioni, alla ricerca di prove che lo incastrino anche e soprattutto agli occhi di Zee. Perché se Waldo ammette, di tanto in tanto, che Zee è ancora avvenente e che meriterebbe una seconda vita dopo la sua dipartita, irrazionalmente il protagonista continua a essere possessivo e geloso. Per questo, anche quando Waldo si trastulla a immaginare Zee tra le braccia di un altro, la sofferenza di tali fantasie è pari alla carica erotica.
Intrigante dalla prima all'ultima pagina, politicamente scorretto, manipolatore senza mai perdere lucidità, Waldo è un protagonista che non si fa amare, ma risulta così acuto nelle sue macchinazioni da tenere ben desta la curiosità in noi lettori. E il risultato è un romanzo non convenzionale, a tratti urtante, come quando si tocca da vicino il male che si cela dietro un'esistenza raccomandabile.
GMGhioni
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