L'attesa della felicità e Aomanju
di Hisae Iwaoka
Bao Publishing, settembre/novembre 2022
Bao Publishing, settembre/novembre 2022
pp. 224/208
€ 8,90 (cartaceo)
€ 8,90 (cartaceo)
€ 4,99 (e-book)
"Dichiararsi è un affare serissimo".
Così Bao Publishing incasella il genere del manga autoconclusivo "L'attesa della felicità" dell'autrice Hisae Iwaoka. Delicatissima e dolce, la storia ci racconta dell'amore non dichiarato di Mikumo per Yano (e anche corrisposto), la prima, proprietaria di una piccola taverna giapponese che non ingrana mai negli affari, il secondo, un sarto che per vivere crea a mano peluche e pupazzi.
Così Bao Publishing incasella il genere del manga autoconclusivo "L'attesa della felicità" dell'autrice Hisae Iwaoka. Delicatissima e dolce, la storia ci racconta dell'amore non dichiarato di Mikumo per Yano (e anche corrisposto), la prima, proprietaria di una piccola taverna giapponese che non ingrana mai negli affari, il secondo, un sarto che per vivere crea a mano peluche e pupazzi.
Insomma i due si piacciono, ma non hanno il coraggio di dirselo.
Aiutati nel difficile compito da alcuni spiritelli, della mamma di Yano e del cane di Mikumo, che per un caso si sono incarnati in due peluche, cercheranno prima di tutto di far fronte ai problemi quotidiani, l'affitto da pagare, i clienti che scarseggiano, la gelosia, la timidezza. Questa presenza di entità sovrannaturali sotto forma di spiriti è un leitmotiv nell'opera di Iwaoka, che sarà presente anche nell'altro manga "Aomnaju".
Aiutati nel difficile compito da alcuni spiritelli, della mamma di Yano e del cane di Mikumo, che per un caso si sono incarnati in due peluche, cercheranno prima di tutto di far fronte ai problemi quotidiani, l'affitto da pagare, i clienti che scarseggiano, la gelosia, la timidezza. Questa presenza di entità sovrannaturali sotto forma di spiriti è un leitmotiv nell'opera di Iwaoka, che sarà presente anche nell'altro manga "Aomnaju".
Sotto una patina apparentemente frivola, in realtà la storia di Mikumo e Yano nasconde una profondità molto attuale: l'incapacità di alcune persone di esternare le proprie emozioni, più spaventate dall'idea di un rifiuto che dal rifiuto stesso. Allora si legge il manga sperando che, prima o poi, uno dei due dica le cose come stanno, mettendo da parte il timore di fallire.
Proprio questo dettaglio fa apparire il racconto come molto "giapponese", se mi si passa il termine, pregno di quell'educazione che sfocia nell'immobilità, di quel rispetto per l'altro che nuoce invece che far del bene. Una favola in fin dei conti romantica ma anche malinconica, con un lieto fine, o forse no.
Il secondo manga invece "Aomanju - La foresta degli spiriti" è il primo volume di una serie di cinque ambientata in una piccola foresta ai margini della città di Hoshigahara. Nel cuore della foresta c'è una casa speciale, invisibile agli umani, in cui vive Soichi, un ragazzo molto particolare che può parlare con gli spiriti. Pare l'unico capace anche di vederli e ha come missione quella di aiutarli nelle loro difficoltà. Perché lo fa? Perché il potente spirito del vento, nelle vesti della bellissima Shinako, gli ha promesso che sarebbe diventato lui stesso uno spirito se avesse dato una mano agli altri. In questo modo, entrambi senza corpo e senza umanità, potranno stare insieme.
Allora nella foresta tutto è spirito: le pietre, gli alberi, il vento, le porte di una casa, e ognuno di loro ha una storia e dei desideri: il pollo Citrino non vorrebbe mai essere cresciuto, perché la sua padrona lo preferiva pulcino, un sassolino di proprietà di un bambino che vuole solo fare amicizia desidera diventare un dio, una rana che ha perso i suoi girini cerca di far da mamma a qualcun altro, per recuperare uno scopo nella vita.
Ad aiutarli, oltre a Soichi, c'è la presenza costante di un altro importante personaggio, anch'esso spirito, chiamato Mughi, nient'altro che l'anima di un mughetto sotto forma di bambina dai capelli candidi.
Proprio questo dettaglio fa apparire il racconto come molto "giapponese", se mi si passa il termine, pregno di quell'educazione che sfocia nell'immobilità, di quel rispetto per l'altro che nuoce invece che far del bene. Una favola in fin dei conti romantica ma anche malinconica, con un lieto fine, o forse no.
Il secondo manga invece "Aomanju - La foresta degli spiriti" è il primo volume di una serie di cinque ambientata in una piccola foresta ai margini della città di Hoshigahara. Nel cuore della foresta c'è una casa speciale, invisibile agli umani, in cui vive Soichi, un ragazzo molto particolare che può parlare con gli spiriti. Pare l'unico capace anche di vederli e ha come missione quella di aiutarli nelle loro difficoltà. Perché lo fa? Perché il potente spirito del vento, nelle vesti della bellissima Shinako, gli ha promesso che sarebbe diventato lui stesso uno spirito se avesse dato una mano agli altri. In questo modo, entrambi senza corpo e senza umanità, potranno stare insieme.
Allora nella foresta tutto è spirito: le pietre, gli alberi, il vento, le porte di una casa, e ognuno di loro ha una storia e dei desideri: il pollo Citrino non vorrebbe mai essere cresciuto, perché la sua padrona lo preferiva pulcino, un sassolino di proprietà di un bambino che vuole solo fare amicizia desidera diventare un dio, una rana che ha perso i suoi girini cerca di far da mamma a qualcun altro, per recuperare uno scopo nella vita.
Ad aiutarli, oltre a Soichi, c'è la presenza costante di un altro importante personaggio, anch'esso spirito, chiamato Mughi, nient'altro che l'anima di un mughetto sotto forma di bambina dai capelli candidi.
La morale è forte: si tratta di scavare nelle profondità dell'animo per cercare un senso alla vita, per accettarsi anche quando le cose sembrano andare male, e per ritrovare in fondo un po' di felicità.
Anche in questo manga, come ne "L'attesa della felicità" il tema è il viaggio nella conoscenza di sé, a cui gli spiritelli danno una spinta.
I disegni di Iwaoka sono precisi ma onirici, e sia con i personaggi maschili che femminili riesce a infondere dolcezza e delicatezza, due peculiarità che, a prescindere dalla storia narrata, fanno da fondamenta al suo stile.
Consigliatissimi entrambi agli amanti delle storie urbane con un tocco di poesia.
I disegni di Iwaoka sono precisi ma onirici, e sia con i personaggi maschili che femminili riesce a infondere dolcezza e delicatezza, due peculiarità che, a prescindere dalla storia narrata, fanno da fondamenta al suo stile.
Consigliatissimi entrambi agli amanti delle storie urbane con un tocco di poesia.
Deborah D'Addetta