Monstrumana. L'umanità del mostruoso, la mostruosità dell'umano
di Francesca Giro e Gaetano Pagano
Effequ, 2022
pp. 269
€ 18,00
€ 8,99 (ebook)
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Era il 2017, e mentre cercavo di contrastare la sonnolenza per arrivare fino in fondo alla serata di premiazione fui ridestato da un anelito di speranza, quando al suo discorso di accettazione del Golden Globe come miglior regista per The Shape of Water, il cineasta messicano Guillermo Del Toro, già celebre per il suo Labirinto del fauno e l'adattamento del fumetto di Mike Mignola Hellboy, utilizzò un'espressione che mi colpì profondamente. Nel celebrare il successo di critica e pubblico di quella bizzarra storia d'amore tra una donna muta e una creatura anfibia antropomorfa, Del Toro disse che dedicava il suo premio ai mostri,
Since childhood I've been faithful to monsters. I've been saved and absolved by them because monsters are the patron saints of our blissful imperfections.
Non ne colsi pienamente il senso all'epoca ma ne rimasi affascinato. I santi patroni dell'imperfezione. Ma imperfezione per chi? Un'immonda progenie nata per contrastare quale modello? E, soprattutto, un modello incarnato da chi? Ecco cosa sono i mostri, dei simulacri, dei fari che puntano la luce sulle ipocrisie dei costrutti sociali, dei moniti, dal latino "monstrum", prodigio, miracolo, ma anche: monito.
Sul perno di questa consapevolezza, ovvero della porosità del confine che separa la norma dalla devianza, si innesta l'indagine critica di Francesca Giro e Gaetano Pagano, autorə di Monstrumana. L'umanità del mostruoso, la mostruosità dell'umano. Nato come podcast nel 2019, Monstrumana si propone di fornire una panoramica sulla letteratura occidentale e su quei personaggi iconici che hanno costituito un paradigma nello studio sulla mostruosità.
La categoria del Mostruoso è quanto di più vasto si possa cercare di sistematizzare, e risulta perciò impossibile farlo, ciò che è d'altra parte possibile è senz'altro il tentativo di riconoscere un minimo comune denominatore in quello che il mostro come entità incarnata rappresenta: una reificazione della paura in chiave archetipica.
Per Ulisse Aldrovandi, naturalista, entomologo e teratologo bolognese del Cinquecento, autore della Monstrorum Historia, rientrava sotto la categoria di 'mostro' tutto ciò che contraddicesse l'ordine naturale delle cose, così come per Michel Foucault è mostro tutto ciò che evidenzia un tentativo di fuori uscire dall'egemonia dell'occhio vigilante del Panopticon benthamiano, in cui tutti i soggetti sono controllati da un unico Grande Occhio Vigilante che induce nell'individuo una predisposizione alla buona condotta, onde evitare l'ostracismo e la punizione del potere. Pagano e Giro dichiarano ancor prima di avviare il loro viaggio ai confini dell'umano e del mostruoso che il tentativo è quello di
mettere in luce le infinite possibilità di sondaggio dell'umano attraverso il mostruoso, e viceversa. Il mostruoso è vasto e complesso tanto quanto l'umano, ne è in effetti specchio, conseguenza, matrice, parte. È proprio come l'umano può essere osservato da prospettive diverse. (p. 17)
Il concetto di confine è ricorrente sia in Monstrumana che in quelle teorie critiche e filosofiche che hanno voluto restituire spazio alle soggettività marginali, ecco dunque come il mostro diventa metafora dell'Altro, del soggetto queer, dell'identità postcoloniale, del corpo trans, della corporeità femminile che intende sfuggire alle logiche patriarcali di feticizzazione e annientamento.
Ecco dunque come, esplorando una ricca pletora di personaggi, il viaggio di Monstrumana si trasforma in una rivisitazione di quei modelli letterari che sono diventati quasi degli idoli sacri della letteratura.
