pp. 208
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E sarei stato sempre un’anima in pena, senza sapere neanche il perché, come la maggior parte delle persone, che non sono mai contente nella vita, anche se non gli manca niente, e hanno sempre questa specie di affanno a cercare qualcosa che non sanno neanche che cos’è, e vivono infelici senza sapere perché (p. 132).
La casa editrice pugliese TerraRossa
pubblica – per una precisa scelta editoriale – cinque libri l’anno. Fra questi vi sono, in linea di massima, quattro inediti appartenenti alla collana Sperimentali e una riscoperta, ossia una riedizione di un libro
fuori commercio, che andrà a costruire il catalogo di Fondanti. Ultimo libro
del 2022, facente parte di quest’ultima collana, è stato Cuori di
nebbia, di Licia Giaquinto, già apparso nel 2007 per Dario Flaccovio. In
quell’occasione, come riporta l’autrice nella postfazione, «come avviene spesso
con le opere pubblicate da editori piccoli, il libro, a parte Renato Barilli
che ne fece una ottima recensione, fu quasi ignorato» (p. 201). Ecco dunque che
l’opera di Giaquinto torna ad avere una seconda vita.
Il titolo del romanzo non potrebbe essere
meno evocativo. Fra i due sostantivi, a primeggiare è il secondo: la nebbia infatti avvolge sia la pianura emiliana in
cui è ambientata la storia, sia i “cuori” menzionati, appartenenti a personaggi
fumosi, a tratti indistinti, sicuramente smarriti all’interno delle proprie
vite. Ma andiamo con ordine.
L’ambientazione è la pianura emiliana dei
tardi anni Novanta, come si legge anche nella bandella di sinistra. Siamo in un
periodo poco definito, che viene inquadrato in maniera vaga da alcuni
riferimenti storici – una delle protagoniste è giunta in Italia dopo il
disastro di Černobyl' e più avanti nella narrazione vengono nominati gli euro
come moneta, per cui possiamo intuire di essere negli ultimi anni del secolo
scorso –, e anche i luoghi risultano inconsistenti, in quanto si tratta di
campagne dai tratti generici, quasi a voler dare un senso di universalità agli
eventi in corso. È la notte a regnare su tutto, una notte fumosa e densa che
cala sulle vite dei personaggi come la lama di una ghigliottina. Di notte,
sembra dirci Giaquinto, accadono le cose più impensabili. Di notte, anche i segreti più infami possono restare tali.
Alcuni personaggi popolano questo romanzo
corale, ognuno disperato a modo proprio. Filippo vive un matrimonio senza amore con
Mirella, e l’unica via di fuga che trova è innamorarsi di una prostituta, Natascia, che
in lui vede solo l’ennesimo cliente in grado di farle avere una vita quasi
dignitosa in Italia. Nicola riesce a eccitarsi solo praticando il
voyeurismo, mentre Francesco è un ex bambino obeso, ossessionato dal cibo.
Patrizia è una ragazza la cui intelligenza emerge sin dalle prime righe, ma che
ha scelto come compagna di vita l’eroina. Infine, Mirco è un giovane sensibile
che, dopo il suicidio del padre, una mattina esce di casa e non vi fa più
ritorno. Le storie di questi personaggi disgraziati si alternano in capitoli dallo
stile spesso asciutto, così come asciutti sono i titoli che li distinguono – Filippo
1, Mirella 2, Patrizia 1 e così via – in una narrazione che
li rende quasi indipendenti, come fossero racconti isolati, fino all’inevitabile
confronto finale. Ogni personaggio racconta la propria vita in prima persona,
consentendo al lettore un’immedesimazione resa ancora più totale dal linguaggio
che Giaquinto attribuisce loro di volta in volta: dalla parlata rozza e popolare
di Nicola e Filippo fino ad arrivare all’eloquio aulico di Patrizia, il passaggio
fra una storia e l’altra è rapido, immediato e scevro di incomprensioni
nonostante i non pochi personaggi. Superato l’impatto iniziale di riprendere la
storia di un personaggio apparso magari due o tre capitoli prima, siamo subito
proiettati e immersi in una vicenda che non possiamo che ritenere
personalissima.
È la disperazione a fare da collante di
queste storie, quella disperazione solitaria che si coglie nelle poche righe di
una famosa poesia di Salvatore Quasimodo nella quale ognuno si ritrova da solo
sul cuore della terra. È una disperazione fitta e densa, dal sapore
ineluttabile in quanto non sembra esservi via di fuga: sia chi nasce e cresce
nella povertà sia chi invece proviene da una famiglia ricca e colta sembra
essere destinato a un’esistenza piccola e inutile.
Cuori di nebbia è un romanzo corale difficile da digerire ma non per questo meno godibile. La storia di Licia Giaquinto, dispersa anch’essa nella nebbia editoriale, sembra aver superato la prova del tempo grazie a questa riscoperta fatta da TerraRossa.
David Valentini