Buongiorno a chi ci legge,
gennaio è un mese pesante. Vanno smaltite le feste, ci si ritrova a riprendere a ritmo sostenuto senza nemmeno il miraggio di qualche vacanza, c'è il Blue Monday e il tempo è feroce. Solo per il fatto di aver passato i Giorni della Merla ed essere arrivati al primo di febbraio ci meritiamo un regalo e, ovviamente, la cosa migliore è quella di scegliere un buon libro. La Redazione è qui proprio per questo: vi lasciamo con i nostri consigli di lettura di questo mese.
Buon inizio febbraio e buone letture,
la Redazione
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Carolina consiglia La settimana bianca di Emmanuel Carrère (Adelphi)
Perché: ormai noto per la sua capacità di impastare realtà e accompagnamento critico, quasi giornalistico, Carrère ha però dei trascorsi nella pura fiction, che trovano il loro apice ne La settimana bianca. Solo apparentemente storia di formazione, quella del piccolo protagonista di questo romanzo breve è in verità la storia di un incubo, di una rivelazione atroce del fatto che mostri non si nascondono solo nel buio, o sotto al letto. Il breve volume Adelphi merita di essere letto, inquietante e terribile proprio nella incisività della sua prosa.
A chi: a chi vuole avvicinarsi in maniera soft a Carrère, cogliendo però già le caratteristiche della sua scrittura; a chi non ha paura del buio e della neve; a chi ama la tensione serpeggiante che, nelle opere, culmina in finali deflagranti.
Claudia consiglia Crying in H Mart di Michelle Zauner (Mondadori)
Perché: è un memoir commovente che, tra una lacrima e l'altra, vi farà probabilmente riflettere sulle vostre famiglie, sui sapori della vostra infanzia e su come comunicate agli altri le emozioni che provate. La storia di una madre e di una figlia unite dall'amore per il cibo come casa, esperienza, viaggio nei sentimenti.
A chi: in primis a chi ama la cucina asiatica. Perché ogni pagina è un'esplosione di sapori che sembra quasi di sentire.
E poi a chi nei libri cerca un modo per sentirsi a casa.
Debora consiglia La terra d'ombra di Ron Rash (La Nuova Frontiera)
Perché: Rash è una delle voci più importanti della narrativa statunitense contemporanea, dalla notevole capacità di storytelling, la voce autoriale ben salda. In Italia dobbiamo la sua "scoperta" a La nuova frontiera, che lo ha tradotto un paio di anni fa e che ora riporta in libreria anche questo romanzo dopo il bellissimo Un piede in paradiso. Storia di umanità dolente, emarginazione e ignoranza, di segreti e sospetto, si intreccia a una delle pagine più oscure della Storia americana, narrativamente poco esplorata.
A chi: a chi ha conosciuto la voce di Rash e aspetta ogni suo nuovo libro, certo che non ne rimarrà deluso. A chi osserva le increspature sulla superficie, il dettaglio che smuove ogni cosa. A chi si lascia avvolgere da una trama densa di colpi di scena e segreti.
Deborah consiglia Julie di Ida Amlesù (Sonzogno)
Perché: la protagonista del libro, Julie D'Aubigny, è realmente esistita e la sua vita è stata un romanzo prima del romanzo. Abilissima spadaccina, virtuosa cantante lirica, adotta il travestimento come soluzione per sfuggire alla condanna e alla persecuzione. Una donna che si traveste da uomo al tempo di Luigi XIV non può che stupire e incuriosire, soprattutto considerata l'attualità del tema oggi.
Per chi: per chi ama le eroine proto femministe e le storie di donne che hanno combattuto per affermare se stesse contro una società che le voleva schiave, mute e docili.
Deborah consiglia Questo amore di Roberto Cotroneo (Mondadori)
Perché: perché ci porta nell'incanto delle parole, nella condivisione poetica che è alla base dell'amore. Ci parla dell'attesa, della speranza, della follia forse di credere ancora e sempre. Ma ci sa anche sorprendere con un finale enigmatico. Perché Cotroneo ha una lingua preziosa, che incanta e, in questo libro, spesso commuove.
A chi: ai poeti, agli innamorati, ma anche a chi vuole riscoprire il profumo intenso del primo amore o di un amore testardo e duraturo, intenso e quotidiano. Per chi ama la poesia e crede che fra gli scaffali della nostra libreria i libri sussurrano qualcosa.
Giada consiglia La cartolina di Anne Berest (edizioni e/o)
Perché: perché è trascorso appena qualche giorno dalla Giornata della Memoria ed è doveroso ricordare sempre. In La Cartolina, Anna Berest ricostruisce, attraverso un’intensa e dolorosa ricerca, la storia famigliare del ramo materno, sterminato dalla follia nazista. Una ricerca che non la farà fermare davanti a niente, anche quando il dolore sarà insopportabile, pur di scoprire – perché capire è impensabile –la fine dei nonni e degli zii della madre. Attraverso un’indagine storica, genealogica e personale, l’autrice ripercorre la drammaticità di quel capitolo storico, non mancando di farci riflettere nemmeno sul presente.