Si parte con il Frankenstein di Mary Shelley, spostandosi verso la figura grottesca del campanaro di Notre-Dame de Paris, Quasimodo, fino al Calibano shakespeariano de La Tempesta che utilizza la lingua che il Padrone-Mago Prospero gli ha insegnato, allo scopo di annientarlo con la sua stessa lingua. Interessante è poi l'attenzione che gli autori rivolgono a figure come Carmilla, vampira antesignana del suo più celebre parente rumeno, il Conte Dracula, nonché protagonista della novella omonima di Joseph Sheridan Le Fanu, il cui rapporto con la protagonista umana della vicenda, Laura, viene letto attraverso la lente del lesbismo, anche grazie al contributo di Carmen Maria Machado, che nella provocatoria prefazione a Carmilla legge nei sospiri della donna inglese vampirizzata una metafora dell'orgasmo femminile. Allo stesso tempo, il rapporto tra il già citato Conte Dracula e Jonathan Harker assume una valenza omoerotica se si presta attenzione al dualismo oppositivo tra la dirompente carica sessuale dell'Uomo Orientale della Transilvania (non a caso gli autori ci ricordano che 'Transilvania' sta per 'al di là della foresta', nelle terre straniere) e l'Uomo Vittoriano che cerca di preservare quella morale che già verso la fine della Victorian Age va perdendo potere, lasciando il posto ai 'queer times' che segneranno l'epoca di Edoardo, tempi in cui cominceranno a prendere spazio quelle ideologie e pulsioni atte a spezzare l'ingombrante repressione di costumi che aveva asfissiato l'Inghilterra per larga parte dell'Ottocento, il compianto Oscar Wilde è l'epitome di questa parabola.
E sempre ad omaggiare questo intento di spezzare la ruota dell'ipocrisia vittoriana Giro e Pagano omaggiano un altro personaggio postmoderno e iconico, Fevvers, la donna alata gargantuesca e flatulenta di Notti al Circo di Angela Carter, romanzo finalista al Booker Prize del 1984, ambientato nel mondo dei freak shows, dove l'anomalia corporea diventa oggetto di scena per un pubblico pagante che ha ben chiaro qual è il confine tra Norma e Devianza. Così spetta a Fevvers liberarsi dallo sguardo oggettivante della società vittoriana che la vuole dea, mostro, Vittoria Alata e divertissement per la platea.
Come sarà possibile notare leggendo Monstrumana, il saggio si rivelerà essere una deliziosa guida alla lettura critica della mostruosità in letteratura, ed entrambi gli autori dimostrano di avere ampia padronanza degli studi culturali e delle recenti prospettive filosofiche e teoriche, i lettori avranno modo di incontrare e restituire fascino e credibilità a personaggi già noti e spesso stigmatizzati dell'immaginario popolare, come Jekyll e Hyde di Stevenson, il Gollum ossessionato dall'anello di Tolkien, la Medusa greca che rivive attraverso lo 'sguardo' femminista dei pamphlet di Hélène Cixous e le riletture horror di Martine Desjardins (Medusa, Alterego 2021) le affascinanti e fatali sirene, voci sublimi e mortifere che si nascondevano tra gli scogli nell'Odissea, ninfe di mare ingentilite e martiri nella lente di Andersen, e mantidi carnivore nella visione postumana e antispecista delineata da Laura Pugno (Sirene, Einaudi 2007).
Ecco allora cosa intendeva Del Toro quando erigeva i mostri a 'santi patroni dell'imperfezione': è nella deformità, nella sessualità antinormativa, nella dirompente queerness, nel materialismo corporeo, nei campanili gotici e nei cadaveri che riprendono vita che il concetto di normalità collassa, mettendo a nudo la propria fallacia e svelandosi come costrutto socioculturale, e il mostruoso non può che trionfare, nella sua onesta quanto reale essenza fuori dai binarismi etici ed estetici di cosa è accettabile e cosa non lo è.
Come spesso la voce di Gaetano Pagano invita a fare durante i suoi podcast, Monstrumana è un invito a fare il biglietto e a salire a bordo nel viaggio alla scoperta di un corpo a corpo tra la Norma e la sua diretta opposizione.
"Noi abbiamo già preso i biglietti per la prossima tappa."
Matteo Cardillo
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