Le ricette della grande letteratura: "Pranzi d'autore" della straordinaria Oretta Bongarzoni rivive grazie a Minimum Fax


 

Pranzi d'autore - Le ricette della grande letteratura
di Oretta Bongarzoni
Minimum Fax, novembre 2022

Illustrazioni di Agnese Pagliarini

pp. 125
€ 20 (cartaceo)


Sono venuta a conoscenza di questo libro grazie alla consueta lista di nuove uscite mensili stilata da Rivista Blam per questo novembre 2022. Si tratta di un peculiare "ricettario letterario" realizzato minuziosamente da Oretta Bongarzoni, redattrice, giornalista e cronista scomparsa nel 1995. La prima versione del volume risale al 1994, edita da Editori Riuniti e dal titolo identico, mentre Minimum Fax lo porta alla luce in questa nuova edizione.
La quasi coincidenza delle due date è molto significativa perché, come ci racconta nella sua postfazione Davide Orecchio, il figlio di Oretta, di fatto l'autrice si andava spegnendo proprio mentre raccoglieva le ricette per il libro. Davvero è una storia bellissima la sua, che fa commuovere, e che mette in giusto risalto lo spirito di una donna straordinaria, appassionata e colta, e di cui Davide ne fa un ritratto sincero nel suo blog, dove ci svela tutti i retroscena e le fasi della costruzione di un libro così originale per il suo tempo (e anche per questo). Vi consiglio vivamente di dargli una lettura perché i suoi ricordi fanno da fondamenta alla storia non solo del libro ma anche del carattere dell'autrice.
Allora entriamo nel vivo: Oretta Bongarzoni sceglie sessanta ricette che compaiono, in modo più o meno considerevole, da protagoniste o da comparse, in romanzi o racconti della grande letteratura, dividendoli in un indice che pare un ricettario vero e proprio, quindi in "Antipasti", "Primi piatti", "Pesci", "Carni", "Piatti intermedi", "Dolci", "Frutta conservata" e "Pane".
Andando incontro al rischio di azzerare tutta la sua carriera da giornalista impegnata, per essere additata come donna/cuoca/frivola, il libro può forse sembrare disimpegnato, ma nasconde una profonda conoscenza della letteratura, tant'è che anche io ho scoperto romanzi o racconti che non avevo mai sentito nominare e che ho segnato per poi andare a cercarmeli più approfonditamente.
La struttura del libro si presenta in questo modo: ad alcuni romanzi, come ad esempio "Le confessioni d'un italiano" di Ippolito Nievo, vengono abbinate più ricette, mentre altri ne presentano una sola, e prima di indicare come realizzarla praticamente, con tanto di dosi e ingredienti, Oretta ci introduce il libro, l'autore e quello specifico passaggio all'interno della trama che cita quel piatto.
Troveremo allora romanzi famosissimi, come Madame Bovary che ci porta mano per mano alla scoperta dell'organizzazione del matrimonio di Emma Rouault e Charles Bovary, la cui festa è arricchita da tavolate su cui:
c'erano quattro lombate di bue, sei fricassée di pollo, un umido di vitello, tre cosciotti di agnello arrosto, e, nel mezzo, un grazioso maialino da latte arrostito allo spiedo, circondato da quattro salsicciotti all'acetosella. (p. 41)
Voltando la pagina, Oretta ci indica le ricette per realizzare il gigot d'agnello e la fricassea di pollo.
Allo stesso modo, scopriamo come cucinare a dovere la marmellata di lamponi che compare in "Anna Karenina", quella per cui Lévin avrà quasi un esaurimento nervoso, o le melanzane dell'amore di Florentino e Fermina ne "L'amore ai tempi del colera", e ancora le triglie fritte all'algerina ne "Lo straniero" di Albert Camus. 
Che dire poi delle mie ricette preferite? Gli antipasti russi che compaiono nel racconto "La mite" di Fëdor Dostoevskij, la carpa con la panna acida nel romanzo "I signori Golovlëv" di Michail Saltykov-Ščedrin (che non conoscevo e che ora, dopo aver letto l'introduzione di Oretta, voglio assolutamente recuperare) e, ancora, l'omelette alle erbe tanto desiderata dal mediocre, quasi anonimo, protagonista di "Sostiene Pereira" di Tabucchi.
Ogni ricetta poi è illustrata da Agnese Pagliarini che ci aiuta, col suo stile pop e iper-saturo, a immaginare i piatti, a vederli, quasi a sentirne il sapore. 
Credo che il merito di un libro come questo non sia solo da assegnare alla fatica di raccogliere, sistematizzare e anche cucinare ogni piatto, ma anche al far scoprire soprattutto racconti quasi sconosciuti di autori (come lo stesso Dostoevskij oppure Katherine Mansfield) che sono famosi per lo più per grandi romanzi. Io ad esempio ammetto di non aver mai letto la Mansfield oppure Saltykov-Ščedrin, e ammetto di non aver fatto attenzione alla presenza dello zabaione nel romanzo "Le voci della sera" di Natalia Ginzburg.
Ecco il potere del cibo e della scrittura: evocare tramite il senso del gusto passaggi significativi di un determinato libro che si serve di questo o quel piatto per arricchire la storia, per renderla credibile, e in alcuni casi, l'evocazione è talmente prolungata e minuziosa (vedi "Il gattopardo" di Tomasi di Lampedusa) che, per molte pagine, il cibo diventa protagonista assoluto.
Un volume che consiglio non solo agli appassionati di cucina e ai curiosi, ma anche a chi vuole scoprire testi di "nicchia" di autori molto famosi.
Inoltre, cosa non da poco, per ogni copia di "Pranzi d'autore", distribuita sul sito di Minimum Fax, la casa editrice donerà il 20% ad AIRC a favore della ricerca sui tumori pediatrici.

Deborah D'Addetta