Manovrare i fili del gioco per uccidere l'innocenza o sopportare il dolore. Questo è l'enigma di Camilla Läckberg e Henrik Fexeus nel loro "La setta"






La setta

di Camilla Läckberg e Henrik Fexeus
Marsilio, novembre 2022

Traduzione di Laura Cangemi

pp.768
€ 24 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)

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Non nascondo che ho fatto fatica a finire questo libro di quasi 800 pagine, sia perché la tematica trattata è particolarmente sconvolgente, in quanto si parla di sette omicidi di bambini, sia perché  gli eventi sono intervallati dalle vicende personali dei poliziotti che indagano sul caso. Nonostante tutto, ritengo ne sia valsa la pena, perché il connubio Läckberg - Fexeus funziona e la vicenda appassiona; il ritmo invece è lento, le indagini proseguono incappando in una serie di vicoli ciechi e la verità, sebbene la si possa immaginare dall’inizio, forse con una tecnica da mentalista, si nasconde bene in evidenza.

Parto con un breve cenno alla vicenda e alla genesi del libro, così da inquadrare il contesto. Siamo al secondo libro che vede protagonisti l’agente Mina Dabiri e il mentalista Vincent Walder. Nel primo Il codice dell’illusionista abbiamo imparato a conoscere più da vicino il duo, abbastanza insolito, che indaga su omicidi e questioni personali, della poliziotta e del mentalista, che una volta insieme si scoprono molto affini, sebbene non abbiano il coraggio di ammetterlo e, che dopo aver risolto il caso precedente, collegato alla vita di Vincent, si sono persi di vista.


Almeno fino a quando a Stoccolma non sparisce un bambino da una scuola materna. Due anni dopo i drammatici eventi che li hanno fatti incontrare, ecco che Mina torna a chiedere aiuto a Vincent Walder, finendo per coinvolgere il celebre mentalista in un'indagine che questa volta la toccherà molto da vicino. L'esperto coglie alcune analogie con un caso di qualche anno prima, dal tragico epilogo. E mentre la squadra si interroga se sia la pista giusta ne fanno le spese altri bambini. I rapimenti sembrano seguire uno schema logico e folle allo stesso tempo. La domanda che gli inquirenti si pongono, scomodando anche un’altra esperta del settore, Nova, è se dietro tutto questo non ci sia una setta.


I personaggi. Mina Dabiri è la poliziotta che ha dovuto fare i conti con la dipendenza e l'abbandono della madre Ines, e poi con il suo analogo comportamento, dettato da dipendenza e paura, che l'ha allontanata dalla figlia Nathalie, che non sa nemmeno della sua esistenza. Ha sviluppato una misofobia (paura per germi e batteri) che la condiziona nella vita e nei rapporti con gli altri, ma nello stesso tempo crea una barriera verso il mondo esterno, che solo Vincent è in grado di capire e scalfire.

Vincent Walder è un mentalista, specializzato in psicologia e linguaggio non verbale, ha già lavorato ad un caso con Mina per la polizia di Stoccolma e ha un rapporto conflittuale con alcuni membri del distretto, inoltre la relazione molto stretta con la collega ha messo a dura prova il suo matrimonio e rischia di compromettere la sua lucidità di pensiero.


Tra i vari colleghi di Mina seguiamo le vicende di Julia, che coordina la squadra ed è alle prese con la recente maternità e la voglia id conciliare vita privata e lavoro; Ruben, che ha una dipendenza troppo marcata nei confronti delle donne, per cui si trova in terapia e che ad un certo punto scopre un lato inedito del suo carattere. Christer e il suo cane Bosse, alle prese con una relazione difficile e qualcosa del passato che lo tormenta e che deve affrontare, il buono e sempre conciliante Peder, padre di famiglia legatissimo alle sue tre gemelle e la new entry della squadra, Adam, che di mestiere fa il negoziatore e che si affiancherà agli altri in una delle indagini più difficile della sua vita. 

Le tematiche sono diverse e tutte molto spinose, a partire dal fatto che le giovani vittime sono bambini, a cui la Läckberg non nega una propria voce e un ruolo fondamentale, facendo così vivere al lettore il dramma delle famiglie che sperano di trovarli in vita e le dinamiche sconcertanti del dolore per la loro perdita. C'è una riflessione sfaccettata anche sul dolore, nelle sue forme e su quanto sia importante superarlo o conviverci, anzi direi che questa è la tematica centrale; un altro tassello importante è dettato dalle relazioni strette, quelle famigliari (madri-figlie, padri-figli) ma anche quelle amorose, che poi sono uno dei pilastri su cui moltissime sette si fondano e circuiscono i loro adepti.

Un libro che va oltre il concetto di thriller, che è ricco di colpi di scena che spiazzano e che rischiano di far girare a vuoto la mente del lettore, che però deve porre un patto di fiducia con la celebre autrice o almeno questo è il mio consiglio, e di sicuro non verrà tradito o deluso, a patto di avere pazienza.

Samantha Viva