L’ombra del giglio
di Johanna Mo
Neri Pozza, ottobre 2022
pp. 432
€ 18,05 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Un nuovo caso per Hanna Duncker, l’ispettrice che ha deciso di tornare nella sua terra, a Öland, nonostante lì tutti sappiano del passato di suo padre e nonostante a dirigere la sezione investigativa sia Ove, ovvero il poliziotto che lo ha arrestato.
I personaggi di questa nuova avventura, dopo il primo romanzo pubblicato in Italia, sempre da Neri Pozza, La morte viene di notte, vivono all’interno di una giostra di emozioni. Tutto ha inizio con la scomparsa di Thomas Ahltröm e di suo figlio Hugo, di appena due anni. All’indagine, che inizialmente è indirizzata solo sulla scomparsa dei due, dopo la segnalazione della moglie Jenny, Hanna affianca anche le preoccupazioni per il crimine commesso dal padre, su cui alcune scoperte e ulteriori sviluppi sembrano gettare una nuova luce, indirizzando gli inquirenti verso un’altra persona, anche questa molto nota ad Hanna.
L’indagine prende una piega diversa quando l’agente immobiliare scomparso viene ritrovato morto, e tutta la comunità si preoccupa per il piccolo Hugo, sparito nel nulla. Anche la vita di questa famiglia, ora distrutta dall'omicidio di Thomas, non è perfetta, tra loschi affari, amicizie pericolose e una figlia di cui Jenny ignora l’esistenza, la ventiquattrenne Lykke, che sembra essere molto problematica.
La vita della poliziotta si intreccia con quella dei vari indiziati della sua indagine, mentre il collega Erik resta l’unico amico di cui Hanna sembra potersi fidare. La tensione è altissima e viene continuamente alimentata da nuovi colpi di scena, da persone che non dicono tutta la verità e dal passato che torna, prepotente, ad alimentare le paure di Hanna e si confonde con la natura selvaggia dell'isola della sua infanzia.
Hanna seguì la strada sterrata che andava dritta verso il paese. Era lunga più o meno ottocento metri. Da un lato c'era un campo di mais e dall'altro avevano appena mietuto il raccolto.Il fossato che affiancava la strada era così pieno di erbacce che il basos muretto in pietra quasi non si vedeva più. (p. 253)
Un thriller giocato sui rapporti di forza, sui rapporti d’amicizia e d’amore e sui loro equilibri, sulla capacità che bisogna avere per non farsi portare fuori strada da ciò che pensiamo di sapere o di intuire. La voce interiore di ognuno dei personaggi diventa coscienza collettiva, anche se taciuta o non ascoltata, lotta per emergere e per risolvere i nodi ingarbugliati di questa indagine.
Alla centrale di polizia, Hanna esaminò i verbali degli interrogatori e i rapporti tecnici che avevano ricevuto. L'auto non aveva bisogno di cercarla lei, era un compito che spettava ad altri, ma lo fece comunque. Guardò i risultati ottenuti interrogando casa per casa gli abitanti di Södra Möckelby e le ulteriori testimonianze. Più che altro voleva fare un passo indietro per avere un quadro d'insieme, provare a guardare l'indagine con occhi diversi. p.369
La natura prepotente, in questa estate svedese, si prende il suo spazio, così come i fiori, che ancora una volta tracciano una strada e di certo hanno un valore simbolico forte per la scrittrice. Non tutti sbocciano al sole, alcuni hanno bisogno dell’ombra per fiorire, come certi sentimenti o come gli uomini e le donne di questo romanzo, che pur vivendo nell’ombra hanno una loro crescita e una loro dimensione.
Nell’ombra si svolge anche la parte dedicata al passato di Hanna e della sua famiglia, che lascia uno spiraglio e un finale in sospeso, per risolvere definitivamente il caso sull’innocenza o la colpevolezza di un padre ormai non più in grado di difendersi, di cui la colpevolezza sembrava ormai assodata e invece rischia di restare una ferita aperta nella vita della giovane, tormentata e testarda poliziotta protagonista.
Samantha Viva