A chi: a chi ama le storie famigliari, a chi vuole leggere una storia tanto dolorosa quanto reale, a chi semplicemente vuole ricordare sempre.
Giulia consiglia Domani a quest'ora di Emma Straub (Neri Pozza)
Perché: questo romanzo, che si nutre della ricca bibliografia e filmografia sui viaggi nel tempo, fa conoscere Alice: dopo una sbronza la sera del suo quarantesimo compleanno, si risveglia nel suo corpo di quindicenne con tutti i ricordi della sua vita adulta intatti. Lungi dall'essere una semplice commedia, esplora le possibili svolte della sua vita, cosa sarebbe successo se, e dove sarebbe finita se solo avesse detto o fatto quella cosa. Con delicatezza e calore, accompagna chi legge in un viaggio di scoperta e di rafforzamento d'animo per curare, con le parole, generazioni che si sentono perse e stanche per tutto quello che avrebbe potuto essere.
A chi: a chi ha vissuto con un po' di ansia l'inizio dell'anno e ha fatto fatica a ingranare. Tutto è importante, ma niente è irrimediabile, ci racconta questo romanzo: andrà tutto bene.
Gloria consiglia Un inverno freddissimo di Fausta Cialente (nottetempo)
Perché: la voce di Fausta Cialente è personale e almeno in parte estranea alle tendenze stilistiche del secondo Novecento. Particolarissimo, questo romanzo familiare racconta la difficoltà di ricostruirsi in un inverno freddissimo del dopoguerra, nella soffitta di una Milano in cui occorrerebbe stringersi più forte per ricominciare, ma c'è chi non se la sente e prova, invece, a camminare lontano dalla famiglia. Emozioni anche scomode, perseveranza, sogni che tengono desti e altri che distraggono da quel che è veramente importante,... Un pullulare di vita, di dignità pur nella miseria, di ostinazione a non darsi per vinti in queste pagine colme di personaggi memorabili.
A chi: a chi desidera recuperare un romanzo che, tra i finalisti dello Strega del 1966, è stato un po' e ingiustamente dimenticato.
Marianna consiglia Il Cristo iracheno di Hassan Blasim (Utopia)
Perché: Il Cristo iracheno è una opportunità da non lasciarsi scappare sia per la qualità della scrittura dell’autore – iracheno rifugiato in Finlandia – che per il contenuto. La traduzione di Barbara Teresi è una garanzia per i lettori, anche per quelli più esigenti, perché attenta a rendere in italiano tutte le sfumature di una lingua e di una cultura complessa e ricca di specificità come quella arabo-irachena. I racconti sono un caleidoscopio di follia, di passaggi onirici e grotteschi, di violenza sullo sfondo dell’Iraq degli ultimi decenni non senza condannare, neppure tanto velatamente, un Occidente immobile e diffidente. Hassan Blasim è una voce interessante nel panorama della letteratura mondiale, è un poeta e anche un regista e questa formazione è una marcia in più nelle sue opere; la sua scrittura senza retorica, tagliente come una lama, sono convinta piacerà a tanti lettori curiosi di conoscere nuovi autori.
A chi: a chi vuole esplorare le voci della narrativa contemporanea al di fuori delle terre più battute, chi ama quelle letture che uniscono una prosa sincopata all’onirico, al folle, al visionario.
Sabrina consiglia Un fiore senza paura di Amina Damerdji (Neri Pozza)
Perché: perché rappresenta un modo diverso di guardare alla storia di Cuba del secolo scorso, prendendo cioè come punto di osservazione le riflessioni personali di una donna che alla Rivoluzione cubana e al successivo governo dell'isola diede veramente se stessa: Haydée Santamarìa. Il romanzo racconta la cronaca degli avvenimenti che precedettero l'insurrezione dei Barbudos, capitanati da Fidel Castro e Che Guevara che combattevano perché l'isola non cadesse in mano a una dittatura. Quello che poi accadde la Storia lo sa. E lo sa anche Haydèe di cui seguiamo gli ultimi pensieri e i vividi ricordi prima che decida di porre fine alla sua vita (non c'è spoiler: lo confessa nelle primissime pagine).
A chi: a tutti gli appassionati di storia cubana e americana che possono dare uno sguardo agli avvenimenti tramite i pensieri, ancorché romanzati, di chi c'era. A tutti coloro che amano scoprire personaggi della Storia magari non di primissimo piano, ma che in realtà ebbero ruoli importanti. E a tutti coloro ai quali interessa scoprire il ruolo delle donne nelle vicende storiche (ruolo tanto spesso taciuto).