Superstar di Giorgia Tribuiani,
I numeri sono buonissimi di Valeria Viganò,
Il finimondo. Dal vostro inviato nella
città dei morti di Antonio Moresco,
La piccola gente di Alfredo Palomba
Tetra- Edizioni
novembre 2022
€ 4,00 ciascuno (cartaceo)
Il progetto Tetra-, di cui abbiamo parlato nell’articolo relativo alle prime uscite di maggio dello scorso anno, prosegue nel suo interessante tentativo di dare spazio ai racconti in un mercato editoriale che vede ancora vincenti i numeri relativi al romanzo. L’idea, come già anticipato, è quella di far uscire quattro libriccini alla volta, ciascuno al costo di 4 euro, contenenti un singolo racconto. A due autori giovani vengono di volta in volta affiancati due nomi “navigati”. La terza quartina, uscita a novembre 2022, vede infatti i racconti di Giorgia Tribuiani (che ha alle spalle alcune pubblicazioni con Voland, Fazi e Hopefulmonster) e di Alfredo Palomba (Teorie della comprensione globale e Quando le belve arriveranno, entrambi editi da Wojtek edizioni) accanto a quelli di Valeria Viganò e Antonio Moresco.
Superstar di Giorgia Tribuiani
Peter Angry colpisce Joe dritto in pancia, seguito da Clown Mick che gli sferra un altro pugno sulla schiena. Poi Nick the Blade, ancora pugni, e di nuovo David Hawk. Sono tutti intorno a lui; Joe ha tutto intorno come cinque anni fa – è la Storia, signore e signori. (p. 43)
Dopo Binari, pubblicato appena
pochi mesi fa, Giorgia Tribuiani torna in libreria con un racconto lungo. La storia
di Superstar si snoda attraverso una doppia narrazione: da un lato
troviamo Giovanni che, a distanza di cinque anni, deve affrontare nuovamente Davide,
il bullo che l’ha ridicolizzato davanti a tutti; dall’altro lato abbiamo invece
Joe, wrestler “Face”, ossia che interpreta un personaggio buono, il quale deve
affrontare il suo avversario David Hawk, “Heel”
(ossia cattivo) per eccellenza. Le due vicende sono in realtà una sola, ma Giorgia
Tribuiani decide di narrare questa storia di bullismo sfruttando il linguaggio
spettacolare del wrestling. Temi principali del libriccino numero 9 di Tetra-
sono l’immedesimazione e l’immaginazione: per farsi forza, per trovare
il coraggio di confrontarsi con il proprio avversario, Giovanni deve ricreare una
storyline credibile, ossia quella di una faida mai sopita fra due wrestler. Superstar
ci porta fra gli spalti di un’arena e rende immaginifico un tema tanto brutale
quanto quello del bullismo.
I numeri sono buonissimi di Valeria Viganò
Con il treno lui non sarebbe mai arrivato. Nel centro dell’Europa era restata la presenza che lei attendeva. Ogni domenica sarebbe tornata come una giocatrice incallita, una scommettitrice che puntava tutto sull’indomabilità del suo amore. (p. 29)
La conclusione di una storia d’amore, e soprattutto il messaggio laconico che la protagonista riceve dal suo ex amante – “Basta, devi capire che è finita, finita. Non posso più amarti”. (p. 60) – sono l’occasione per entrare nella mente di una donna che dell’ossessione e del caos ha fatto il proprio centro. Attraversando una vita intera – la vita di prima, fatta di cartellini da timbrare; la vita di mezzo, nella quale si affronta un’infelice avventura editoriale; e la vita dopo, dominata da quei numeri che sono in grado di mettere ordine nel caos – Valeria Viganò ci consegna un testo altamente lirico e intrigante sull’amore, sull’incertezza e sulla rinascita.
Il finimondo. Dal vostro inviato nella città dei morti di
Antonio Moresco
«E perché ti hanno mandato qui?»
«Per fare delle interviste ai morti. Perché non si capisce niente dei vivi se non si mettono in relazione i vivi e i morti e la vita e la morte, se non si mettono a confronto le verità dei vivi e quelle dei morti, se non si fanno delle verifiche incrociate.» (p. 92)
Lungo più del doppio degli altri tre racconti, Il finimondo di Antonio Moresco è un visionario viaggio del Moresco giornalista nell’aldilà, nella Città dei morti appunto, con l’intenzione di intervistare dei personaggi storici e non solo. Fra i defunti compaiono Maradona, Freud, Dante (in cura presso lo psicanalista austriaco), Pasolini, ma anche Pinocchio. Ci ritroviamo anche spettatori di una seduta spiritica insieme a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e l’ex presidente americano Donald Trump, tutti e tre in ascolto delle parole di Adolf Hitler. Al di là delle singole storie raccontate dai vari personaggi, Il finimondo si concentra intorno a un tema principale, quello della memoria. La memoria è infatti fondamentale per ricordare quanto accaduto ed evitare di ripetere gli stessi errori. Allo stesso tempo però la memoria è pericolosa perché consente anche riportare in auge quanto di male è stato commesso. Così, quasi protetto dall’orda di morti da lui stesso uccisi, è proprio Hitler a far presente come la sua storia sia ancora viva e vitale nell’animo di fin troppe persone che, finché continueranno a perpetrare le sue gesta, avranno modo di non farlo sprofondare nell’oblio. Moresco, con questo racconto lungo che ha il sapore della fiaba, affronta con leggerezza un tema spinosissimo e quanto mai attuale.
La piccola gente di Alfredo Palomba
«Ho ammazzato un uomo a sangue freddo poche ore dopo aver conosciuto suo figlio di cinque anni. Immagino che una cosa del genere sia indice di un certo cinismo. Ho passato in galera più di quarant’anni, probabilmente ci resterò finché campo. Ma non cambia la mia convinzione che voi scrittori vi mettiate a scrivere innanzitutto per vanità.» (p. 46)
La “scusa” è riportare fedelmente una conversazione telefonica realmente avvenuta fra Alfredo Palomba e Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon. Ciò che accade è che, attraverso un notevole sistema di note a piè di pagina e rimandi ipertestuali, Palomba mette in campo una serie di mini racconti, sia letterari che meta-letterari, che vanno a comporre un mosaico altamente complicato. Paralleli alla trama principale – principale, sì, ma brevissima una volta depurata degli altri elementi, e in ogni caso volutamente non conclusa – scorre un complotto letterario ai danni del Palomba scrittore, un attacco ironico alla rivista letteraria Verde e la riproposizione di un racconto lì pubblicato, ma anche una serie di considerazioni sulla sanità mentale e la follia, oltre che su cosa voglia dire essere scrittori oggi. Il risultato è un calderone di racconti e meta-racconti orchestrato su più livelli a metà fra il divertissement letterario e l’autofiction.
La terza quartina conferma quanto già riportato nel nostro
primo articolo su Tetra-. I racconti continuano a essere di alta qualità e, se
da un alto il lettore può scegliere se “collezionare” i volumetti (che non a
caso sono numerati) o leggere la singola storia senza neanche spendere troppo,
dall’altra gli autori hanno la possibilità di sperimentare e portare in
libreria testi che altrimenti avrebbero avuto difficile accesso al mercato
editoriale se non, forse, come parte di un’antologia.
Attendiamo fiduciosi la quarta quartina, la prima di questo
nuovo anno.
David Valentini