di Yuval Noah Harari
Bompiani, ottobre 2022
traduzione di Marco Piani
illustrazioni di Richard Zaplana Ruiz
€ 16,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Noi umani non siamo forti come i leoni, non nuotiamo bene come i delfini, e di certo non abbiamo le ali! Allora come siamo arrivati a diventare i signori del pianeta?
La risposta è una delle storie più strane che si possano ascoltare.
Ed è una storia vera. (p. 9)
Yuval Noah Harari è uno storico israeliano
che, dal 2011, con la pubblicazione di From Animals into Gods: A Brief
History of Humankind, tradotto in Italia da Bompiani nel 2014 col titolo Da
animali a dèi. Breve storia del genere umano, si è assunto il compito di raccontare,
in maniera divulgativa ma accurata, la storia dell’umanità. A questo primo
volume sono seguiti nel 2016 Homo Deus: A Brief History of Tomorrow
(Homo Deus. Breve storia del futuro, Bompiani, 2017) e 21 Lessons for
the 21st Century (21 lezioni per il XXI secolo, 2018, Bompiani, di
cui abbiamo parlato qui).
È dello scorso anno il tentativo da parte
di Harari di raggiungere un pubblico più ampio, coinvolgendo anche una fascia
di lettori più giovane. L’obiettivo di Unstoppable Us: How We Took Over the
World, portato ancora una volta in Italia da Bompiani col titolo Noi
inarrestabili. Come ci siamo presi il mondo, è proprio quello di rivolgersi
«a chiunque abbia un’età compresa fra i 9 e i 99 anni» (dalla bandella di
sinistra), sebbene il tipo di linguaggio usato sia chiaramente indicato per un
pubblico che frequenta le scuole. Spesso infatti per entrare
in sintonia con il lettore Harari fa riferimento a situazioni quotidiane che
possono avvenire in classe, durante gli allenamenti ecc. Anche la scelta di
rivolgersi a una seconda persona singolare è utile per agganciare il lettore
giovane, che in questo modo ritrova nelle pagine che sta leggendo la voce di un
insegnante. Stesso discorso si può fare per le illustrazioni, tutte volte a una
rappresentazione semplificata e “amichevole” di animali, uomini e strumenti.
Noi inarrestabili copre un arco temporale di diverse migliaia di anni, dalla comparsa dei
primi Homo Sapiens in Africa, fra i 200 e i 300.000 anni fa, fino alla
conquista del Sudamerica, circa 15.000 anni fa. Più che ripercorrere minuziosamente
il viaggio dell’Homo Sapiens durante l’età della pietra, Harari preferisce – e
a nostro avviso è una scelta azzeccata – concentrarsi da un lato sui grandi
eventi, come l’arrivo in Australia e l’attraversamento del confine
nordamericano, e dall’altro sulle cause che hanno portato alle prime invenzioni
e scoperte dell’essere umano e che, come più volte indicato, gli hanno
consentito di “prendersi il mondo”. Su due momenti fondamentali Harari si
sofferma: la capacità di cooperare in gran numero – tratto a
quanto pare assente anche nei Neanderthal – e la capacità di inventare storie,
tratto che fa da forte collante nella formazione di una comunità. Quest’ultimo
punto, sul quale l’autore si sofferma più che sul primo perché proprio del
primo sembra essere alla base, è ciò che avrebbe consentito lo sviluppo di storie e
narrazioni epiche, ma anche di miti e, soprattutto delle prime religioni: «Questa
fede nelle storie diede ai nostri bis-bisnonni così tanto potere che si
diffusero in tutto il mondo e conquistarono tutte le terre, le valli e le isole
del pianeta» (p. 70).
Nel complesso, Noi inarrestabili è un libro leggero indicato, come anticipato, per i lettori più giovani. Il lettore adulto che abbia già un’infarinatura su quest’argomento – che abbia, ad esempio, già letto il primo testo di Harari al riguardo – potrebbe non ricavare granché da questa lettura, preferendo piuttosto un saggio meno divulgativo e più approfondito. Per il lettore giovane, invece, è un’ottima occasione per avvicinarsi allo studio della preistoria senza la “pesantezza” che quasi sempre circonda i testi scolastici.
David Valentini
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