Da buon ingegnere informatico, Thilliez dissemina i suoi libri di indizi e rompicapi e ingaggia col lettore una vera e propria sfida, che va oltre la trama e rende avvincente ogni scritto.
Tra i temi a lui cari ci sono la memoria, il doppio, il sogno e il recupero delle fonti, spesso scritte, attraverso cui ritorna un passato che deve essere completato nel presente e che il protagonista deve in qualche modo interpretare.
In questo libro troviamo all’inizio un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico, Lucas Chardon, che accetta di raccontare la sua versione dei fatti sugli otto omicidi commessi in un rifugio e da un’altra parte, non si sa se nello stesso tempo oppure no, un ragazzo, Ilan Dieduset, che vive un momento particolarmente drammatico della sua vita, che è un fallimento sotto tanti punti di vista e che è scandita anche da poco riposo e incubi senza spiegazione.
Vedeva ancora quel tizio intento a infilarsi il nodo scorsoio intorno al collo. Ilan non lo aveva visto in faccia, come se la videocamera del sogno si fosse sollevata solo dopo che l'uomo si era infilato la federa sulla testa. (p. 23)
I genitori, famosi scienziati che hanno lavorato per tutta la vita sul cervello e la memoria, sono morti in un incidente, la sua fidanzata l’ha lasciato ma un giorno ripiomba nella sua vita, chiedendogli di giocare con lei ad un gioco di ruolo, che si chiama “Paranoia”, e che arruola solo i migliori giocatori per un’esperienza indimenticabile.
Ecco che si ritrovano così, Ilan e Chloé, insieme ad altri giocatori, all’interno di un ex ospedale psichiatrico, dove il gioco si impossessa man mano di ogni spazio di realtà, per portarli in una dimensione spaventosa e parallela, da cui non sarà facile scappare.
Fuori imperversa la bufera, dentro tutto sembra incredibilmente reale, nonostante il primo avvertimento sia stato "Nulla di ciò che vivrete è la realtà", subito dopo seguito da un sinistro: "Qualcuno di voi morirà". A chi dare retta? In un gioco che si basa su rompicapi e che mette tutti contro tutti, a Ilan continuano a succedere cose incredibili, che sembrano avere a che fare più con la sua vita che non con il gioco, ma nessuno gli crede, perché in palio c'è una fortuna da vincere.
Un incubo senza fine che non si chiarirà nemmeno alla fine, dove il lettore, come spesso succede coi libri di Thilliez, resterà ancora immerso nel gioco perverso dello scrittore, e farà fatica a metabolizzare quello che ha vissuto, come fosse intrappolato anche lui in un gioco senza scampo.
Samantha Viva
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