Contro Luce
di Yuka Tatami
Aiken Bao, 2022
Titolo originale:
Naitatte e Ni Narune
Traduzione di Luca
Domenichini
pp. 142
€ 7,90 (cartaceo)
€ 3,63 (ebook)
Narratrice del manga autoconclusivo di Yuka Tatami, Contro Luce, appena edito nella collana Aiken di Bao, è Morinaga
Sae, studentessa liceale e grande appassionata di fotografia. Ragazza timida, cresciuta all’ombra della sua migliore amica Riko, che è bellissima e
popolare, Sae trova dietro l’obiettivo la sua dimensione, quella in cui si
sente forte, libera dal giudizio altrui, pura forza creatrice. Forse anche per
questo non ha mai voluto immortalare Riko, già al centro degli scatti di tutti,
e inizia ad avvertire il bisogno di
ricavarsi uno spazio che non contempli la presenza ingombrante dell’altra, che le permetta di essere vista per se stessa, e non in
funzione, o come appendice, di qualcun altro. Anche perché Riko è solare,
gentile, ma poco attenta ai bisogni altrui e molto incentrata su di sé.
Quella che per anni è stata una relazione simbiotica tra le due, inizia
quindi a rivelare i suoi squilibri.
Tanto più Sae prova ad allontanarsi, tanto più Riko invade i suoi spazi, usurpa
i suoi sentimenti, plasma se stessa sui suoi gusti, rivelando di non averne di
propri, di avere a sua volta una
identità fragile, riflessa, dipendente dallo sguardo altrui.
Se è vero che è l’oggetto in piena luce a creare
e definire le zone d’ombra, lo è altrettanto asserire che sia l’ombra a dare
spessore, tridimensionalità, a ciò che è illuminato. Così si configura
un’amicizia in cui le due protagoniste per anni si sono accoccolate, creando
una comfort zone che rispondeva ai
rispettivi bisogni, due diverse forme di
bisogno di riconoscimento.
La relazione funziona finché si basa sul non
detto, resta non analizzata, consuetudinaria. Appena si prova a scavare più a
fondo, però, emergono le crepe: Riko, che pare forte, si nutre dell’ammirazione
altrui, ma cerca disperatamente la vicinanza dell’unica persona che non la
idolatra, e solo fintanto che perdura questo stato di cose. Sae inizia a
riconoscere in un affetto impastato di riconoscenza un sentimento opposto, una rabbia sottile, una voglia di rivalsa.
Attraverso l’arte, la giovane vuole trovare un
riscatto che nessuno pare cogliere, ad eccezione del compagno di scuola Koike.
Messo di fronte alla scelta, però, anche lui finisce per cedere al bagliore
rifulgente dei capelli della idol
della classe. L’amore, l’amicizia, l’esperienza scolastica sono temi caldi di
molte opere rivolte a un pubblico teen,
ma l’autrice sceglie di rileggerli in una prospettiva che vuole evidenziarne contraddizioni, ambiguità, aspetti
problematici.
L’intera narrazione si sviluppa intorno al tema
dell’ossimoro, degli opposti che si
incontrano a costituire un unicum
concettuale, qui colti però nel momento della frattura, della divaricazione,
del ritorno a uno stato di separazione.
In Contro Luce, titolo che si può
leggere su più livelli, si mostra l’aspetto
più crudele dell’adolescenza come fase di rottura di tutti gli equilibri
precedenti e di ricerca di una nuova stabilità, che però può tardare, e essere
soltanto compromissoria. Anche il talento forse non basta, se il prezzo da
pagare per il suo riconoscimento è la solitudine.
Accattivante nel tratto grafico, soprattutto
nella resa di Riko – occhi perennemente sgranati e guance arrossate – e di Sae –
l’espressività dei lineamenti taglienti che ne rivela le insicurezze e gli scarti
emotivi –, il manga colpisce però soprattutto per la trattazione dell’aspetto psicologico dei personaggi e per le domande che suscita in merito alle
relazioni che ci accompagnano nelle fasi di svolta della vita, e al modo in
cui ci determinano.
Carolina Pernigo