Parla bene pensa bene. Piccolo dizionario delle identità
di Beatrice Cristalli
illustrazioni di Elena Xausa
Bompiani, settembre 2022
pp. 176
€ 16,00 (cartaceo)
Mi dispiace quando mi sento dire che “noi” siamo “fissati con il linguaggio”. La verità è che lo siamo tutte e tutti, perché ne abbiamo bisogno per vivere. Ognuno di noi usa certe parole e ne respinge altre. La differenza è che “noi”, oltre a esserci rese e resi conto dell’importanza del linguaggio, ne parliamo di più, perché la violenza che subiamo attraverso il linguaggio è perenne e sempre viva. (dalla prefazione, pp. 9-10)
Come Francesco Cicconetti riporta nella
prefazione di questo libro, una delle battaglie per il riconoscimento dei pari
diritti nelle questioni di genere passa per il linguaggio. Il linguaggio
infatti condiziona moltissimo sia il nostro modo di agire sia il nostro modo di
pensare: le parole che usiamo non solo danno forma ai concetti che elaboriamo
ma gettano luce su tutto ciò che esiste. Ciò che non è esprimibile a parole si
può dire che non esista affatto. Non è un caso che nel diritto romano una delle
pene più aspre fosse la damnatio memoriae, ossia la cancellazione di
qualsiasi traccia riguardante una determinata persona, come se essa non fosse
mai esistita, a partire dai registri storici per arrivare addirittura alle
icone che la raffiguravano. Condannandola a un esilio senza ritorno, arrivando a sotterrarne addirittura il nome, una persona smetteva di esistere per sempre.
Fondamentale diviene dunque non soltanto dare i nomi
corretti ai concetti, ma partire da prima, ossia assegnare a qualcosa un nome e una descrizione così che quel “qualcosa”
acquisisca vita e possa circolare liberamente all’interno della comunità di
riferimento. È questo il compito che si propone Beatrice Cristalli con il suo
Piccolo dizionario delle identità: non tanto creare un’accurata enciclopedia
riguardante i termini LGBTQIA+ – ché, in fondo, non soltanto questo è appunto
un “piccolo dizionario” e pertanto rifugge qualsiasi esaustività, ma c’è anche
da dire che la questione degli studi di genere è tutta in fieri e
dunque è quasi impossibile mettere un punto fermo alle cose – non tanto
creare qualcosa di completo, quindi, quanto fornire un vademecum rapido e
leggero attraverso il quale orientarsi all’interno di un ambiente che è – non lo
si può negare – incredibilmente complesso. E non importa che sia complesso
perché molte tematiche stanno emergendo negli ultimi anni o perché queste
tematiche c’erano già ma non si prestava loro abbastanza ascolto: quel che
conta è che oggi tante questioni si sono rese urgenti proprio per la necessità
che hanno gli individui di voler gridare a gran voce la propria identità in un
mondo che per tanto è stato binario (maschio o femmina, eterosessuale o
omosessuale, come se l’identità fosse un interruttore on/off).
Il libro di Beatrice Cristalli offre dunque 57 termini – da "Ace (Asessuale)" a "Travestitismo" – e altrettante definizioni, arricchendo il tutto con le dovute connessioni fra i termini e con episodi, aneddoti e riferimenti bibliografici utili ad approfondire la propria conoscenza dei gender studies. Alcuni termini sono trattati molto bene, su altri invece si nota una certa evanescenza, sebbene in diversi punti l’autrice ammette di non poter andare troppo in profondità perché la questione è ancora oggi molto dibattuta. Al di là dell’accuratezza delle singole voci, in ogni caso, il merito di questo dizionario sta ne voler affermare come l’identità di una persona non sia qualcosa di semplice bensì possa essere descritta come un gomitolo estremamente complesso e articolato. Per dirlo con le parole dell’autrice: «Mi piace pensare che siamo una combinazione, sempre flessibile e in movimento, di tratti e caratteristiche che attingiamo da uno spettro (dall’introduzione, pp. 15-16.)
David Valentini