Dopo i cercatori di foglie, un manuale per bibliofili: l'Officina il Saggiatore torna con il "Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri"

 

Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri
a cura di Officina il Saggiatore
 
Testi di Marco Didimo Marino
Illustrazioni di Marco Maldonato
 
Officina il Saggiatore, 2022

pp. 160
€ 15,00 (cartaceo)

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Ultimo prodotto dell’Officina il Saggiatore, dopo il Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie, Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri è una chicca per bibliofili. Costituito da brevi capitoli, intervallati dalle rappresentazioni iconiche di Marco Maldonato, con i suoi spiritelli vivissimi, il volume indaga le principali problematiche che si pongono davanti a qualsiasi lettore: fare o non fare le orecchie ai libri? Sottolineare o non sottolineare e, nel caso, con che strumento? In che posizione è più opportuno predisporsi alla lettura? Come rapportarsi alla montagna di volumi acquistati e ancora da leggere? Il punto di partenza è rappresentato dalla constatazione, che non stupirà in realtà nessun appassionato, della pericolosità insita nell’oggetto libro, in grado di penetrare nel profondo e condizionare scelte e sentimenti:
I libri, si sa, attirano i demoni, pungono le coscienze, producono desideri irraggiungibili, entusiasmi sovrumani, suscitano grandi risate e tristi pianti, generano angosce, costruiscono mondi nei quali agogniamo nasconderci per scampare al nostro, di mondo. (p. 12)
Soprattutto, sanno essere maestri di umanità, di empatia, ci interrogano sul nostro vivere. Paiono quasi esseri senzienti, in grado di venirci incontro nel momento del bisogno, di portarci risposte o innescare ulteriori domande, di comunicare in un linguaggio intimo che si rivolge proprio a noi e che solo noi possiamo comprendere.
Se a tratti i testi di Marco Didimo Marino rischiano di essere un po’ sentimentali, provvede tempestivamente a disinnescare il rischio della stucchevolezza una diffusa ironia di fondo, con la quale vengono affrontati problemi cruciali. Per esempio, come gestire le faide famigliari circa la distribuzione dei testi nella libreria domestica, o l’ancor più grave crisi diplomatica che può insorgere intorno a un libro prestato e mai più restituito.
Ogni volta che ci giunge una richiesta di prestito si ripresenta l’eterno dilemma morale: da un lato, la zona più luminosa di noi esprime il desiderio di condividere una lettura amata; dall’altra, quella più oscura teme di perdere irrimediabilmente il libro prestato. (p. 135)
Data la natura di libello leggero, da consultare piuttosto che da leggere in maniera sistematica, cosparso com’è di citazioni illustri, aneddoti libreschi e piccole annotazioni sapienziali, il Piccolo Galateo si presta ottimamente come possibile regalo a un amico che condivida la nostra stessa passione per la carta stampata.
Nello sfogliarlo, magari insieme, si possono scoprire anche dati inaspettati, in grado di alimentare interessanti riflessioni, o dibattiti: per esempio, il fatto che per essere considerati lettori forti è sufficiente leggere un libro al mese, dodici in un anno; o che ogni anno “sul mercato editoriale italiano vengono immessi circa 130 milioni di libri” (p. 125). Se si mettono in relazione i due concetti, l’inferenza che se ne trae risulta sconcertante, a tratti addirittura preoccupante.
Certamente, per poter apprezzare questo volumetto del Saggiatore, è necessario appartenere alla schiera di chi, di questi 130 milioni di libri, ne legge qualcuno in più dei dodici prescritti. Costoro saranno anche quelli che si troveranno rincuorati nello scoprire di non essere brutte persone per la tendenza all’accumulo seriale di testi ancora non letti, acquistati per il vorrei-tanto-leggerlo, il vorrei-leggerlo-ma-non-è-ancora-il-momento, il vorrei-leggerlo-oggi-non-ho-tempo-però-domani-chissà, il come-si-fa-a-resistere-a-questa-offerta, il questo-devo-assolutamente-averlo, il vuoi-non-portarti-a-casa-neanche-un-volume-dal-mercatino, e chi più ne ha più ne metta… costoro ritroveranno nella propria “antibiblioteca”, quella dei libri ancora in attesa, un
sentimento di possibilità e di vanto: quei libri testimoniano il nostro desiderio di espandere sempre di più noi stessi, le nostre conoscenze, le nostre curiosità. Quei libri non sono la prova dei nostri acquisti scellerati, ma il manifesto del nostro desiderio di aprirci all’ignoto, all’inatteso, al nuovo. (p. 118, 120)
Risiede proprio in questa capacità di dischiuderci al mondo e all’alterità il potere maggiore che si nasconde tra gli scaffali e che i tomi, più o meno impolverati, possono dispiegare a vantaggio di chi impara a blandirli opportunamente e, perché no, a mostrare loro il proprio trasporto, o la propria riconoscenza. Ben lungi dal volersi proporre come un manuale serio, una Bibbia da seguire pedissequamente, il Piccolo Galateo si offre piuttosto al lettore curioso come uno scrigno magico, da cui estrarre di volta in volta la piccola gioia necessaria.
 
  
Carolina Pernigo