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Il corpo e il sesso domestico in una raccolta di racconti di Hilma Wolitzer per Mondadori

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Oggi una donna è andata fuori di testa al supermercato
di Hilma Wolitzer
Mondadori, gennaio 2023

Traduzione di Bettina Cristiani

pp. 180
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)


"Oggi una donna è andata fuori di testa al supermercato" è il titolo del primo racconto di questa raccolta di Hilma Wolitzer, scrittrice americana molto amata in patria, pubblicata qui in Italia da Mondadori. I racconti presenti sono stati scritti tra gli anni Sessanta e Settanta, sono apparsi su diverse riviste come "Esquire", e per certi versi sono figli del proprio tempo: esplorano la condizione della donna e i rapporti familiari con uno sguardo quasi estraneo, distaccato, eppure con un'acutezza sorprendente.
Trovo che andare fuori di testa al supermercato abbia perfettamente senso: quelle arance dipinte che minacciano di scoppiare; schieramenti di lattine armate di etichette, prezzi e pesi; tagli di carne sanguinolenti; pesche e mele che esibiscono la loro parte perfetta e brillante, celando quella marcia e rammollita. (p. 15)
Protagonisti di questi tredici racconti sono pochi personaggi: tutta la parte centrale infatti è dedicata al racconto del matrimonio tra Paulie e Howard, ripreso poi nell'ultimissimo racconto, mentre i primi, ad esempio, ci parlano di altre storie. Fulcro centrale e leitmotiv della narrazione è il corpo e la sua contemplazione allo specchio, nella maggior parte dei casi: il corpo di una donna che s'ingrossa per la maternità, il corpo di una ragazza alle prime esplorazioni sessuali, di una moglie che si guarda rivendicando per sé una forma invidiabile da contrapporre alla presunta amante del marito, il corpo di un uomo nudo visto di sfuggita e quello di un maniaco sessuale che si aggira in un condominio.
Il corpo e il suo uso, soprattutto, la sessualità "domestica" che viene esplorata e vivisezionata: nei racconti che ci parlano di Paulie e Howard - casalinga lei e uomo depresso, ossessionato dalla morte, lui- il sesso e le dinamiche casalinghe la fanno da padroni, conducendo i protagonisti verso l'esplorazione del sé, non solo fisica, ma anche intima, per giungere a farsi delle domande esistenziali.
Forse cerchiamo la felicità nei posti sbagliati, Howard. (p. 60)
A volte Howard chiede "Che c'è?", oppure "Cos'è che vuoi?". Ma sa che il mio è solo un rimuginare. Non voglio niente. Voglio tutto. (p. 63)
Anche le altre storie, come quella di Sharon e Michael nel racconto "Corpi", accendono le luci sul senso di una fisicità vissuta in modo visivo e sui suoi possibili risvolti artistici: Sharon, che disegna e dipinge, immagina di spogliare gli uomini che incontra, solo per rendersi conto che quegli uomini nulla sono in confronto a suo marito (che pure si trova in galera per un presunto reato di natura sessuale). E le dolci vicende di Helen e Jo nel racconto "Madre", la descrizione del loro incontro, della loro confortante vita a due fino all'arrivo di un bambino ormai insperato, la contraddizione di un corpo non più giovanissimo che si trova a dover dare la vita. 
Forse Helen era nata da un atto casto e vestito che produce soltanto esseri inferiori. La sua faccia avvampò di nuovo. Forse stava per diventare pazza, come a un certo punto succedeva a tutte le vergini lussuriose. (p. 124)
Come si può notare, i racconti ci parlano quasi tutti di rapporti di coppia, per questo sostenevo che sono figli del proprio tempo, ma questo non toglie nulla alla loro validità e attualità, anzi l'ultimo racconto che ci riporta da Paulie e Howard addirittura è ambientato al giorno d'oggi, nel pieno della pandemia da Covid. 
Lo stile di Hilma Wolitzer è svelto, umoristico, saggio persino, come dice Elisabeth Strout nella prefazione, e trovo sia un'ottima ispirazione per chi ama leggere e scrivere racconti. Le strutture narrative sono perfette e si possono usare come spunti per costruirci sopra altre storie, altre vite. Per questo motivo lo consiglio a chi predilige le raccolte di racconti e a chi ha amato autori come la stessa Strout, o Virginia Feito col suo Mrs March, la cui protagonista molto ricorda la signora Lewis del primo racconto di questo libro.

Deborah D'Addetta