Tessiture. Il pensiero fertile di Liana Borghi
di AA.VV.
Fandango, dicembre 2022
pp. 190
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Sentirsi sole nelle proprie opinioni, è normale, di tanto in tanto. Così come è normale scontrarsi con chi ha opinioni fondamentalmente diverse dalle proprie. Il problema diventa grave quando questa solitudine e questo conflitto accade all'interno di movimenti che sono intrinsecamente fondati sulla relazione. Il femminismo, il transfemminismo, il movimento queer, la lotta di classe, le rivendicazioni di razza, sono movimenti nati in modo reticolare, fiori nati dalla stessa pianta, ed è impossibile entrare in relazione con una parte del tutto senza abbracciare l'interezza della rete, il reticolo delle sue radici sotterranee. E se, a volte, c'è chi si dimentica di quanto sia importante questa relazione, tanto affettiva quanto politica, una cosa è certa: Liana Borghi lo ha sempre tenuto presente.
Accademica, femminista lesbica, teorica queer, fondatrice di Il giardino dei ciliegi, curatrice della collana àltera di ETS e cofondatrice della Libreria delle donne di Firenze nonché della Società Italiana delle Letterate: per Liana Borghi il femminismo è sempre stato profondamente localizzato in spazi che, se non c'erano, andavano prima di tutto creati. Spazi intellettuali, editoriali, come i numerosissimi libri che ha curato e tradotto, con l'obiettivo ben saldo di far esplodere l'ambiente accademico per favorire la circolazione di idee in modo quanto più trasversale possibile; ma anche spazi fisici come il suo Giardino dei ciliegi, in cui avevano luogo workshops e residenze dove la discussione delle teorie era inscindibile dal dormire, fare colazione, uscire per passeggiate, cucinare e riposarsi in un ambiente collettivo.
Ma è in questo libro, Tessiture, che emerge più che mai feroce la forza dei legami che Liana Borghi è stata in grado di creare. Un volume di ricordi collettivo pubblicato a un anno dalla sua morte, a cui numerose studiose, scrittrici e accademiche hanno collaborato. Sarebbe stato facile narrare l'arco intellettuale di Liana Borghi, dal femminismo lesbico separatista delle origini fino alla scoperta del neomaterialismo di Karen Barad. Eppure ciò che più emerge da questo volume è l'affetto vivo e vissuto di chi l'ha conosciuta personalmente. Un tipo di affetto, quello per Liana Borghi, che emerge intriso di teorie femministe, nel loro senso più vivo e vissuto, quasi utopico nella loro capacità di saper creare un modo diverso di amare, nonché un mondo diverso in cui quest'amore è possibile. Rachele Borghi, Elena Bougleux, Rosi Braidotti, Marco Pustianaz, Nicoletta Vallorani, Federico Zappino e molti altri prestano le loro penne finissime al servizio di una forma più corporea, carnale, emotiva e commossa di esprimere e vivere la teoria femminista: un amore estremamente politico che è alla base di quella rete a cui tutte e tutti cerchiamo di far parte. Leggere Tessiture ci da sì nostalgia verso una figura che era stata capace di intessere una tale relazione, ma allo stesso modo rinnova in noi il sentimento fortissimo di quanto sia necessario costruire tale rete. Partendo prima di tutto da noi stessi, e intrecciandoci al mondo che ci circonda.
Marta Olivi