di Alberto Angela
Harper Collins e RaiLibri, dicembre 2022
pp. 575
€ 22 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
E siamo giunti al volume conclusivo della trilogia sulla Roma neroniana, dopo L'ultimo giorno di Roma (2020), una splendida passeggiata per la Roma prima dell'incendio, e L'inferno su Roma (2021), interamente dedicato ai giorni del terribile incendio, che ha devastato la città nel luglio del 64 d.C.
In questo terzo libro, ritroviamo solo di passaggio alcuni dei personaggi fittizi presenti nei libri precedenti, creati da Alberto Angela per condurci in questo viaggio nella storia, perché il vero focus è su Nerone, personaggio che, nel bene e nel male, sa sempre come catalizzare l'attenzione del pubblico. Anche in questo libro, infatti, l'imperatore entra ed esce di scena come un abile teatrante. Lo incontriamo fin dalle prime pagine, quando nella Roma delle rovine si contano i morti e i feriti e, soprattutto, si pensa al da farsi. Anche Nerone non è rimasto insensibile al disastro che ha colpito la sua città e il suo popolo, ragion per cui prenderà delle decisioni a favore di coloro che sono rimasti senza casa e senza cibo né acqua. Questo è solo uno dei tanti indizi che ci fanno capire che mai l'imperatore avrebbe appiccato l'incendio, come invece tanti storici antichi hanno scritto per screditare Nerone.
Oggetto di continue "fake news", costruite ad arte perché fosse considerato il peggior imperatore romano, Nerone viene screditato di continuo, vedendosi attribuire i peggiori vizi sia in ambito pubblico sia in quello privato. Ed è lì, nel privato, che troviamo personaggi secondari, sì, ma di grande impatto, come Poppea, compagna dall'acume almeno pari alla sua straordinaria bellezza; dotata com'è di qualità da grande ammaliatrice, resterà complice e sostenitrice indefessa del suo Nerone fino alla morte. Benché non sia l'unica amante dell'imperatore - tante sono le vicende colorite (talvolta fin troppo fantasiose) che confermano i liberi costumi di Nerone -, Poppea è l'indimenticata. Anche in ambito sessuale, viene da chiedersi dove finisca la storia e dove inizi l'ennesimo racconto denigratorio ai danni dell'imperatore.
Come sempre, Alberto Angela non si limita a mostrarci il volto del potere, ma vuole portarci tra le strade devastate, ad ascoltare la disperazione di chi è sopravvissuto, lasciandosi indietro affetti, averi, un tetto. Dove non arriva la storia con le sue fonti (peraltro riccamente documentate nelle ultime pagine), l'autore si concede qualche ricostruzione verosimile, sempre avvisando che le cose "sarebbero potute andare così". E, ancora una volta, accanto all'abilità ricostruttiva dell'Alberto Angela-archeologo, abbiamo modo di apprezzare la sua grande scioltezza nel muoversi tra i fatti senza rinunciare a quel tocco di piacere narrativo che non si fa mai davvero fiction, ma che ne mantiene la leggerezza formale.
Benché centrale, accanto alle diverse tappe per la ricostruzione della città (in cui svetta il piano ambiziosissimo della Domus Aurea), sia la delineazione di Nerone, non sono rare le occasioni per approfondire tematiche che toccano tangenzialmente gli eventi e che sembrano andare a costituire il contesto storico. Anche quelle vicende che non sembrano centrali di primo acchito (ad esempio, il capitolo sulla prima comunità cristiana di Roma) poi si rivelano particolarmente efficaci per farci comprendere perché si siano verificati determinati eventi (in questo caso, la messa a morte dei cristiani, incolpati di essere i responsabili dell'incendio). In più luoghi appare come la mentalità di un abitante della Roma imperiale sia lontanissima dalla nostra, e Alberto Angela cerca di farci capire come persino i gusti personali fossero figli di un'altra epoca e di un sistema valoriale diverso (ad esempio, oggi difficilmente assisteremmo a una pubblica esecuzione durante i giochi pubblici).
Molto incalzanti sono gli ultimi capitoli, quelli che tratteggiano un Nerone ormai trasformatosi in un grande despota da tragedia antica, dopo la congiura di Pisone, tra vendette personali, tentativi di autolegittimarsi e primeggiare in qualsiasi campo, come nel caso dei Neronia, le "olimpiadi" che portano il suo nome, o i giochi a cui partecipa in Grecia.
Dentro e fuori dalla storia, ora coinvolgendoci da vicino, ora facendoci ritrarre per osservare criticamente i fatti, Alberto Angela conclude la sua trilogia con un volume che segna il coronamento del suo stile di divulgazione, approfondito laddove serve, sempre amichevole verso chi della storia sa poco, ma si lascia incuriosire.
GMGhioni