di Bella Mackie
Traduzione di Aurelia Di Meo
HarperCollins, gennaio 2023
pp. 432
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Come diceva sempre mia madre: "Mai lamentarsi, mai spiegarsi". Anche se è morta giovane, peccato imperdonabile, e ha lasciato a me il compito di raddrizzare i torti che aveva subito, motivo per il quale sono in carcere. Tutto sommato lamentarsi un po' di più forse non le avrebbe fatto male. (p. 51)
Grace Bernard ha ventotto anni ed è in carcere per omicidio. Il suo caso ha suscitato un'onda mediatica molto potente. Ha un'infanzia difficile alle spalle: figlia illegittima, abbandonata dal padre, un uomo facoltoso e potente, è rimasta orfana di madre a soli tredici anni e sin da allora ha studiato il modo per vendicarsi della propria famiglia biologica. Ci è riuscita: sei membri della sua famiglia sono ormai polvere.
Peccato però che Grace non sia in carcere per i sei omicidi, ma per un altro che non ha mai commesso; nessuno sa la sua storia e lei sta raccontando gli ingegnosi sistemi di eliminazione della famiglia Artemis a una sorta di diario, mentre aspetta la scarcerazione che, ne è certa, arriverà a breve, visto lo squalo di avvocato che la sta seguendo. Perché Grace è tante cose, ma non una lacrimevole orfana finita in una casa famiglia, né è solo mossa dalla sete di giustizia per i torti inflitti alla madre. Lei mira al patrimonio della ricchissima famiglia di origine e sa che l'unico modo per diventarne erede è fare fuori tutta la linea di successione.
Ogni storia ha un punto di vista e, in base a questo, cambia la tipologia di narrazione.
La mia infanzia non sembra uscita da uno di quei romanzi orribili che vendono in aeroporto, con titoli come Papà, non lasciarmi, che raccontano storie di indicibile sofferenza e hanno successo solo perché la gente adora leggere del dolore altrui, provare una parvenza di empatia o disgusto per poi sentirsi migliore. (p. 66)
La madre di Grace, un'aspirante modella francese che, a seguito di qualche settimana di frequentazione con il potente Simon Artemis, è rimasta incinta, ha fatto di tutto per garantirle un'infanzia amorevole. I soldi scarseggiavano, le bollette non erano sempre pagate, ma Grace non ha subito maltrattamenti se non la sensazione del rifiuto del padre. Alla morte della madre, è stata presa in affido dalla benestante famiglia del suo migliore amico che le ha garantito un tenore di vita molto superiore a quello che avrebbe mai potuto permettersi la madre. Grace ha tredici anni quando scopre la vera identità del padre biologico e, con la rabbia travolgente degli adolescenti, concepisce l'idea di una vendetta su ampia scala, tesa a impadronirsi del patrimonio di famiglia. Grace, così convinta della sua intelligenza, anche da adulta è rimasta a uno stadio adolescenziale. È giovane, tanto giovane, e lo dimostra nel modo di esprimersi, nella realizzazione dei suoi piani e nello stesso impianto narrativo scelto dall'autrice, Bella Mackie.
In ogni caso lavorare per la Artemis Holdings non mi stava avvicinando a Simon, malgrado le mie ingenue aspettative. Per qualche motivo avevo immaginato di fare carriera in pochi anni per poi diventare la sua assistente numero uno, guadagnarmi la sua fiducia, insinuarmi nella sua vita, svelargli chi ero con grande teatralità e ucciderlo mentre sussultava di fronte al mio tradimento. (p. 135)
I suoi piani, per quanto di successo, non sono mai precisi e hanno una buona dose di casualità e di perdita di controllo. Si lascia andare a piccoli tocchi teatrali, come la scelta della lettura del Conte di Montecristo mentre pianifica l'omicidio dei nonni o la collezione di souvenir a ogni morte. Rivendica un'istruzione non di altissimo livello dicendo che non ha studiato a Hogwarts e invita i lettori a non essere sconvolti quando parla di sesso occasionale nei suoi rapporti. L'impianto narrativo con la forma diaristica e la continua interlocuzione con il lettore e l'autodefinizione di "vostra eroina" la avvicinano più a una protagonista di YA che non ha una spietata assassina senza rimorsi.
Da perfetta Millennial, Grace si lascia andare a quelle che ritiene acute e caustiche osservazioni sulla buona borghesia inglese, credendo di smascherare le loro debolezze anche se le sue riflessioni restano sulla superficie e mettono solo in luce come lei, di quel mondo che tanto disprezza, in realtà fa parte. Critica l'approccio di Sophie, la madre affidataria: psicologa che si sente colpevole della propria ricchezza, è pronta a fare campagne di manifestazione per protestare contro la chiusura della biblioteca di quartiere in cui lei non ha mai messo piede. Con distacco ride dell'affaccio di un sex party sulle vetrine di un Apple Store chiedendosi quanto possa essere erotico sbirciare in quelle vetrine durante un orgasmo per poi capire che è proprio il genere di cose che i ricchi adorano.
L'elemento femminile in questa storia è potente: si presta attenzione alle donne della famiglia Artemis, dalla sorellastra Bryony influencer su Instagram, alla nonna razzista Kathleen; si ragiona sulla parità di genere e su come gli uomini vedono, in maniera distorta, le donne e il loro uso delle armi di seduzione. Ma proprio come la figura dell'assassina vendicatrice è solo una maschera per un'adolescente che ha concepito un piano di vendetta furibondo, anche queste riflessioni nascono una misoginia ben introiettata della protagonista che, sempre da brava Millennial, lei stessa riconosce.
Quando la porta si aprì a entrare non fu il detective Barker ma una giovane donna che indossava un maglione a collo alto e una gonna di seta. Il suo genere e l'outfit risvegliarono la misoginia che ho interiorizzato e su cui di solito chiudo un occhio, perché nessuno ne è davvero immune. La vista di una donna pilota però mi lascia sempre interdetta, e non so se posso perdonarmelo. (p. 249)
La generazione Millennial è quella più consapevole e acuta nell'analizzare cosa c'è di storto e cosa li renda infelici o impedisca loro di raggiungere gli obiettivi preposti. C'è orgoglio in questa lucida comprensione, ma la comprensione è solo il primo passo: poi bisognerebbe sapere come lavorare intorno al problema e come risolverlo. Grace si ferma su questo punto, non vede fuori dal cerchio delle sue consapevolezze ed è questo, e non una mano di carte, come viene definita tutta la situazione, a determinare l'andamento del suo piano.
Come uccidere la tua famiglia è una storia frizzante, che alterna il presente in prigione alla ricostruzione del passato non sempre con linearità, ma con grande chiarezza. Come ogni crime story richiede quel pizzico di attenzione al lettore, quella ricerca di indizi secondari che permettono la giusta chiave di comprensione della vicenda a dispetto delle dichiarazioni e delle irriverenti osservazioni e divagazioni di Grace. È sempre tutta una questione di punto di vista.
Giulia Pretta